lunedì 26 ottobre 2020

Marco, 5 anni dopo - 24


 

Martedì 7 luglio 2015

Fa un gran caldo. L’estate morde da qualche giorno. Anche ieri sera, a Biumo Superiore, mancava l’aria, Ron e Doug asciugavano di tanto in tanto la chitarra, che sudava. Ma tu la voce l’hai trovata, nonostante il dolore all’addome, la fatica di vivere scritta nei tuoi occhi, nel tuo naso affilato, nelle tue guance che si sgonfiano, nelle tue gambe magre. Hai trovato la voce per dirci che si può sperare, che anche le esperienze più dure, anche un cancro bastardo può avere il suo lato bello, può contribuire a rendere il cuore meno duro, più sensibile ai bisogni della gente, più attento.

I tuoi occhi di bimbo stanno perdendo vivacità. La tua fatica sta diventando insopportabile. Due anni di lotta, di cure, di verdetti, di attese, di medicine, il futuro che non c’è. Come fai?

Viaggi in una sorta di anticamera del paradiso. Sei già un po’ oltre noi. Di qua è bello, è stato bello, ma ci dici che di là sarà ancora meglio. Io ti guardo. Piango dentro.

 

Martedì 7 luglio 2015

 

Caro Mock, guardandoti ho sentito dentro ciò che immagino essere il tuo vissuto ora. Magari mi sbaglio. Non conosco nemmeno me stesso, come posso conoscere gli altri? Ma sono certo che oltre ciò che ci fai vedere (così fanno tutti) dentro di te la vita è più ricca…anche più arrabbiata…più crudele e incomprensibile…Vorticano in noi parole forti…O forse è solo una proiezione del mio vissuto…

 

Ora la morte mi sta aggredendo. Sarà l’ultimo assalto? Ho paura, una grande paura. Forse non è vero che esiste la Vita Eterna, forse non è vero quello che ho detto ieri sera, che credo nel Paradiso, che sarà un posto bello. Ho paura, una paura immensa, ora mi interessa non soffrire, morire in pace, alla svelta, ho dato quello che c’era da dare, ho dato fondo alla mia pazienza….Non riesco a pisciare, la mia amica non ha pisciato per due giorni e dopo è morta, ma io come posso stare tranquillo? Non riesco a cagare, non riesco a pisciare, ho costanti dolori addominali, che metto in scala da 1 a 10..di solito dico 7, 8….stamani ho avuto un attimo di pace e ho detto 2..ma comunque sempre un 2, nonostante la terapia del dolore, sì, come vogliamo chiamarla? La mia pancia è gonfia, tesa, non riesco neppure a stare seduto sul divano, sto bene in posizione fetale, ho un attimo di respiro quando riesco a dormire…Lo so che sto morendo, pensavo durasse di più la mia vita, pensavo in una ripresa, persino nel miracolo della guarigione…a quella ancora ci credo, tanti miei amici pregano, lo so, anche il prossimo venerdì, preghiera al Sacromonte..mi fa un certo effetto quando pregano per me…come fossi già morto….preferisco non essere presente, mi sento in imbarazzo, li ringrazio per le avemarie ma preferisco non esserci..Sono in un sogno, mi sento in un sogno ma un sogno non dura due anni…è la fine….devo alimentare la fede, se non bevo quell’acqua viva il baratro della disperazione mi inghiotte..come si può pensare alla morte senza la fede? È quella che mi tiene a galla..sì, anche la musica ma in questi anni della musica ho assaggiato non solo il lato dell’entusiasmo, ma anche quello del mestiere, della routine, della noia. Bello e brutto in tutto. Avrei potuto fare il professonista? C’era da studiare e io non avevo voglia di studiare. Negli Usa non c’è bisogno di studiare, molti sono emersi da autodidatti. Ho provato cosa vuol dire fare musica da professionista, suonare tutti i giorni.

Mi sorprendo della freddezza della gente. Sto morendo e qualcuno ride. Stanno zitti. Li capisco. Cercano di consolarmi. Li comprendo...

 

 24-continua

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