Giovedì 10 gennaio 2019, alle ore 18, alla Civica Biblioteca varesina di via Sacco, Enea Biumi presenterà il suo romanzo 'Rosa fresca aulentissima'. Ecco un'intervista, per conoscere questo interessante narratore e poeta varesino.
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Artisticamente
il suo nome è Enea Biumi, all’anagrafe invece si chiama Giuliano Mangano. Non è
giovanissimo (nel 2019 compirà settant’anni), di professione pensionato, ma
prima lavorava come docente di lettere negli istituti superiori varesini, dove
ha diretto anche un laboratorio teatrale. Ha alcune passioni dichiarate,
confortate dalle doti, perché non basta la passione per ottenere risultati pregevoli.
Passioni: la musica e la scrittura. Suona una fisarmonica pagata oltre tre
milioni negli anni Ottanta, quindi dell’attuale valore di seimila euro, compone
canzoni, soprattutto in dialetto. Ne ha appena prodotta una, su testo del poeta
dialettale Paolo Rattazzi: La prima fioca. Ama la poesia, la compone, fa parte
del Cenacolo dei Poeti e prosatori dialettali della Famiglia bosina (cura il
sito del gruppo) nonché del Gruppo Folk bosino. A partire dal 1969 (data del
suo primo libro pubblicato, Lumen XXVIII, raccolta di poesie), in tanti anni ha
pubblicato con grandissima parsimonia, pochi titoli, troppo pochi per uno come
lui. In compenso ha collaborato ad altri volumi, ha scritto alcune opere
teatrali e tradotto, in collaborazione con la moglie Maria Luz Loloy Marquina,
poeti di lingua castigliana, soprattutto di area sudamericana. Importante la
sua amicizia con Martin Micharvegas, poeta e pittore argentino, in Spagna per
fuggire alla dittatura: con lui ha fondato e curato per anni la rivista online
I poeti nomadi. Infine collabora con alcune riviste letterarie e quotidiani
locali.
Nell’aprile
del 2018 è uscito, per Genesi Editrice, il suo romanzo giallo ‘Rosa fresca
aulentissima’. Il Biumi ha vinto il premio I Murazzi per l’inedito 2018. Ecco
stralci dalla motivazione della Giuria: ‘La Giuria, con l’unanimità dei voti,
ha apprezzato lo stile fluente del racconto, sostenuto e arricchito da un
dialogo ben strutturato, sia dei protagonisti che delle mezze figure, con
sapiente dosaggio delle diverse inflessioni dialettali. Pregevole l’intreccio
della vicenda…’
Intanto,
per chi si appresta a leggere il romanzo, è d’uopo tenere a fianco il
vocabolario, perché Enea Biumi usa termini desueti, specifici, ricercati, che
non fanno più parte non solo dello stile giornalistico ma neppure di quello dei
narratori contemporanei. La scrittura è elegante ma non ricercata,
comprensibile e mai banale. I dialoghi, ossatura del romanzo, sono uno dei
punti di forza. Leggendo Rosa fresca aulentissima non può non apparire lo
scrittore Piero Chiara, o il suo ‘figlioccio’ Andrea Vitali.
Gli
elementi del romanzo giallo ci sono tutti: la bella del paese, la più bella del
paese trovata morta, trafitta da nove pugnalate, e poi una serie di personaggi
vicini alla ragazza (compreso un sacerdote), per lo più spinti da ragioni
amorose, che a tutta prima vengono sentiti e sospettati, quindi altri
personaggi che si aggiungono inaspettatamente, un altro suicidio che forse è un
omicidio, gli investigatori che si affannano, vari dialetti che si incrociano
nel dialogo, infine una nuova pista, il colpo di scena finale. Lo sfondo della
vicenda è un paese del varesotto. Enea Biumi mostra competenza non solo
linguistica ma anche musicale, dialettale, nonché padronanza dei fondamenti di
un romanzo giallo. Conosce l’ambiente ecclesiale, quello dei Carabinieri e
quello dei tribunali. Se si può fare un appunto, lo siglerei facendo
riferimento ai molti attori, che entrano in azione in veloce sequenza,
disorientando un po’ il lettore, soprattutto chi, non più giovane, non gode di
buona memoria. Per il resto, direi che il giudizio della Giuria è più che
meritato. E soprattutto Enea Biumi merita di essere conosciuto adeguatamente,
quanto meno nella sua città, che fa da sfondo al romanzo in questione. Biumi
merita la lettura perché è autore di sostanza. Ha alle spalle anni e anni di
letture: dai classici greci e latini ai classici italiani, poeti e narratori,
con un amore particolare per Manzoni e un’infatuazione per Gadda. Preferisce
certamente Morselli a Chiara, benché ammetta di essersi avvicinato, forse inconsapevolmente,
allo scrittore luinese in questo romanzo, un autore che giudica piacevole e
interessante ma nulla più. Rispetto all’ultimo lavoro letterario, in principio
si trattava solo di una bosinata (poesia dialettale a sfondo comico-satirico)
dal titolo ‘La tusa dul secrista de San Bias’. Dalla poesia si è passati al
desiderio di scrivere un racconto breve, che si è andato via via popolando di
personaggi e situazioni. Motivi di salute hanno obbligato Enea Biumi al riposo
forzato, che gli ha permesso, nel 2017, di dedicare molto tempo alla scrittura,
sicché il racconto è diventato romanzo, quello che oggi i varesini (e non loro
soltanto) possono gustare.
Grazie!
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