Qualche nuvola non impedisce di vedere il sole.
martedì 28 febbraio 2023
lunedì 27 febbraio 2023
Felice per Pier
Caro Pier, sono felice per te, il mondo del giornalismo varesino,
diciamo i tuoi amici dai 50 anni in su, ti stanno rendendo omaggio con ricordi
e plauso alla tua professionalità, generosità….Stamani, leggendo l’ennesimo
pezzo a te dedicato (quello di Mario Chiodetti su VareseNoi) ho pensato alla
tua reazione, vedendo ciò che succede in questa landa prealpina. Naturalmente
ho visto il tuo sorriso birichino e la tua ironia, la tua prontezza di battuta,
che il tuo compare Gaspare avrebbe poi sintetizzato e valorizzato con un
disegno. Cosa avresti potuto dire, oltre al sorrisetto? Che so: “Grazie,
ragazzi...troppo buoni...Però queste cose avreste potuto dirmele anche in vita.
Forse vi avrei pagato da bere!”
Credo che con Pier Fausto si sia incorsi nell’errore che si fa quasi
sempre, che commettono anche marito e moglie: dar per scontato. E così, per
svariati motivi, certi complimenti non si fanno in vita e li teniamo
post-morte. Mi sbaglio? Forse sì, forse con Pier siamo stati generosi nel
lodarlo anche quando camminava fra noi...Non so, io il mea culpa lo
faccio.
domenica 26 febbraio 2023
Nonostante tutto: forza Varese!
Ammetto tutta la mia debolezza di tifoso. Oggi ho disertato il ‘Franco
Ossola’ per ragioni di temperatura esterna. Ma non ho certo abbandonato il Città di Varese, seguendo le sue sorti
tramite la diretta di VareseNews. Città di Varese-Desenzano, sfida decisiva per
non retrocedere, ritorno di mister Porro in panchina e purtroppo, dopo il primo
tempo, avanti il Desenzano 1 a 0. Accidenti. Ma non dovrà finire così. Forza
Vareseeeeeeeee!
Nooooo…..0-2. Niente miracolo, niente resurrezione, una nuova, pesante
sconfitta in casa. Si vede che le squadre, abituate a giocare in campetti di
periferia, quando arrivano a Varese, nello stadio che ha visto il Varese
battere la Juve 5-0, si mettono le ali, si gasano, spesso vincono.
Tenuto conto che io tifo Varese ed Inter, e che l’Inter oggi ha perso a
Bologna 1-0, non posso che scrivere: che domenica di…..
Forza Varese!
Ciao Pier...Grazie
A mio avviso Pierfausto Vedani sapeva valorizzare le persone, soprattutto i
giovani. Non aveva avuto figli, trovava tanti ‘figli’ nei lettori ma anche in
chi amava scrivere, sognava di fare il giornalista e in qualche modo si trovava
ad incontrarlo. Probabilmente (nel mio caso credo sia stato così) valutava più
l’entusiasmo che i talenti, più la passione che l’abilità, e comunque dava una
mano, metteva in contatto, incoraggiava, consigliava.
Il nostro incontro agli inizi degli anni Novanta. Lo vedevo spesso a
Villa Cagnola, avevamo un amico in comune, Mons. Adriano Caprioli. Era il mio
direttore spirituale, forse anche il suo. Pier era fra gli organizzatori di una
serie di incontri sulle professioni. Venni a sapere che si trattava di uno fra
i decani dei giornalisti varesini. Poi vennero le elezioni amministrative, dopo
tangentopoli. Lo aveva chiamato la Dc per aiutare a realizzare uno stampato,
capace di trovare parole e immagini convincenti, dopo il disastro dello
scandalo. Lì ci incontrammo e notai la sua abilità nel mestiere. Seppi che era
già in pensione ma che non aveva certo deposto la penna. E infatti lo ritrovai
al settimanale ‘Luce’, dove teneva una rubrica, ‘Cara Varese’. Capitò che
quella rubrica fosse nel taglio alto della pagina che anch’io occupavo,
seguendo il Consiglio comunale. Lui il tetto, io stavo nel locale sottostante.
Quando venne eletto il sindaco della Lega Raimondo Fassa si fece il suo nome
come assessore alla cultura, non seppi perché non venne scelto, forse non era
gradito al Carroccio. Comunque lo vedevo, oltre che al Luce, anche a Rete55,
dove collaborava tenendo fra l’altro la rassegna stampa. Più volte ebbe parole
incoraggianti rispetto alla mia cronaca da Palazzo Estense. Quando pensai di
scrivere un libro su Roberto Maroni andai subito da lui per un parere, e lui mi
disse che facevo bene. Molti anni dopo disse che fu un mio peccato di gioventù!
