Museo Baroffio - Madonna col Bambino sec XII
In principio il Natale è pura magia. Poi si scoprono i veri attori del Natale, e si resta male. Poi (dico per me) è arrivato il tempo della fede convinta, e quindi il Natale era non pura magia ma evento commovente e sentito. Poi la fede è diventata dubbiosa, quindi che ne è rimasto del mio Natale?
mercoledì 29 novembre 2017
martedì 28 novembre 2017
Campane
ph carlozanzi
Il suono delle campane non mi è estraneo. Non solo non mi disturba, ma in genere è atteso e piacevole. Si comincia con le campane delle sette del mattino. Prima non suonano. Poi a mezzogiorno, l'Angelus. Ho scritto anche una poesia su queste campane di metà giornata. Poi alle 15 del venerdì, e vedo Cristo in croce. Ma quelle che più risuonano in me, a partire dall'ottobre del 2005, sono le campane delle 8.30 del mattino a S.Ambrogio, quelle che richiamano i fedeli alla Messa feriale delle 9. Quel martedì di ottobre era un momento davvero difficile. Avevo bisogno di un segno dal cielo. Me ne andai da casa quasi scappando, con la forza della disperazione. Dovevo reagire. Passando a piedi sotto il campanile partì il concerto di campane. Erano le 8.30, era l'orario convenuto, una semplice coincidenza, ma in certi momenti la coincidenza ha un altro nome, apre i cieli, è un messaggio chiaro, atteso.
Il suono delle campane non mi è estraneo. Non solo non mi disturba, ma in genere è atteso e piacevole. Si comincia con le campane delle sette del mattino. Prima non suonano. Poi a mezzogiorno, l'Angelus. Ho scritto anche una poesia su queste campane di metà giornata. Poi alle 15 del venerdì, e vedo Cristo in croce. Ma quelle che più risuonano in me, a partire dall'ottobre del 2005, sono le campane delle 8.30 del mattino a S.Ambrogio, quelle che richiamano i fedeli alla Messa feriale delle 9. Quel martedì di ottobre era un momento davvero difficile. Avevo bisogno di un segno dal cielo. Me ne andai da casa quasi scappando, con la forza della disperazione. Dovevo reagire. Passando a piedi sotto il campanile partì il concerto di campane. Erano le 8.30, era l'orario convenuto, una semplice coincidenza, ma in certi momenti la coincidenza ha un altro nome, apre i cieli, è un messaggio chiaro, atteso.
La pancia
"La pancia non c'è più, la pancia non c'è più!" grida esultante Mimmo Craig saltando sul letto, dopo un incubo che gli aveva fatto credere di essere diventato obeso. Era una vecchia pubblicità dell'Olio Sasso, fra le mie preferite quando ero bambino. Già, la pancia. Ora sono nell'età della pancetta. Sto invecchiando visibilmente, ma almeno la pancia riesco a contenerla, grazie soprattutto ad un'oretta di sport al giorno. E ci tengo, nonostante sappia che così perdo la stima di un certo numero di donne, che pare abbiamo a cuore gli uomini con la pancetta, con le cosiddette maniglie dell'amore. Non so, forse questa è una diceria messa in giro dagli uomini con addome prominente (una specie di sposa bagnata, sposa fortunata), oppure veramente ci sono donne con tali preferenze (l'empatia del mal comune, mezzo gaudio)...non so, so che a me la pancia non piace.
The Grapes al Less
'The
Grapes' (foto) è una band nata all’interno del progetto “Teatro-Musica” del Liceo 'Vittorio Sereni' di Luino che, da oltre un decennio, realizza performance
musicali e teatrali riunendo docenti ed alunni accomunati dalla passione
per la musica, il teatro e la letteratura.
In particolare nella serata del 2
dicembre 2017 al “LESS BAR” di Varese (via Finocchiaro Aprile 5, piazza del Tribunale) a partire dalle ore 20 e sino alle ore 22 proponiamo parte dell’Into The Wild Project che è stato portato in Tour questa estate
in varie località della provincia, oltre a nuovi brani appena inseriti in
repertorio.
