martedì 13 settembre 2016

La mia scuola - 55


Una doverosa precisazione. Spesso parlo della partecipazione ai Giochi della Gioventù, come se questa fosse l’attività più importante della mia carriera scolastica. Niente affatto. E’ una minima parte, e nemmeno la più importante, solo che per quell’attività ho immagini e appunti scritti, per la normale attività in palestra, che è anche l’essenziale, ho solo la mia memoria, che ora cerco di far frullare. I primi anni alla Vidoletti sono stati di rodaggio, di conoscenza del nuovo ambiente e dei molti nuovi colleghi. Avevo a disposizione una bella palestra (anche se quasi sempre spartita con un altro prof, a volte persino in tre classi) e ottimi impianti all’aperto. A poco a poco si è strutturata quella che è anche attualmente l’impalcatura della mia lezione, del mio programma annuale. Spazio all’atletica leggera in autunno e in primavera, periodo invernale con gli sport di squadra. Nei primi anni avevamo pochi alunni disabili iscritti, e rari alunni extracomunitari. Poco alla volta queste due ‘categorie’ di alunni sono andate aumentando.  Ho sempre aderito all’attività sportiva pomeridiana, con uno e anche due pomeriggi di preparazione. A dimostrazione che i genitori scelgono una scuola principalmente non per come viene svolta l’educazione fisica, ma per altre ragioni, con l’aumentare delle nostre proposte e anche dei ‘successi’ sportivi, negli anni novanta a poco a poco si registrò un costante calo di iscritti. Se sono rimasto alla Vidoletti io, ultimo nella graduatoria interna dei docenti di ginnastica, lo devo solo al fatto che via via, con il decrescere degli alunni, se ne andavano anche i colleghi: Armando Crugnola andò all’Itis, Gabriella Frattini all’Artistico, la mia collega di sempre Elena Sassi si spostò alla Dante, Angiola Biamonti andò in pensione anticipata, causa infortunio sul lavoro. Rimasi così solo io con Carletto Pirani (foto). Al mio ingresso alla Vidoletti, as 1984-85, vi erano 6 cattedre e due spezzoni, ora solo due cattedre.  

55-continua

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