sabato 29 agosto 2015

Il solito ritornello sullo sport



Oggi si chiudono i Campionati Mondiali di atletica leggera di Pechino. Sino ad ora, nessuna medaglia per l'Italia e il solo Gianmarco Tamberi (in foto, primatista italiano di salto in alto con m 2.37) potrebbe miracolosamente prenderne una. E allora le solite polemiche: nessuna medaglia, quindi va molto male lo sport in Italia, la scuola è colpevole, le famiglie sono colpevoli, le società sportive sono colpevoli, gli allenatori sono colpevoli, il Coni è colpevole... Il solito ritornello. Poi basta una medaglia d'oro, guadagnata magari anche con un po' di fortuna, per dire che in Italia lo sport va bene. Ma quando mai? Anzitutto bisognerebbe valorizzare una nazione non perché ha qualche campione che vince qualche medaglia, ma perché la pratica sportiva è diffusa. E questo è già un primo argomento. Ma anche rimanendo sullo sport agonistico, di vertice, le medaglie arrivano quando ci sono i campioni, e i campioni nascono raramente, sono fiori all'occhiello, eccezioni. Non è detto che siano il punto d'arrivo di un lungo, capillare lavoro che inizia in tenera età. Anzi, non lo sono quasi mai. Quindi basta polemiche, mettiamoci tutti la tuta e via.  

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