martedì 14 settembre 2021

Cinghiali: brutti e intelligenti


 

Rieccoli, puntuali come ieri sera, alle 20.50, hanno il loro cassonetto da svuotare, via Vico 29, a 50 metri dal cancello di Villa Toeplitz, sono in cinque. Per fortuna c'era un solo sacchetto, che si sono divisi. Danni limitati. 

I cinghiali a Varese sono un problema, quindi è giusto informarsi, chiedere a chi ne sa, cercare di capire. E’ ciò che ho fatto, visto che questi animali niente affatto carini (ma intelligenti) all’imbrunire cenano tranquillamente sotto il mio balcone.

Andiamo con ordine. Negli anni Ottanta a Varese i cinghiali non c’erano, quindi non era praticata la caccia al cinghiale. Si narra di un primo avvistamento di cinghiale alla fine degli anni Ottanta, dalle parti di Cislago. Poi però sono arrivati: come mai? Bisognerebbe chiederlo ai cacciatori, che hanno inaugurato la caccia al cinghiale in provincia di Varese, favorendo la loro presenza. La cosa però è sfuggita di mano, dato che i cinghiali amano la famiglia allargata. Nel ’96 si è rischiata la tragedia, perché la proliferazione incontrollata ed abbondante ha indebolito la razza, è arrivata la peste suina che ha rischiato di diffondersi anche negli allevamenti di maiali. Per fortuna l’opera della Polizia provinciale (coadiuvata dai cacciatori abilitati) ha risolto il problema, prima che la malattia si diffondesse nel sud della Lombardia, facendo strage di maiali. La peste suina in verità eliminò un po’ di cinghiali, ma non tutti e la razza tornò a rinforzarsi, a crescere e a moltiplicarsi. I due anni di pandemia hanno peggiorato la situazione, riducendo la presenza dei cacciatori. Normalmente, salvo deroghe, la caccia è aperta solo tre mesi l’anno, dal primo novembre al trenta gennaio. Restano nove mesi nei quali i cinghiali si riproducono e fanno danni in giro per la provincia. Teniamo presente che il cinghiale è un onnivoro, quindi molto in alto nella catena alimentare, paragonabile alla cornacchia e al gabbiano fra gli uccelli; è molto più intelligente ad esempio dei graziosi e simpatici cervi e dei caprioli. Mangia di tutto e si riproduce con grande abbondanza, anche cucciolate di 5 piccoli, due volte l’anno. I conti sono presto fatti. Ma allora, a chi dobbiamo telefonare se cenano sotto le nostre finestre o attraversano la via? Inutile disturbare il sindaco, i vigili urbani, i pompieri… Teoricamente tutte le forze dell’ordine potrebbero abbattere un cinghiale, ma in pratica chi lo fa sono la Polizia provinciale o la Forestale. Per tradizione, a Varese se ne occupa la Polizia venatoria provinciale, che può autorizzare i cosiddetti operatori faunistici, cioè cacciatori abilitati. E perché non lo fa? Il problema è complesso. Intanto bisogna dire che in luoghi abitati non si può sparare. Bisogna stare ad almeno 150 metri dalle abitazioni. Solo il Prefetto, responsabile dell’ordine pubblico, può sollevare la Polizia provinciale da eventuali guai (denunce da parte degli animalisti…) se ravvisa che i cinghiali possono mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Quindi, al limite, bisognerebbe scrivere al Prefetto. Si può cacciare nei campi e nei boschi, quando si segnalano danni all’agricoltura, all’ambiente, alle cose, agli animali e alle persone. E questo si fa. Si stabilisce un numero preciso di capi da abbattere, zona per zona, il cacciatore abilitato si dà da fare. Ma non è così semplice. Intanto bisogna dire che il 60% dei cacciatori varesini va dai 60 anni in su, cacciare un cinghiale non è come prendersela con un piccione, una volta abbattuto bisogna portarlo negli appositi centri veterinari, ci sono fatiche e costi. Un cinghiale adulto mediamente pesa un quintale, e i piccoli non si dovrebbero abbattere. Del resto non è pensabile che il problema venga risolto dalla Polizia provinciale o dalla Forestale, i cacciatori sono essenziali per ristabilire un equilibrio naturale, devono fare i lupi (il nemico del cinghiale è il lupo, ma qui di lupi non ne abbiamo)…a differenza di ciò che si immagina, mettere in tavola polenta e cinghiale preso col proprio fucile è una bella spesa. Il gioco vale la candela? Non è più gratificante cacciare altro? La caccia non attira più i giovani, che cacciano virtualmente solo sui videogames.

Consoliamoci, con il primo novembre (anche se in questo 2021 si è aperta una finestra di caccia anticipata) le doppiette aumenteranno il loro fuoco, e poi arrivano le castagne, amate dagli odiati ungulati che si fermeranno nei boschi, tralasciando i nostri cassonetti dell’umido. O almeno si spera. 

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