Grazie a lui, che insieme a Max Lodi aveva fatto nascere il Premio Chiara,
entrai in contatto con Gino Montesanto, che con lui era nella giuria del
Chiara. E se Vedani tenne a battesimo e gratificò i miei primi passi da
giornalista, Montesanto non mi tagliò le gambe come narratore. Nel 1994 venne a
presentare la mia raccolta di racconti ‘L’ultimo nemico’. Eccolo nella foto,
con Dino Azzalin, Luciano Frigerio e Annalina Molteni. In quegli anni andavo
spesso a trovarlo nel suo appartamento di via Vela, conobbi la dolcissima
moglie Maria Concetta. Un giorno (finivano gli anni Novanta), notando che avevo
cominciato a collaborare con La Prealpina, mi disse: “Se ti propongono
un’assunzione, accetta subito!” La proposta non venne mai, non credo avrei
accettato, amavo troppo il mio lavoro di prof. di ginnastica, ma comunque mi avrebbe
fatto piacere. Apprezzavo molto la sua vitalità, la sua voglia di scrivere
nonostante il correre degli anni e la salute non sempre ottimale. Seguii la sua
generosa collaborazione a VareseNews, eccolo in foto con il direttore Marco
Giovannelli; anche lì ebbe modo di incoraggiare più di un giornalista, era
aperto alle novità, disposto al dialogo. Sincero e generoso. Grazie a lui
conobbi il suo caro amico Gaspare Morgione, che collaborò con la ‘mia’ Agenda
Varese. E fu firma autorevole anche del Calandàri dra Famiglia Bosina, e
proprio come coordinatore di questo annuario ebbi modo di sentirlo le ultime
volte. Ha scritto sul Calandàri sino a pochi anni fa. Lo sentivo al telefono,
il fiato sempre più corto, ma non così corto da non salutarmi con il suo classico
‘Ciao, pirata!’ Sì, lo diceva anche a me come a molti altri, sebbene non avessi
alcuna caratteristica del pirata. L’ho sempre considerato un complimento, non
so perché: di per sé un pirata non è propriamente un galantuomo.
Pur non essendo un varesino, si deve a lui la proposta, avanzata a
Natale Gorini, di riportare in auge la figura di Re Bosino. Amava il nostro
dialetto.
Che dire? Probabilmente la recente morte della cara consorte ha dato il
colpo di grazia ad un uomo che si è trovato solo. E forse per lui è stata una
grazia chiudere gli occhi per sempre: 90 anni sono una bella età, e lui
certamente la vita l’ha vissuta a pieno. La fede in Dio certamente lo ha
aiutato, e spero che aiuti anche me ad accettare la morte inevitabile di tanti
miei amici più anziani. Mi ha aiutato ad avere fiducia in me stesso:
grazie Pier.
Digiuno verde
Don Adriano ieri in predica ha suggerito, come digiuno quaresimale, anche un po' di rinuncia dalla dipendenza digitale. Al solo pensiero, a questo signore sono diventati i capelli verdi!
sabato 25 febbraio 2023
30 Carnevale bosino
Dopo tre anni di quaresima anticipata, cioè senza Carnevale in centro a
Varese, senza carri e sfilate, in questo 2023, che segnava la trentesima
edizione del Carnevale bosino, è tornata la festa, sebbene con qualche
modifica. Non è stato facile per la Famiglia Bosina riprendere la tradizione,
ma l’entusiasmo del regiù (mascherato ad arabo) Luca Broggini e dei suoi
collaboratori hanno permesso di riunire un bel numero di gruppi, non molti
carri allegorici (che sono rimasti posteggiati in piazza) ma soprattutto hanno
radunato tanti varesini, lieti di lasciarsi andare alla innocua follia del
Carnevale. E, come sempre, la gioia dei più piccoli ha ripagato le fatiche
degli organizzatori. Il tragitto dei gruppi è stato ridotto rispetto al
passato, il raduno si è concluso in piazza Monte Grappa, cuore di Varese, e non
più in piazza Repubblica, ora occupata dal mercato. Il nuovo percorso e
soprattutto la nuova collocazione hanno prodotto un certo assembramento nella
ex piazza Porcari, dove fra l’altro stazionava il carro della Famiglia Bosina,
carro che è stato il pulpito del tradizionale discorso alla città di Re Bosino
(alias Antonio Borgato), che dopo aver riconsegnato le chiavi della città al
legittimo proprietario (cioè al sindaco Davide Galimberti) ha detto la sua. Fra
le autorità era presente anche il vicesindaco Ivana Parusin, e per il resto
tutto come da tradizione: Pin Girometta (alias Loris Baraldi) a fare da
presentatore, donne bosine in abiti tradizionali, e poi la premiazione del
concorso mascherine, premiati i gruppi, qualche bimbo che ha smarrito i
genitori (subito ritrovati), un malinteso con un gruppo che ha voluto
riproporre la sua performance durante il discorso del Re e la constatazione
(ma non una novità) che il sud del mondo
ha il Carnevale musicale nel dna, e lo si è visto nelle esibizioni dei gruppi,
molti dei quali extraeuropei. A cominciare proprio dalle ballerine brasiliane,
che aprivano la sfilata, subito dietro il vessillo della Famiglia Bosina. Un
plauso agli organizzatori.
