La
recente morte di don Fabio Baroncini mi ha fatto riflettere. Molti hanno
riconosciuto il suo carisma, la sua abilità oratoria, il suo parlare
affascinante, coinvolgente. La sua fede indubitabile. E’ il fascino di chi testimonia una certezza, di
credere fortemente in un’idea, capace di dirigere tutta una vita. Anche se non
capisci bene il suo ragionamento, senti che quella certezza ti rapisce.
Vorresti essere come lui.
Credo
che la maggior parte delle persone viva invece il mio vissuto: il dubbio
sistematico. Credo in Cristo? Sì, magari..forse. Chi può dire che il Dio Padre
di Cristo sia davvero il vero Dio? E gli altri credenti siano figli di un dio
minore? La Chiesa è davvero una compagnia benedetta e guidata da un Padre superiore o è una compagnia semplicemente e solamente umana, entro la quale si
sta bene e ci si sente protetti, al pari di ogni altra umana aggregazione, che
incolla gli adepti con un’idea, un progetto comune?
E
allora, se un ideale (religioso, politico…) non guida e determina ogni tua
azione, non resta che l’indecisione, il possibilismo, il pessimismo circa le
speranze ultraterrene o le promesse di una nuova era, di una società perfetta.
E allora si pensa che la morte cancellerà tutto, quindi conviene darsi da fare
e raccogliere il piacere che la vita offre. E più la morte si avvicina, più
questo desiderio si fa urgente.
Si
tiene accesa la fiammella di una speranza di vita eterna (e perché rinunciarvi,
chi può garantire che non sia possibile?) ma è, appunto, una fiammella, che non
ti accende, non ti brucia. E’ solo una possibilità, insieme ad altre.
Ebbene,
io rivendico la radicalità della mediocrità. Non perché sia lo stato d’animo
dei più, qui maggioranza e minoranza non c’entrano, non siamo in democrazia. Mi
pare una posizione più autenticamente umana. L’uomo, fragile, limitato, impaurito,
stupito di fronte al mistero dell’universo, allo strapotere della natura, è più
incline alle domande senza risposte che alla ‘pretesa’ di risposte esaustive.
L’uomo
cerca risposte, è naturale e bello, sano e desiderabile, ma ottiene solo
parzialità, un breve bagliore, qualche appunto e non il libro della verità. A
meno di convincersi che valga la pena accettare di rischiare per una Verità
assoluta pur di non vagare nell’indeterminatezza, posizione forse comoda ma
soprattutto scomoda. E angosciante. Eppure inevitabile.
Prendiamo
Madre Teresa di Calcutta. Perché è tanto amata dalla gente? Perché era
radicalmente cristiana? Aveva forti dubbi di fede, periodi di silenzio di Dio
la piccola suora della carità. E’ presa a modello perché ha portato ai massimi
livelli un ideale nobile, che i più ritengono umanamente desiderabile: l’amore
verso i poveri, i sofferenti, gli emarginati, i rifiutati dalla società. Infatti
Madre Teresa non è ammirata solo dai cristiani. Ma se la santa degli ultimi
fosse andata in giro a dire che bisogna credere in Dio, nel Dio di Gesù Cristo,
che quello è il solo vero Dio...se l’avessimo vista in ginocchio pregare tutto
il giorno, senza badare al povero che tendeva la mano, avremmo forse la stessa
ammirazione? Credo proprio di no. Quante suore di clausura danno la vita per lo
Sposo celeste, e non solo non sono riconosciute sante, ma per taluni sono
persino delle perditempo, che hanno operato una scelta esistenziale di comodo.
Quindi…la
mediocrità radicale di cui parlo non è quella di chi pensa egoisticamente solo
a sé e al proprio piacere, ma di chi di fronte al mistero di Dio si trova ‘impossibilitato’
a scegliere, lo vorrebbe, vorrebbe poter dire ok ci sto sei TU quello giusto ma
onestamente, per rispetto di ciò che sente nel profondo, della verità personale
che dice la sua, non può farlo. E questa indecisione non è un di meno, una
mancanza, un limite, un peccato, ma è il prezzo da pagare alla nostra umanità
deperibile, finita.
Si
dirà: “Bei pensieri natalizi. Dov’è il dono del Natale?”
Ogni
anno guardo il mio presepe, prego davanti al presepe, chiedo più luce e
certezze, ma non pretendo un paradiso che, forse (e dico forse) un giorno
(spero ancora lontano, perché amo la concreta certezza della vita) diventerà la
mia nuova casa.
Nessun commento:
Posta un commento