sabato 4 novembre 2017

Margherita va alla guerra - 1


La mia collega Margherita ha pubblicato nei giorni scorsi su fb una lunga considerazione sulla scuola, divisa in tre parti. E in tre puntate la propongo qui, utile strumento di riflessione anche in vista della presentazione del volume di Riccardo Prando, 'Contro la scuola'. 




"A che cosa stai pensando, Margherita?" ammicca Facebook. M'hai provocato? E io me te magno. Ecco a cosa sto pensando.
1. ESIGO LE IMMEDIATE DIMISSIONI DELLA MINISTRA FEDELI
2. ESIGO UN IMMEDIATO MEA CULPA PER LA “BUONA SCUOLA”
3. ESIGO L’IMMEDIATO ADEGUAMENTO DEL MIO STIPENDIO ALLA CRESCITA DELL’INFLAZIONE DEGLI ULTIMI 9 ANNI e ALL’IMPRESSIONANTE AUMENTO DEL MIO CARICO DI LAVORO

1. La ministra Fedeli se ne deve andare. Cosa detta e stradetta, ma ripetere aiuta.
a) Perché ad ogni sua spaventosa apparizione ci ricorda che in Italia la legge non è uguale per tutti: se per diventare insegnante devi essere laureato e superare un concorso, mi aspetto che per diventare ministro devi, come minimo, essere laureato e fare molta, moltissima gavetta nel settore di cui sei ministro. Per il semplice fatto che non puoi amministrare ciò che non conosci. Oppure, deve valere che, da domani, io divento ministro dell’Economia, pur essendo laureata in Lettere. Io, proprio io, che manco riesco a gestire il mio magro stipendio. Tanto, qui vale tutto. E se vale tutto, esigo che valga anche per me. Se per me non vale, tu te ne devi andare. Perché siamo cittadine dello stesso Paese e, fino a prova contraria (sei tu, ministra, l’incarnazione della prova contraria?) abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri. Se non te ne vai, sei un rappresentante dello Stato che occupa un posto indebitamente. Se occupi un posto indebitamente e nessuno ti manda via, siamo in uno Stato dove la legge non è uguale per tutti. Dovevate spiegarcelo prima che per fare i ministri dell’istruzione non serve un cazzo, mentre per insegnare alle medie devi prendere la maturità, la laurea, superare un concorso, attendere le graduatorie quindi, a circa 20 anni dalla licenza media, avere un posto di lavoro pagato malissimo. Se me lo aveste spiegato prima, quando ero più giovane, più energica, senza figli, avrei potuto organizzare per tempo una nuova stagione terroristica. Oppure, dovevate rimuovere dal suo incarico la grande prof che ci fece amare la nostra Costituzione, in terza media. Perché anche quella prof ha contribuito a creare me, un essere pensante, consapevole dei propri diritti e doveri.
b) Perché il recente polverone sull’uscita da scuola accompagnati è un’inammissibile dichiarazione pubblica dello Stato, per mezzo di un suo ministro: “Cittadini, il governo da oggi non avrà più il compito di applicare le leggi”. Poiché basterebbe la semplice applicazione delle leggi per vanificare il porsi stesso della questione sulla tutela dei minori di 14 anni. Quali sono i rischi per un minore che gira per strada? Essere investito? C’è già una legge che punisce questo reato, occupati di farla rispettare, occupati di prevenire. Essere importunato da pedofili, ladri, bulli? Ci sono già leggi per queste categorie di delinquenti. Occupati di farle rispettare, perché questo è il tuo lavoro: governo = potere esecutivo = applicare le leggi (faccio lo schemino, così forse capiscono), creando le condizioni perché diritti e doveri possano essere rispettati.
Questa ultima è stata davvero l’apoteosi del delirio e dell’incompetenza. Tu, cara la mia ministra, ladra e delinquente (perché occupi abusivamente un posto per cui non sei qualificata), non ti devi porre il problema della responsabilità sui minori fuori da scuola. Tu devi occuparti di creare le condizioni affinché ai bambini sia garantito il diritto di andare a scuola DA SOLI, a partire dalla prima elementare.
Una questione mal posta genera risposte inadeguate. Per la ministra il problema è la responsabilità sui minori fuori da scuola, per i minori fuori da scuola il problema è se possono godere del loro diritto a una vita libera, nel rispetto delle regole. Per il ministro dell’istruzione la priorità non è favorire un progetto lungimirante sulla crescita degli individui, ma è scaricare le responsabilità penali sulle famiglie poiché, per suo mezzo, il governo ha deciso che non ha più il compito di governare.
E alla fine di tutto questo inutilissimo dispendio di ogni sorta di energie, il brillante risultato è che basterà che i genitori firmino una liberatoria in cui tornano ad assumersi la responsabilità dei propri figli. Cioè perdano tempo ad affermare l’ovvio: se mio figlio non è più a scuola, non è più a scuola. Firmo. Volete anche un giuramento? Con il sangue, che magari vale più che con l’inchiostro?

1-continua



1 commento:

  1. WW, mille ragioni e ... di più!! in attesa della prossima puntata

    RispondiElimina