Le canzoni che verranno eseguite
avranno arrangiamenti acustici all’interno dello stile Folk anglosassone (con
l’uso di strumenti tipici che vanno dalle chitarre acustiche al banjo,
dall’armonica all’ukulele oltre alla base ritmica di basso e batteria) e
spaziano, per quanto riguarda la loro origine, da traditional song di
più di un secolo fa a brani di cantautori anni ‘60 e ‘70 insieme all’ 'Indie
folk' di artisti contemporanei.
lunedì 27 novembre 2017
Però ci provo
Da anni non elenco più i miei buoni propositi, né in Avvento né in Quaresima. Non so che proporre, e so che comunque non li manterrei. Però lo scorso Avvento ho introdotto il rito di accendere sulla mensola della mia sala un lumino per ogni sera: resta acceso dalle 17 circa alle 24 circa. Lo accendo, è tale la mia distrazione e la mia fretta di vivere che non porto a termine neppure un'Ave Maria...però ci provo. Da un anno accendo regolarmente il lumino. In questo Avvento ho introdotto un altro rito: quando riesco (non sempre) dopo aver acceso il lume spengo la luce e al lume di candela mi rilasso sul divano cinque minuti. Cerco di annullare ogni pensiero. Spiano un po' la strada a Dio. Se deve dirmi qualcosa, c'è meno rumore di sottofondo.
domenica 26 novembre 2017
Spreco di tempo
Qualcuno rivendica il diritto alla noia, contro lo stress da troppi impegni. Già, ma anche la noia non fa piacere, quando lentamente ti intossica e tutto perde sapore. Nei miei (rari, per fortuna) attimi di noia in genere mi metto in piedi, cammino per casa e mi soffermo impalato e inebetito davanti alla mia libreria. Che contiene anche molti libri fotografici. Oggi ne ho sfilati quattro o cinque e li ho sfogliati. Ma la scarsa disposizione all'ottimismo mi ha condotto in labirinti di pensieri non colorati, a differenza delle policrome foto dei libri rivisti. Pensavo: un fotografo impiega mesi e mesi se non anni per realizzare l'opera, foto curate nei particolari, poi quando va bene il libro viene gustato la prima volta, messo in verticale in libreria, ripreso magari dopo anni (quando viene un ospite in casa, ad esempio), poi trascorrono altri anni e al tramonto di una giornata insipida ecco un'altra occhiatina con tracce di disincanto e poi via, pressati e sonnacchiosi per altri anni. Salvo le sempre auspicabili eccezioni, il volume non viene consunto dagli sguardi, stropicciato da dita che voltano pagine.
Nessuno ne ha colpa.
E' solo un altro spreco.
Il coro Vidoletti
Onore della cronaca per il Coro della mia scuola, che ha in calendario non poche esibizioni in questo mese di dicembre. Non segnata nell'articolo, è da aggiungere una breve esibizione anche giovedì 14 dicembre, ore 18, Sala Montanari, in occasione della presentazione del Calandàri dra Famiglia Bosina 2018.
sabato 25 novembre 2017
Presentimento della solitudine
ph carlozanzi
...Era l'ora in cui la gente usciva dagli uffici, recuperava scooter o macchine, si attaccava ai cellulari e fantasticava di cose che non sarebbero accadute. Comunque era abbastanza facile sparire dentro quella fase caotica della giornata in cui tutto era ancora possibile, in cui il sollievo per la fine del lavoro batteva il presentimento della solitudine....
Luca Ricci 'I difetti fondamentali'
Buona serata ai miei amici
...Era l'ora in cui la gente usciva dagli uffici, recuperava scooter o macchine, si attaccava ai cellulari e fantasticava di cose che non sarebbero accadute. Comunque era abbastanza facile sparire dentro quella fase caotica della giornata in cui tutto era ancora possibile, in cui il sollievo per la fine del lavoro batteva il presentimento della solitudine....
Luca Ricci 'I difetti fondamentali'
Buona serata ai miei amici
venerdì 24 novembre 2017
Pavone
So di essere un po' narcisista. Nessuno è perfetto. Io men che meno. Qualcuno mi ha fatto notare che a furia di ammirare la mia coda, rischio di non vedere gli altri pavoni. Il rischio c'è. Ma forse, poiché la mia coda è sempre più incolore e spennacchiata, allora mi è più facile intravedere anche le code degli altri.
