sabato 16 giugno 2018

Omaggio al prof



A Punta Paradiso, dove sorge l’Osservatorio astronomico del Campo dei Fiori, in bici ci salgo una, due volte l’anno, soprattutto per fotografare il Monte Rosa. Vado spesso in bici al Campo dei Fiori, ma preferisco la cima del cannoncino. Perché? Per varie ragioni,  fra queste perché -rispetto a Punta Paradiso- è un km in meno di strada e 100 metri in meno di dislivello. L’Osservatorio è oltre i 1200 metri, e il tratto finale è veramente ripido. Ma stamani sono salito lassù in bici per una ragione precisa: volevo omaggiare il prof. Salvatore Furia. Ho cominciato a leggere la sua storia, grazie al libro ‘Pensieri positivi – Salvatore Furia, il Cacciatore di Stelle’, scritto dal giornalista Gianni Spartà. E in esordio si parla proprio di questo ragazzo siciliano, classe 1924, che nel 1941 arrivò a Varese, vide le nostre Prealpi, immaginò il suo Etna e se ne innamorò. Racconta Spartà che Furia volle raggiungere la cima su una bici da donna, l’ultimo tratto a piedi, fra sterpaglie e rovi, un sentiero che lo condusse a Punta Paradiso: lì immaginò il suo futuro e forse già allora pensò ad un Osservatorio. Così stamani ho messo nello zaino il libro e ho pedalato. E pedalando ho immaginato Salvatore sulla bici, sorpreso da tanta naturalistica bellezza, affascinato dal panorama che si gusta dalla cima. Non ho conosciuto personalmente Salvatore Furia, morto nel 2010, forse perché non ho l’animo dello scienziato. Amo le albe e i tramonti, spesso sono all’aria aperta e punto gli occhi al cielo, ma con uno sguardo soprattutto poetico: ‘dolcemente naufrago’ nell’infinito, il Bello mi appaga e mi perdo in pensieri trascendenti, più che desiderare la conoscenza, curioso di sapere. Mi basta godere della vista e sperare che al di là dell’emozione vi sia un Progetto intelligente, meglio ancora se divino. La faccio breve. Arrivato in cima ho sentito il desiderio di scattare la foto che vedere, seduto vicino alla prima cupola dell’Osservatorio, con il libro sopra la mia testa. Grazie al prof. e grazie anche a chi, del Cacciatore di Stelle, ha descritto le gesta memorabili.  

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