Solo ora, a poco dall'inizio dei funerali nel santuario della sua Madonna del Monte, ho saputo della morte di Cesarino. Ci siamo conosciuti anni fa, quando gentilmente, da poco in pensione (lavorava come viaggiatore alla libreria Veroni) accompagnava suo nipote Mattia ed altri alunni Vidoletti alle gare. Aveva fatto amicizia con me ma soprattutto con mio padre che, più anziano di lui ma ancora abile alla guida, dava anche lui passaggi agli alunni Vidoletti. Così, mentre si svolgevano le gare, i due se la raccontavano in buon dialetto bosino. Era simpatico, gentile, un sacromontino d'antan che poi ho rivisto nel corso del recente passato su al Mosè, seduto: e mi fermavo a parlare un po'. Ultimamente purtroppo era stato colpito dall'abbraccio vigliacco della depressione. Non si capacitava di come potesse essere così triste, senza il desiderio di fare, con problemi a dormire...lui che era un tipo attivo e positivo. Cercavo di rincuorarlo ma, come sa bene chi ha vissuto la depressione, le parole di chi sta bene sono nulla. Da tempo non lo incontravo più. Oggi la notizia.
Ciao, Cesarino.
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