giovedì 24 dicembre 2015

Come il marinaio



                                                                        ph carlozanzi


Stamani, all'inizio della Santa Messa, Attilio, papà di Fabio, ha letto questo testo. Mi è parso bello riproporlo qui.


Oggi viviamo una tappa importante di un cammino iniziato dieci anni fa quando ci siamo trovati in balia di una tempesta imprevista e come il marinaio, che non potendo cambiare il tempo, capisce di dover cambiare rotta, ci siamo sentiti chiamati ad andare a fondo di ciò che poteva dare nuovamente senso alla nostra vita.
E’ stato ed è un cammino impegnativo, dentro la compagnia della Chiesa, che ci interroga continuamente, ma come tutte le strade in salita è l’unica che può portarci in alto, può aiutarci a tenere alto lo sguardo.
In questi anni possiamo riconoscere e fare memoria di tante esperienze che, forse, senza la circostanza di Fabio non avremmo vissuto.
In primo luogo la vicinanza di tanti amici, una serie di incontri inaspettati con altre famiglie da quelle colpite dalla medesima circostanza a quelle raggiunte attraverso il successo dei propri figli in campo sportivo (Memorial) e in campo scolastico (con le borse di studio).
Siamo arrivati fino ai bambini dell’Etiopia e del Camerun che possono frequentare la scuola o giocare insieme grazie anche a Fabio e agli altri ragazzi che con lui ora vivono nell’eternità. (Andrea, Fabrizio, Giuseppe, Graziano, Carlo, Giovanni).
Sempre più grati a Dio per come ci sentiamo accompagnati, chiediamo insieme a Gesù che nasce di vivere l’Anno Santo della Misericordia con uno sguardo rinnovato dal suo Amore e di continuare a lasciarci condurre dalla Sua iniziativa che non ci ha mai deluso e non ci ha mai lasciato soli.

Attilio Aletti   24 dicembre 2015



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