La poesia di Arnaldo
ph carlozanzi
La luna che illumina
di arnaldo bianchi
La luna che illumina
il tuo sguardo ed il cortile,
il tuo sguardo che si avvolge
dentro il mio;
con l'ombra della sera
è un contrappunto
di finestre illuminate
che si confronta e si confonde
con le stelle.
novembre 2003
La luna che illumina
di arnaldo bianchi
La luna che illumina
il tuo sguardo ed il cortile,
il tuo sguardo che si avvolge
dentro il mio;
con l'ombra della sera
è un contrappunto
di finestre illuminate
che si confronta e si confonde
con le stelle.
novembre 2003
Auguri, Luisa
Felice compleanno alla mia amica Luisa. Dai che fra un mesetto si rinnoverà il miracolo della polenta!
giovedì 23 novembre 2017
Te l'ho fatta un'altra volta!
ph carlozanzi
San Francesco la chiama addirittura sorella. San Paolo la considera un guadagno, poiché lui vive in Cristo. Io non sono affatto santo. Per me è solo un pessimo finale. Per questo, ogni volta che la vita mi presenta il suo lato piacevole, la mia prima frase è la seguente: 'Te l'ho fatta un'altra volta!'
San Francesco la chiama addirittura sorella. San Paolo la considera un guadagno, poiché lui vive in Cristo. Io non sono affatto santo. Per me è solo un pessimo finale. Per questo, ogni volta che la vita mi presenta il suo lato piacevole, la mia prima frase è la seguente: 'Te l'ho fatta un'altra volta!'
Una Messa per Fabio
Domani, venerdì 24 novembre, alle ore 18, nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Biumo Inferiore, verrà celebrata una Messa per Fabio.
La tusèta dul Muntèll
Oggi, compleanno di Caterina, la mia terzogenita, ho ritrovato questa foto datata 1994 o 1995. Valentina, Maddalena e Caterina, le mie tre figlie, già messe sotto torchio da un padre sin troppo sportivo e in attesa di ricevere gratificazioni dalle figlie. A tre o quattro anni Caterina già era sottoposta a test e misure. Credo di aver fatto anche qualche danno ma non irreparabile, per fortuna. Ciò premesso, proprio in quegli anni scrivevo la poesia che potete leggere qui sotto, nata osservando la piccola Caterina, vinta dalla paura per il temporale, una paura che le sorelle non hanno mai manifestato. Oggi la ripropongo, con l'augurio a Caterina, ormai donna, di avere la forza di superare i temporali della vita.
La tuseta dul
Muntèll
In
dul vent fiacc d’agost
udùur d’acqua.
Dal ciel da gess
gòta a gòta, e pö da prèssa
al piöö.
Nèta i so pagn Varès;
canta la grundàna,
sa pizza ‘l verd,
lüsèntan, sota i niul, i còpp,
la tera, cota,
güsta ‘l piasè d’una bevüda.
Di part dal mott da Biüm da Sùra
ul nègar s’è quagià;
saètt, trun e acqua cativa
cùntra ‘l San Giorg.
La tusèta dul Muntèll,
nasin schiscià sul vèdar,
ciama la mama,
piang a la tempesta,
sentèe sota düü ugìn pien da
paüra.
L’è ‘n gibilèe, adess,
ul ciel sùra Varès.
La bambina del
Montello
Nel vento fiacco d’agosto
odore d’acqua.
Dal cielo di gesso
goccia a goccia, e poi di fretta
piove.
Varese lava i suoi panni;
canta la grondaia,
si accende il verde,
luccicano, sotto le nuvole, le
tegole,
la terra, cotta,
gusta il piacere di una bevuta.
Dalle parti della collina di
Biumo Superiore
il nero si è quagliato;
saette, tuoni e acqua cattiva
contro il San Giorgio.
La bambina del Montello,
nasino schiacciato sul vetro,
chiama la mamma,
piange alla tempesta,
sentieri sotto due occhietti
pieni di paura.