Il discorso del Re
Discùrs dul Re Busìn par ul carnavàl 2023
Donn e tusàn, óman e fiö, gént da Varées,
di tücc i Castelànz,
dul céntro e di paés:
Busìtt, mi va salüdi! L'è mia 'na busìa:
ma piàas pròpi da vèss in vòstra cumpagnìa
e fà 'n pù da baldòria cun tücc i 'mè busìtt,
sia giùin e sia vécc, sia grand che piscinìtt.
Finìi du la pandemìa 'sto gran turmént,
sémm finìi in 'na vàca da guèra, sachfurmént!
Ma incöö ancabèn in regìm da cunumìa
tütt i paür, tütt i arlìi gh'hèmm da trà vìa.
Ancabén ghe sìa ul busìlis d'ra energìa
pódum anmò divertìss in bóna armunìa.
Ul vòst Re Busìn 'l s'è truàa in dificultàa,
par i discüssiùn, ul malumùur süscitàa,
parchè l'è mia cumè 'na volta 'l carnavàal
e tütt i ròbb hinn stài ridótt a l'esenziàal;
bürucrazìa, sicürézza gh'hann un cóst:
i disgràzi hinn sémpar lì, prunt 'mè i tàul di òst!
L'ann passàa hinn stài cumpletàa di bèi laurà:
ul palaghiaccio, ul Bernascùn
desquatàa.
Mundiài da canutàgg, ul dì dul Presidént,
hann dài lüstar al nòstar paés certamént.
Ma gh'hinn tànti àltar laurà, in gìir, a vèss
sincér
e sa spécia da vidén sarà sü i cantiér.
Cambiamént da prugètt, tànta bürucrazìa
cumpeténz rimbalzàa, danée ca rìvan mìa.
Per vidé la caserma finìda, Diu vuréss,
che 'l Re Busìn 'l póda vèss anmò quéll da adèss!
Cerchée da fà 'n quaicòss, par piasée, vöri mìa
da vèss regurdàa 'n dì par quésta prufezìa!
L'è impurtant ca 'l 'sa tìra drizz e pésg che in prèssa,
parché di àltar ròbb da fà ghe n'è 'na rèssa!
Punt di staziùn, larg Flaiano, che cunfüsiùn!
Ul tràfich in Varées l'è sémpar 'n'ussessiùn.
La funiculàar, saràda sü da cinq ann
(patrimòni da l'UNESCO...): gnànca parlànn!
Sa pó mia dagh tütt i tòrt a chissessìa
se da nünch, chichinscì, gh'è 'n quaicòss che 'l và mìa.
Ann fa sa decantàva la nòstra cità
par cumè 'l sa pó vìiv e la sua qualità;
l'àltr'ann Varés l'è nàja püssée indrée,
in classifica, a dispètt di sò belée.
L'è véra che a Varés gh'hinn laurà
e bundànza
g'ha naréss bè
'nca quésta! ròba da sustànza!
L'è pròpi véra: hinn mia tüsscòss
i danée
quand àltar qualità dul vìiv hinn mia bun assée...
giuntàgh in sicürézza, ambiént e
cultüra,
par la nòstra cità, l'è mia 'n gran vant, sücüra!
Dul Bobo Maroni sentirémm la mancànza:
omm istrüìi, irònich, a la man, da impurtànza.
Ma da gént d'ingégn e da bóna voluntà
ghe n'è sémpar, tra nost busìtt, 'na gran quantità.
Gent d'ra pulitiga: 'na volta fài i prumèss,
fö la pàja: di robb fài fée vidé 'l süccèss!
