venerdì 7 aprile 2023

Curro, ergo sum


 

Ho avuto il piacere di leggere il libro 'Curro, ergo sum' di Luca Fava. E' un piccolo libro, pensieri sintetici, come piace a me. Non amo le lungaggini, le ripetizioni, gli eccessi. Fava (come si legge in quarta di copertina) vive a Varese, sua città natale. E' uno sportivo tenace pur senza aver quasi mai praticato attività agonistica. Ama in particolare il running che cerca di vivere e interpretare in sintonia con fisico e mente.

Ama la corsa e quindi mi ha trovato subito in sintonia, essendo anch'io un runner dai capelli grigi e dalle gambe che ancora 'pretendono' di muoversi in libertà. 

Fava confessa i suoi sentimenti, le sue emozioni, il suo essere lupo solitario nella natura, il suo bisogno di scaricare nella corsa silenziosa le tensioni di una giornata impegnativa, di nobilitare le fatiche e i dolori oppure di esaltare le gioie. Correre senza l'affanno nella prestazione, senza il cronometro ad imporre la sua legge, correre per il piacere, ma anche correre con degli obiettivi, come la maratona, che più volte compare nelle pagine. Chi ha corso una maratona si ritroverà, perché quei 42 km e rotti sono un'avventura, una sfida, una storia nella storia, un'epica cavalcata, il frutto di un lungo cammino precedente, il coronamento di un sogno...e potrei a lungo continuare. Passano gli anni, arrivano gli acciacchi ma il runner Luca non molla, come è giusto che sia. Pur nel rispetto del fisico (come si sa, alla fine vince sempre lui), Fava continua a voler assaporare tutto il buono che c'è nel movimento, sperando magari di incontrare nuovamente il grande cervo del Campo dei Fiori o di superare attimi difficili o di ritrovare sensazioni giovanili che paiono perdute per sempre e invece sono lì, nell'angolo, e tornano a confortare. 

Il libro, dedicato ai figli Giulia e Matteo, introdotto dalla prefazione di Paolo Rossi, parte con una citazione di Jesse Owens, che ebbe a dire: 'Non importa cosa trovi alla fine di una corsa, l'importante è quello che provi mentre stai correndo. Il miracolo non è essere giunto al traguardo, ma aver avuto il coraggio di partire.'  

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