ph carlozanzi
A leggerlo proprio tutto, il suo nome sarebbe Emanuele Filiberto Umberto Reza Ciro Renè Maria di Savoia, Principe di Venezia. E in effetti ieri, a Villa Recalcati, un folto gruppo di gente ben vestita che lo attorniava lo chiamava con deferenza Principe...e forse qualcuno anche Sua Altezza Reale, perché in effetti il bel Principe dagli occhi chiari sarebbe l'erede all'italico trono, essendo nipote dell'ultimo Re d'Italia, Umberto II, nonché unico figlio maschio di Vittorio Emanuele di Savoia. Classe 1972, 1.82 di altezza, un fisico ben curato e un buon eloquio, Emanuele Filiberto ieri era a Varese, invitato dal Gruppo Savoia per la consegna del Premio Savoia alla Cultura 2019 al Premio Chiara Giovani. Incalzato dai cronisti Inzaghi e Prando, con molta gentilezza e disponibilità, prima dell'incontro in Sala Ambrosoli, senza poltroncine vuote, a dimostrazione che la monarchia non lascia del tutto indifferenti (o forse sono le favole con i principi azzurri che ancora fanno gola), l'elegante membro di Casa Savoia, sposato con l'attrice francese Clotilde Courau, padre di due ragazze, residenza a Monte Carlo, una vita con tanti lavori e molte apparizioni televisive, due tentativi di farsi eleggere a Roma e al Parlamento Europeo (falliti)...mamma mia che frase lunga....incalzato dai cronisti, dicevo, ha ammesso fra l'altro che ora la gente comincia a considerare con più attenzione il ruolo dei Savoia nel cammino dell'Unità d'Italia (dopo anni di deprezzamento), e rispetto alle elezioni europee ormai prossime si è detto preoccupato: non c'è capacità di mediazione, troppo estremismo. Quindi l'ingresso in Sala, accolto da un corposo applauso: avanti Savoia!
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