E’ un tramestio, adesso,
il cielo sopra Varese.
mercoledì 22 novembre 2017
Due in uno
ph carlozanzi
Come tutte le mattine, questo varesino canuto ma non stanco saliva a piedi lungo il viale delle Cappelle leggendo il giornale, unendo con saggezza il movimento del corpo e quello della mente.
Come tutte le mattine, questo varesino canuto ma non stanco saliva a piedi lungo il viale delle Cappelle leggendo il giornale, unendo con saggezza il movimento del corpo e quello della mente.
La Vidoletti al Sacro Monte
ph carlozanzi
Interessante uscita didattica questa mattina per tre classi seconde della scuola media Vidoletti. Tre guide dell'associazione Archeologistics hanno guidato i ragazzi lungo il viale delle Cappelle, all'interno del Santuario e al Museo Baroffio. Quasi quattro ore di un interessante percorso didattico, che certamente rimarrà nella memoria degli alunni, molti dei quali avevano una conoscenza davvero superficiale di quello che è Patrimonio dell'Unesco, quindi dell'umanità.
Vi sono interessanti proposte per le scuole.
Info: www.sacromontedivarese.it info@archeologistics.it 3288177206
martedì 21 novembre 2017
Contro la scuola alla Vidoletti
Continuano le presentazioni del libro di Riccardo Prando, 'Contro la scuola', un volume che sta creando dibattito fra i docenti, e non solo. Domani, mercoledì 22 novembre, è la volta dell'aula magna della scuola media Vidoletti di via Manin 3 (zona Palazzetto dello Sport), dove il prof. Prando insegna da questo anno scolastico. Alle 15.30, stuzzicati dalle domande di Matteo Inzaghi (direttore di Rete 55) l'autore e Claudio Merletti (dirigente dell'Ufficio Scolastico di Varese) si confronteranno sul tema.
lunedì 20 novembre 2017
Brace
ph da google immagini
BRACE
di carlozanzi
Nella
camera che sa d’aria pesante
un
rifugio ai nostri fiati sempre in giro
con
un braccio avvolgo il tuo respiro,
trattengo
ogni piacere che è presente.
Calda
estasi dentro un sole nascente,
basterai
contro la mia disillusione,
resta
comunque brace di passione.
Ti
svegli. Mi guardi. Dico: ‘Niente.’
21 novembre 2017
Onora il padre e la madre - 5
Alcuni
genitori vantano pretese nei confronti dei figli quando questi sono ancora
giovani, ma per lo più i genitori si rivolgono ai figli chiedendo il loro aiuto
quando sono anziani e hanno dimenticato (o forse non hanno mai considerato)
che la vita ha ormai regalato il suo bagaglio di esperienze a quelli che un
tempo erano bimbi speranzosi, e la somma tirata (da parte dei figli) può non
essere con il segno più. Dipende. La frase: ‘Io ti ho messo al mondo, su chi
devo affidarmi?’ sottintendendo che la venuta al mondo sia di per sé un affare,
può non essere una frase pertinente, perché venire al mondo a volte appare come
un danno più che un guadagno. Comunque, anche nelle più rosee delle situazioni,
da questo mondo bisognerà pur uscire, prima o poi. E questo non rallegra
nessuno. Un figlio a chi deve consegnare le proprie ansie, se non a chi lo ha
messo al mondo senza il suo consenso? Ecco perché onorare il padre e la madre
può costare anche sacrificio, a dispetto di tanta ‘iconografia’ classica.
5-fine
domenica 19 novembre 2017
Calandàri 2018 - Indice
La
novità più importante del Calandàri 2018 è senz’altro la presenza di nuovi
collaboratori, che voglio qui citare perché alla loro prima apparizione sul
Calandàri. Alcuni di questi sono giovani, e ciò è molto importante per il
futuro dell’annuario: Michele Gazo, Sergio Cova, Davide Cionfrini, Laura
Veroni. Abbiamo poi nomi già noti ai lettori varesini: Mario Visco, Valerio
Crugnola, Nicoletta Romano, Arnaldo Bianchi, Alberto Bortoluzzi, Roberto Fassi.
