ph carlozanzi
Interessante incontro questa sera in Sala Kolbe, a Varese, sul bullismo: l'ignoranza di credersi forti. Organizzato dal Premio Chiara (era presente la direttrice Bambi Lazzati), hanno preso la parola dapprima l'avvocato Francesca Brianza, che ha illustrato la Legge di Regione Lombardia n 1/2017, prevenzione e contrasto in materia di bullismo e cyberbullismo. Ha poi portato la sua esperienza Pietro Laghezza, comandante dei Carabinieri della Compagnia di Saronno, che non ha fatto sconti a nessuno: ai bulli ma neppure alla maggioranza silenziosa, che guarda e non denuncia, né non difende la vittima. "Non dimentichiamoci che dopo i 14 anni si è perseguibili penalmente, ci sono i tribunali per i minori e le carceri minorili. Non dimentichiamo che i social non si possono usare prima dei 16 anni ma soprattutto non sottovalutiamo le conseguenze, civili e penali delle nostre azioni. I docenti hanno l'obbligo, non la facoltà, di segnalare al dirigente scolastico episodi di bullismo. I genitori sono perseguibili civilmente, e non violano la privacy dei proprio figli se guardano sul loro cellulare. Lo devono fare, è un loro obbligo. Non conoscono il pin? Basta che siano a conoscenza del codice puk per poter accedere al cellulare del figlio...." E' stata poi la volta della pedagogista Sara Evangelista, che ha elencato le sei parole della prevenzione educativa. Infine ha parlato il criminologo Franco Posa, esperto in neuroscienze forensi.
Buona la presenza di pubblico ma mancavano i giovani, gli under 18, i preadolescenti che sono i principali attori, vittime e carnefici del bullismo.
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