Oggi è morto il mio amico Alberto Zuffi. Nella foto siamo al Brinzio, dicembre 2009, io, lui e la mia istruttrice Silvia Bossi. Da tempo malato, da tempo costretto all'abbandono della sciata, lo si vedeva sempre più raramente, nel suo compito di factotum sulla pista di sci da fondo di Brinzio, specialista nella distribuzione del tè.
Alberto è stato fra i precursori dello sci da fondo a Varese, lui, il mai dimenticato prof. Giovanni Bellorini, Lanfranco Dall'Ora, tanti altri e l'allora ragazzino Pippo Gazzotti. Una passione forte, tenace, che lo ha portato a diventare senatore della Marcialonga ma soprattutto che lo ha visto - come atleta, come dirigente e poi come instancabile appassionato al servizio della bianca coltre varesina - sempre presente sulla pista del Brinzio. E lì l'ho conosciuto, agli inizi del nuovo millennio, quando Alberto aveva già appeso gli sci al chiodo per un problema alla caviglia mentre io partivo, già avanti negli anni ma innamorato degli sci sottili. "Ghè chi 'l tè, prufesùur!" mi diceva sorridendo, e mi allungava il prezioso liquido fumante, dolce e corroborante. E in effetti sono stato professore di un suo nipote, ottimo atleta anche lui. E si divertiva l'Alberto (soprattutto in occasione della Brinziobianca) a vedere la sfida fra me e il 'pirata del Brinzio' Riccardo Prando, due giornalisti amanti dello sci nordico, e l'anno che quasi raggiungo Ric l'Alberto era lì a fare il tifo: "Prufesùur, ul Prando l'è lì, forza!"
Alberto è andato avanti (non so se fosse anche alpino), il mio grazie per la sua passione, per il suo tè, per i suoi incitamenti e per il suo bonario sorriso.
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