Tutti gli altri hanno già collaborato una o più volte, alcuni molte volte. La
copertina mostra l’immagine classica del lago e del Monte Rosa, mentre in
quarta di copertina una foto, ad illustrare il drammatico incendio d’ottobre al
Campo dei Fiori. Per il resto, tutto secondo tradizione.
Presentazione: giovedì 14 dicembre, ore 18, Sala Montanari (ex Cinema Rivoli) - Varese
Ecco l’indice:
Calandàri par ur 2018
Articoli
introduttivi del regiù Luca Broggini, per prevosto Mons. Luigi Panighetti, del
sindaco Davide Galimberti e del prefetto Giorgio Zanzi
Cronache, in sintesi,
del 2016 di
Carlo Zanzi
ATTUALITA’
Il nostro sessantotto
sportivo di Massimo Lodi
Varese, terra di sport
minore di Claudio Piovanelli
Varese, terra di
industria di
Davide Cionfrini
Socrate e noi di Valerio Crugnola
Il Santuario di Bregano di Federica Lucchini
Il karma di Fabio
Ilacqua di
Carlo Zanzi
Andrea Macchi, il
gigante di Matteo Simone
Enrico Piazza, il rambo
della mtb di
Carlo Zanzi
Un fuoco nemico di Carlo Zanzi
Serve solo un po’ di
coraggio di
Michele Mancino
LA
GENTE
Il cocktail
dell’architetto di
Federico Bianchessi
Speri della Chiesa
Jemoli:
un poeta varesino ma
non solo di
Giuliano Mangano
L’ultimo dei
maritainiani di Livio Ghiringhelli
Salvatore Furia, uomo
di scienza
e di cultura di
Ambrogina Zanzi
Un ricordo intimo del
Grande Divulgatore di Gianni Spartà
Amedeo Bianchi, uomo
colto e gentile di Arnaldo Bianchi
El pret de Ratanà,
nostro concittadino di
Andrea Giacometti
LA
STORIA E LE STORIE
I Patti nuziali di
Luigi Molina
e Camilla Balabio di Elena Canesi
Caterina e Giuliana a
Pesaro di Fernando Cova
Il Popolo Varesino e la
Prima Guerra Mondiale di Livio Ghiringhelli
1917: la guerra con
Como
per lo zucchero che non
c’è di Riccardo Prando
Ferrari, Carantani, Forzinetti,
Masserizzi:
storie di passione di Mario Visco
Il primo giorno di
scuola di
Luisa Oprandi
Cappelle e ‘cappellate’ di Silvano Colombo
Storie di refusi e
d’altro di Maniglio Botti
IL
TERRITORIO
I novant’anni della
‘grande’ Varese di
Fausto Bonoldi
Varese, alle sorgenti
del fiume Olona di
Ezio Motterle
I ragazzi del parco
Mantegazza di
Sergio Cova
Varese, crocevia del
mistero di Michele Gazo
La Varese della mia
infanzia di Alberto Bortoluzzi
La libreria Veroni di Laura Veroni
Varese, un giardino da
coltivare di
Nicoletta Romano
L’ARTE,
GLI ARTISTI, I LIBRI
Il colore del pensiero di Luisa Negri
Il dipinto di Bobbiate di Roberto Fassi
Vicende, vincitori ed
altro ancora di
Ettore Pagani
Contro la scuola di Carlo
Zanzi
Premio Riccardo Prina
2017 di Carlo Zanzi
In memoria di Augusto
Ossola di
Carlo Zanzi
Alpini, custodi della
colta genuinità di
Matteo Inzaghi
UL
CANTUN DUL DIALETT
La storia del Poeta
Bosino di
Carlo Zanzi
La guera dul Lino – 3 di Antonio Borgato
LE
ATTIVITA’ DELLA FAMIGLIA BOSINA 2016-2017
Festa degli Auguri e
Calandari 2017
Festa dra Giobia e
Poeta Bosino 2017
L’arrivo del Re Bosino
Sorrisi di Carnevale
Sabato Grasso-Carnevale
Bosino
Il discorso del Re
Bosino
Pomeriggio dei poeti
San Vittore e Girometta
d’oro 2017
Le Giromette d’Oro a
oggi
Spettacolo par Varés
Ma a chi interessa?
