mercoledì 17 giugno 2015

Un Nobel a Varese

                                                                                            ph carlozanzi


Finalmente la città di Varese ha accolto il Nobel per la letteratura 1997 Dario Fo, varesino, unico Premio Nobel fra i varesini, ritenuto fra i grandi delle lettere per aver continuato la tradizione dei giullari medioevali, irridendo il potere per dar voce ai deboli. E naturalmente il potere (politico e religioso) non era presente oggi presso l'Aula Magna dell'Università dell'Insubria, dove Dario Fo è stato invitato a presentare il libro scritto a due mani (con Florina Cazacu) 'Un uomo bruciato vivo'. Per fortuna ci ha pensato l'Università, 18 anni dopo quel Nobel, a dar voce e spazio ad un uomo di teatro davvero a 360 gradi (fa tutto lui, i testi, l'attore, lo scenografo, l'impresario di se stesso...), poco amato da chi ama troppo il potere. Dario ha esordito con un ricordo: "In questa scuola, qui, oggi università, allora Collegio, ha studiato mia moglie Franca. E spesso si addormentava sui banchi, perché la sera prima aveva recitato nei teatri della provincia." 

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