Pócch dì dòpu Natàal, un pù da nascundùn,
in Varés sun 'nài a vidé l'inlüminaziùn.
Bèla e mudèrna in di stràa dul céntro cità,
ma quéla di giardìtt m'ha lassàa stracüntàa...
Ul primm pensée a vidéla l'è stai trequàal:
và!, mò la festa da san Vitùr l'è a Natàal...
Chichinscì a vuré 'nà inànz, finissarìa pü
però sun già stai lungh, l'è méi taiàla sü
Mò finìssi, va lassi in bóna cumpagnìa
di vòst da cà, di amìis, e par finìi in legrìa
mi
va 'l racumàndi:
bevì 'n bicér da vin
a la salüüt vòstra e dul vòstar…
Re
Busin!
Discorso del Re Bosino per il
carnevale 2023
Donne, ragazze, uomini, ragazzi,
varesini,
di tutte le Castellanze, del centro e
dei paesi:
Bosini, io vi saluto! non è una bugia:
mi piace davvero essere in vostra
compagnia
e fare un po' di baldoria con tutti i
miei bosini
sia giovani che vecchi, sia grandi che
piccini.
Finita della pandemia questo gran
tormento,
siamo finiti in una brutta guerra,
accidenti!
Ma oggi sebbene in regime di economia
tutte le paure, tutte le ubbìe
dobbiamo gettare via.
Sebbene ci sia il problema
dell'energia
possiamo ancora divertirci in buona
armonia.
Il vostro Re Bosino s'è trovato in
difficoltà,
per le discussioni, il malumore
suscitato
perché non è come una volta il
Carnevale
e tutto è stato ridotto
all'essenziale;
burocrazìa e sicurezza hanno un costo:
le disgràzie son sempre lì, pronte come le
tavole degli osti!
L'anno scorso sono stati completati
bei lavori:
il palaghiaccio, il Bernascone
(campanile) liberato dai ponteggi.
Mondiali di canotaggio, il giorno del
Presidente (della Repubblica),
hanno dato lustro al nostro paese,
certamente.
Ma ci sono tanti altri lavori in giro
ad essere sincero
e ci si aspetta di vederne chiudere i
cantieri.
Cambi di progetto, tanta burocrazia,
competenze rimpallate, soldi che non
arrivano.
Per vedere la Caserma finita, Dio volesse,
che il Re bosino possa essere ancora
quello di adesso!
Cercate di fare qualcosa, per piacere,
non vorrei
di essere ricordato un giorno per
questa profezia!
E' importante che si tiri dritto e in
fretta,
perché di altre cose ce n'è una
quantità!
Ponte delle stazioni, largo Flaiano,
che confusione!
Il traffico a Varese è sempre
un'ossessione!
La funicolare, chiusa da cinque anni
(patrimonio dell'UNESCO): neanche a
parlarne!
Non si può dar torto a chicchessia
se da noi, qui, c'è qualcosa che non va.
Anni fa si decantava la nostra città
per come ci si può vivere e la sua
qualità;
l'altr'anno Varese è scesa più in
basso
in classifica, a dispetto delle sue
bellezze.
E' vero che a Varese ci sono lavoro e
ricchezza:
ci mancherebbe anche questo! roba di
sostanza!
E' proprio vero: non sono tutto i
soldi
quando altre qualità del vivere non
sono buone abbastanza...
rimetterci in sicurezza, ambiente e
cultura,
per la nostra città, non è un gran
vanto, sicuramente!
Di Bobo Maroni sentiremo la mancanza:
uomo istruito, ironico, alla mano,
importante.
Ma di persone d'ingegno e di buona
volontà
ce n'è sempre, tra i nostri bosini,
una gran quantità.
Uomini della Politica: una volta fatte
le promesse,
fuori la paglia, di cose fatte fateci
vedere il successo!
Pochi giorni dopo Natale, un po' di
nascosto,
in Varese sono andato a vedere
l'illuminazione.
Bella e moderna nelle strade del
centro città,
ma quella dei giardini m'ha lasciato
attonito...
Il primo pensiero a vederla è stato
tal quale:
va'!, adesso la festa di san Vittore è
a Natale...
Qui a voler andare avanti, non finirei
più
però son già andato per le lunghe,
meglio tagliare.
Ora smetto, vi lascio in compagnia
dei vostri familiari, amici e per
finir in allegria
io vi raccomando: bevete un bicchiere
di vino
alla salute vostra e del vostro... Re
Bosino!