MAI
FIDARSI
di carlozanzi
Come
sempre aveva adocchiato le previsioni meteo per la mattina seguente: davano pioggia,
e insistente. Aveva quindi preparato impermeabile e ombrello sulla cassapanca
del corridoio. Aveva quietato anche l’umore: avrebbe preferito sole ma la
sentenza era stata emessa, pioggia, inutile sperare. La notte era scivolata
verso la luce con pochi risvegli e un solo incubo, ma nemmeno troppo
spaventoso. Si era svegliato al trillo del cellulare, sudato, riposato quel
tanto per iniziare la giornata: non bene, ma neppure nella disperazione. Aveva
subito notato una luce troppo intensa per essere giorno di precipitazioni, e un
silenzio improprio, senza sbattere di gocce contro l’asfalto. ‘La realtà può
sbagliare, si sa’ aveva pensato, mettendosi seduto sul materasso,
riassestandosi il pigiama e le ossa, stiracchiandosi i muscoli e grattandosi la
barba.
Colazione,
rasatura, defecazione, vestizione, uscita veloce per non perdere l’autobus.
Aprì l’ombrello, che non lo riparò dal sole nascente, basso e pungente all’orizzonte,
oltre la cancellata del parco pubblico. Pensò che almeno l’impermeabile avrebbe
potuto sbottonarlo, faceva un caldo esagerato, ma preferì dar fede alle previsioni.
Si incamminò a passo svelto verso la fermata, incontrando i primi saluti di
buon giorno e le prime occhiate interrogative. Salì sul bus, dopo aver chiuso l’ombrello
e averlo scrollato per liberarlo dalla sgocciolante pioggia inesistente. Fu
costretto a stare in piedi, fra gente in La Coste e camicia a mezza manica.
Discese, riaprì l’ombrello e si incamminò lungo via Ugo Foscolo, verso l’ufficio.
E quando un amico gli disse: “Senti, lo so che l’ombrello è stato inventato per
ripararsi dal sole e solo in seguito è stato utilizzato contro la pioggia, ma
mi spieghi perché diavolo vai in giro con l’ombrello?” lui rispose: “Amico mio,
non sempre la realtà ci azzecca. Meglio non fidarsi.”
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