Come già scritto in un precedente post, domani inizierà il Summer Tour di Marco Zanzi, Ron Martin e Doug Rorrer, per il lancio del nuovo cd della Piedmont Brothers Band, 'Compasses and Maps'. Della PBB già ho scritto. Oggi presento Mock:
Marco Zanzi è senza dubbio l’anima della Piedmont
Brothers Band: trascinatore instancabile, pieno di idee, amante della
perfezione, lontano anni luce dall’improvvisazione. Eppure la sua carriera di
musicista è partita improvvisando: niente scuole, conservatori, diplomi e maestri
a pagamento. Nato il 5 luglio del 1959 mangiando pane e musica (la mamma, Ines
Ravasi, era pianista e docente di musica), ha cominciato a desiderare una chitarra
già alle scuole medie, primi anni Settanta, ma la prima chitarra riuscì ad
averla, dopo molta attesa, a metà degli anni Settanta, una chitarra usata,
quella che Marco chiama ‘la bionda’, una chitarra acustica di Sandro Grisostolo,
amico di suo fratello Guido. Lì Mock imparò a suonare, da autodidatta,
copiando, improvvisando, sperimentando grazie al suo innato talento. Ma decisivo
per lui è stato l’incontro con Stefano Dall’Ora, avvenuto in quegli anni nella
piccola chiesa della Madonna di Caravaggio, in viale Ippodromo. Erano entrambi
arrivati lì come responsabili della sezione musicale delle rispettive
parrocchie, Biumo Inferiore per Mock, San Vittore per Stefano. Da Stefano Marco
apprese nuovi accordi, altri segreti e altra dose di amore per la musica. Visti
i progressi evidenti, suo fratello Guido lo inserì senza indugio in un complesso
nato all’oratorio ‘Molina’ di Biumo Inferiore, dove suonavano Sandro Grisostolo,
Antonio Borgato e Guido Zanzi. Il complesso si chiamava SAG e divenne SMAG.
Sempre alla metà degli anni Settanta è da far risalire
l’amore di Marco per il banjo. Fu colpito dalla sua sonorità e, senza molto
indagare, comprò un banjo a 4 code, non sapendo che quello era il banjo tipico
del jazz. Ben presto arrivò anche il banjo americano a 5 corde, quello che
ancora oggi accompagna il talentuoso musicista, considerato (e a ragione) uno
fra i migliori suonatori di banjo dell’italico repertorio.
Negli SMAG venne ingaggiato anche Stefano Dall’Ora,
che suonava chitarra e mandolino e stava per iniziare una brillante carriera come
studente e poi come concertista di contrabbasso. Gli SMAG divennero Ruffelt
Band e, successivamente, Steamboat Willie, privilegiando la musica country. Ma una
svolta più professionale Marco la incontra qualche tempo dopo. Stefano Dall’Ora
entra nella Signora Stracciona, un gruppo che girava l’Italia proponendo musica
folk. Mock lascia gli Steamboat Willie e parte con la nuova band: concerti
lungo tutto lo Stivale, compreso uno davanti a Giovanni Paolo II.
Il matrimonio e la nascita della prima figlia, Marta,
nel 1985, segnano una pausa nella carriera musicale di Marco Zanzi. Vende gli
strumenti e si dedica ad altro. Il digiuno dura solo qualche anno, perché la musica
è nel DNA di Mock e torna a farsi sentire. Siamo agli inizi degli anni Novanta,
tempo di computer. Le nuove tecnologie riavvicinano Marco alla musica:
sperimenta, prova la musica elettronica, incide dischi con le figlie,
riacquista una chitarra e un banjo. Con internet una nuova svolta: la sua passione
per i Byrds lo invoglia a realizzare un sito sul gruppo, fioccano le visite, e
grazie al sito nasce l’incontro con Ronald Martin detto Ron. Nasce, cioè, la
Piedmont Brothers Band.
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