Rioninquota 2017
Premio Ippico Famiglia
Bosina 2017
La ricchezza del
Calandari
Onora il padre e la madre - 4
E
quando l’ònere dei genitori supera la nostra pazienza, ecco il ricorso alle
badanti e alle case di riposo. E’ così, i dati lo confermano, si preferisce
mantenere il lavoro e spendere lo stipendio per pagare una badante. Del resto
non tutti possono lasciare il lavoro, c’è comunque una pensione da guadagnare. Ma
anche chi è in pensione non di rado preferisce ‘godersela’ quella pensione, e
del resto è comprensibile, assistere un anziano, persino nostro padre e nostra
madre, irriconoscibile nella sua senescenza, pretenzioso, giustamente ansioso,
debole, consapevole di ciò che lo attende e quindi terrorizzato, magari
assolutamente inabile….non è né facile né naturale. E onorare il padre e la
madre può diventare atto di grande amore.
4-continua
OJM Varese-Dinamo Sassari: 61-82
ph carlozanzi
Varese, a capo chino, chiede scusa al pubblico del PalA2A (che pure lo ha incitato sino alla fine e non lo ha fischiato) per la pesantissima sconfitta contro Sassari. Partita iniziata male e finita peggio. La peggior gare di Varese in questo campionato, una squadra irriconoscibile, tanto da chiedersi: come è possibile essere a quota sei? Ma se gli ultras non hanno messo sulla graticola coach e giocatori, non lo faremo certo noi: una sberla ci sta. Partita iniziata male, si diceva: esattamente! Male che più male non si può. Una tripla per loro, varie palle perse per noi, e un perentorio 2-11 per i sardi, che ci stordisce. E la mano trema assai. Wells non costruisce, mentre gli isolani fanno girare la palla come una trottola trafiggendo una difesa di burro e centrando l'anello da fuori. Waller ci tiene in partita, e finisce 16-27. Tempi grami. Anche il Bullo (foto), oggi in giacca e cravatta, pare incredulo. Il secondo quarto ci dà speranza, si sveglia Pelle, bene anche Avramovic ma soprattutto in entrata (Avra non può limitarsi al fondamentale: entrata in terzo tempo di sinistro!), Sassari si ridimensiona e stiamo in gara. Un parziale di 22 a 17 per noi, 38 a 44 a metà gara. Ma abbiamo un 1 su 9 da tre che fa male. Il terzo quarto sarà quello del pareggio? Certo che no. Continua l'astinenza di canestri da fuori, percentuali bassissime, non c'è gioco, Wells porta giù palla, non passa, si fa largo in aerea, tira e sbaglia. Tutto sommato la baracca è retta soprattutto dal lungo Cain e da Okoye, mentre i sardi ci bombardano con l'ex Polonara e Scott Bamforth. Clamorosa svista nei secondi finali, con 4 punti regalati agli avversari: 46-62. Alla fine del 3° quarto abbiamo il 38% dal tiro, con uno sconfortante 1 su 11 da 3 (9%), mentre gli azzurri hanno un 55% nei tiri che fa la differenza, e soprattutto un 33% dalla lunga. Eppure si spera ancora ma a 7' dalla fine, dopo una bomba devastante di Bamforth e l'ennesimo tiro inguardabile di Varese (questa volta scoccato dalla mano di capitan Ferrero) si capisce che siamo al capolinea. Sarà una nemmeno troppo lenta agonia: 61-82.
Partita da dimenticare...in fretta.
Forza Varese!
