giovedì 3 dicembre 2015

Sei decenni in Famiglia



E siamo all'ultima sezione del Calandàri dra Famiglia Bosina par ur 2016, quella che descrive le Attività della Famiglia Bosina, realizzate nel 2014-2015. E allora qui voglio sintetizzare la storia della Famiglia Bosina, perché la si conosca meglio. 





SEI DECENNI IN FAMIGLIA

Novità per ciò che riguarda i ‘vertici’ della Famiglia Bosina. Il Consiglio si è profondamente rinnovato, quasi un cambio generazionale, a garanzia del futuro della nostra grande famiglia varesina.
Il nuovo regiù è Luca Broggini. Il vice è Giuseppe Micalizzi. Poi abbiamo Cristina Iotti, Beatrice Sonzogni, Carlo Bosoni, Daniele Praderio, Robertino Ghiringhelli, Marco Broggini e Roberto Damario.
Revisore dei conti è Giovanna Gervasini e Cristiano Bertemacchi.
Tesoriere è Emilio Gallina.
Segretaria è Lidia Munaretti.

Al nuovo Consiglio gli auguri di buon lavoro, e un grazie a chi per tanti anni ha dato il suo contributo, affinché la Famiglia Bosina potesse continuare il suo cammino nella nostra bella Varese.

La Famiglia Bosina compie in questo 2015 sessant’anni. Riportiamo stralci della sua storia, tratti dal sito ufficiale della Famiglia (www.famigliabosina.it)

ps per riuscire a leggere, bisogna evidenziare con il mouse

Custode del dialetto, delle usanze e della storia di Varese, la Famiglia Bosina anima la città nel segno della trazione. Importante memoria storica di ciò che altrimenti andrebbe perduto. Tra i suoi fondatori Clemente Maggiora e Mario Lodi.
Mario Lodi: Il numero del settimanale varesino "Il Matocco" del 7 maggio 1947 riportava a grandi lettere il titolo "È nata la Famiglia Bosina". Al giorno successivo, ovvero l’8 maggio festa di San Vittore, si deve far risalire la nascita della Associazione. La data ufficiale di fondazione va però ricercata nel 1955 quando uscì il primo numero del Calandari, in cui furono pubblicati i nomi di tutti i soci fondatori. Ogni anno da allora nella festa di Sant’ Ambrogio viene presentato il numero del Calandari.
Ricorda Clemente Maggiora: “L’idea era quella di riunire la gente bosina e conservare le tradizioni, il dialetto e la storia di Varese. Si voleva evitare che questo patrimonio andasse disperso in una città che aumentava sempre di più per numero di abitanti e dimensioni territoriali. Ricordiamo che nel 1927 Varese contava 27mila cittadini e nel 1958 ne aveva ormai oltre 42mila.
Bosino è l’appellativo con cui vengono chiamati da sempre i varesini. L’origine del nome però è controversa. Esistono diverse tesi: c’è chi attribuisce la derivazione dalla Val Bossa, chi lo vede come un soprannome da Sant’Ambrogio. I varesini, infatti venivano soprannominati ambrogini ed infine bosini. La terza tesi vuole il nome come appellativo con il quale i milanesi chiamavano i contadini della nostra zona. Allora Varese era un contado circoscritto dal torrente Vellone, a forma ellittica entro il quale vi era il borgo.
Vi è naturalmente una grande attenzione per il dialetto, una lingua che ormai si sta esaurendo e che in pochi, soprattutto tra i giovani, parlano. In questo senso abbiamo ristampato tutta l’opera, anche inedita, di Speri della Chiesa, il più grande poeta varesino. Abbiamo compilato un vocabolario bosino, dopo un’accurata ricerca sulla lingua e la terminologia del dialetto. Abbiamo inoltre ristampato le cronache di Varese dell’Adamollo e del Borri. Purtroppo bisognerebbe avere tempo e denaro per andare a recuperare tutti quei documenti preziosi che sono ancora conservati nell’archivio di Stato, nel registro notarile e nell’archivio delle parrocchie di Varese e Como.
Per alcuni anni la Famiglia Bosina ha goduto di un significativo appoggio di due banche: il Credito Varesino e la Popolare di Luino.”




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