Una
doverosa precisazione. Spesso parlo della partecipazione ai Giochi della
Gioventù, come se questa fosse l’attività più importante della mia carriera
scolastica. Niente affatto. E’ una minima parte, e nemmeno la più importante,
solo che per quell’attività ho immagini e appunti scritti, per la normale
attività in palestra, che è anche l’essenziale, ho solo la mia memoria, che ora
cerco di far frullare. I primi anni alla Vidoletti sono stati di rodaggio, di
conoscenza del nuovo ambiente e dei molti nuovi colleghi. Avevo a disposizione
una bella palestra (anche se quasi sempre spartita con un altro prof, a volte
persino in tre classi) e ottimi impianti all’aperto. A poco a poco si è
strutturata quella che è anche attualmente l’impalcatura della mia lezione, del
mio programma annuale. Spazio all’atletica leggera in autunno e in primavera,
periodo invernale con gli sport di squadra. Nei primi anni avevamo pochi alunni
disabili iscritti, e rari alunni extracomunitari. Poco alla volta queste due ‘categorie’
di alunni sono andate aumentando. Ho
sempre aderito all’attività sportiva pomeridiana, con uno e anche due pomeriggi
di preparazione. A dimostrazione che i genitori scelgono una scuola
principalmente non per come viene svolta l’educazione fisica, ma per altre
ragioni, con l’aumentare delle nostre proposte e anche dei ‘successi’ sportivi,
negli anni novanta a poco a poco si registrò un costante calo di iscritti. Se
sono rimasto alla Vidoletti io, ultimo nella graduatoria interna dei docenti di
ginnastica, lo devo solo al fatto che via via, con il decrescere degli alunni,
se ne andavano anche i colleghi: Armando Crugnola andò all’Itis, Gabriella
Frattini all’Artistico, la mia collega di sempre Elena Sassi si spostò alla
Dante, Angiola Biamonti andò in pensione anticipata, causa infortunio sul
lavoro. Rimasi così solo io con Carletto Pirani (foto). Al mio ingresso alla
Vidoletti, as 1984-85, vi erano 6 cattedre e due spezzoni, ora solo due
cattedre.
55-continua
Nessun commento:
Posta un commento