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Lo sguardo
Sono
lo sguardo di una donna. Direi di una bella donna. Mi sono appena staccato da
lei e mi sto dirigendo, veloce, verso un uomo. Veloce ma non tanto da non
potermi gustare la piacevolissima meraviglia di questo tale, un cinquantenne,
nel complesso prestante, un po’ troppo adipe sul ventre, pochi capelli ma
l’abbronzatura dà l’idea di rendere quei pochi più folti. A vederlo da lontano,
diciamo i dieci metri della mia signora, non è un tipo che non dia nell’occhio:
sarà il vestito, sarà il complesso, l’armonia degli ingredienti. Certo, ora mi
sto avvicinando e si notano le magagne. Ma sono gli occhi che mi interessano:
stupìti. Lo sguardo di lei (cioè io) sta regalandogli i connotati di una donna,
intanto più giovane di lui di almeno dieci anni, poi di una capace di batterlo,
nel confronto diretto, a mani basse. E ciò non fa che rendere quegli occhi di
maschio (consapevole del suo fascino, in verità in declino) ancor più
brillanti, interessati, sorpresi, ammiccanti, piacevolmente feriti da una luce
di bellezza inattesa, da una prospettiva di reciproco feeling che dà freschezza
ad un momento peraltro assolutamente privo di meraviglia. La banalità
impreziosita da me, sguardo di donna. La svogliatezza inorgoglita da due occhi
che si posano, lasciando intendere della voglia inevasa. Che poi, a dire il
vero, essendo solo uno sguardo, non saprei se vi è, in colei che mi ha spinto
verso l’uomo, reale interesse, voglia di provocare, fiacco istinto femminile,
svogliatezza, noncuranza, malizia, e non ho neppure la certezza che proprio
verso quell’uomo io debba dirigermi, e che invece non mi sia chiesto all’ultimo
di mutare traiettoria, prendendo per caso la strada di quella tizia più a
destra, che potrebbe essere anche un’amica della mia signora, o una che gli sta
sullo stomaco.
Ecco, ora
intuisco anche i pensieri dell’uomo, puro spirito (i pensieri) come puro
spirito sono io…ecco, sento..però…..che sfrontato….che illuso!
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