Varese, a capo chino, chiede scusa al pubblico del PalA2A (che pure lo ha incitato sino alla fine e non lo ha fischiato) per la pesantissima sconfitta contro Sassari. Partita iniziata male e finita peggio. La peggior gare di Varese in questo campionato, una squadra irriconoscibile, tanto da chiedersi: come è possibile essere a quota sei? Ma se gli ultras non hanno messo sulla graticola coach e giocatori, non lo faremo certo noi: una sberla ci sta. Partita iniziata male, si diceva: esattamente! Male che più male non si può. Una tripla per loro, varie palle perse per noi, e un perentorio 2-11 per i sardi, che ci stordisce. E la mano trema assai. Wells non costruisce, mentre gli isolani fanno girare la palla come una trottola trafiggendo una difesa di burro e centrando l'anello da fuori. Waller ci tiene in partita, e finisce 16-27. Tempi grami. Anche il Bullo (foto), oggi in giacca e cravatta, pare incredulo. Il secondo quarto ci dà speranza, si sveglia Pelle, bene anche Avramovic ma soprattutto in entrata (Avra non può limitarsi al fondamentale: entrata in terzo tempo di sinistro!), Sassari si ridimensiona e stiamo in gara. Un parziale di 22 a 17 per noi, 38 a 44 a metà gara. Ma abbiamo un 1 su 9 da tre che fa male. Il terzo quarto sarà quello del pareggio? Certo che no. Continua l'astinenza di canestri da fuori, percentuali bassissime, non c'è gioco, Wells porta giù palla, non passa, si fa largo in aerea, tira e sbaglia. Tutto sommato la baracca è retta soprattutto dal lungo Cain e da Okoye, mentre i sardi ci bombardano con l'ex Polonara e Scott Bamforth. Clamorosa svista nei secondi finali, con 4 punti regalati agli avversari: 46-62. Alla fine del 3° quarto abbiamo il 38% dal tiro, con uno sconfortante 1 su 11 da 3 (9%), mentre gli azzurri hanno un 55% nei tiri che fa la differenza, e soprattutto un 33% dalla lunga. Eppure si spera ancora ma a 7' dalla fine, dopo una bomba devastante di Bamforth e l'ennesimo tiro inguardabile di Varese (questa volta scoccato dalla mano di capitan Ferrero) si capisce che siamo al capolinea. Sarà una nemmeno troppo lenta agonia: 61-82.
Partita da dimenticare...in fretta.
Forza Varese!
Calandàri, 7 e 14
Fra gli argomenti del nuovo Calandàri, non poteva mancare l'incendio al Campo dei Fiori (ph carlozanzi)
E’
ormai tempo di Calandari 2018. L’annuario della Famiglia Bosina, coi suoi 60 e
passa anni di vita, è uno dei libri varesini con più anni sul groppone, una
bella tradizione e continuità che meritano rispetto ma soprattutto conoscenza.
Come da tradizione, il Calandari verrà presentato la sera di giovedì 7
dicembre, ore 20, Salone Estense, nel corso della festa degli Auguri del
sodalizio bosino. Sarà il prof. Robertino Ghiringhelli a presentare il libro.
Info
per la cena: euro 45, iscrizioni entro il 30 novembre presso Libreria Canesi di
via Walder 39 (0332-287047), Cristina Iotti (328.7656189) oppure via mail segreteria@famigliabosina.it.
E
sin qui, tutto come sempre. Ma in questo 2017 abbiamo una novità, pensata proprio
per far conoscere ai varesini (e non solo ai soci) il volume. Giovedì 14
dicembre, ore 18, Sala Montanari (ex cinema Rivoli, vicino al monumento del
bersagliere) avremo una seconda presentazione, pubblica, aperta a tutti, una
serata di immagini, musica e parole. Segnare in agenda.
Ma cos'è questo Calandàri?
Non è un libro solo in dialetto, non è un libro solo rivolto al
passato, non è un libro di nostalgici, non è un libro per ‘vecchi’. E’ il libro
varesino con più storia: esce infatti ininterrottamente, ogni anno, dal 1956.
E’ quindi un annuario che vede la collaborazione di giornalisti, storici,
uomini di cultura, narratori, poeti. Di cosa parla? Di Varese città, di Varese
provincia, del nostro territorio prealpino, Canton Ticino compreso, letti nel
passato, ma anche nel presente e nel futuro. Storie, personaggi (per lo più
dimenticati) che hanno amato Varese e l’hanno servita con i loro talenti. Qui
troverete spunti di riflessione, idee per la Varese che verrà, analisi
competenti. E l’attività annuale della Famiglia Bosina, che il Calandàri cura e
promuove.
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