giovedì 29 settembre 2016

La mia scuola - 66




Come ho già più volte scritto, non giudico certo la validità della mia carriera come docente in relazione ai successi nei Giochi Sportivi Studenteschi. Sono ben altri i banchi di prova. Però è ancora stampato nella mia mente il pomeriggio del 4 aprile 2000, alla palestra dei Pompieri di via XXV aprile, a Varese. Come coach avevo con me due squadre, femmine e maschi di basket, impegnati nella finale provinciale. Le ragazze scesero in campo per prime, contro la Ponti-Lega di Gallarate, diretta dal mio amico Sandro Torno, grande tecnico di atletica. A giudicare dalla loro divisa, non ci sarebbe stato da intimorirsi, ma in realtà due elementi della Ponti erano davvero forti: la ragazza di colore e una magrettina che pareva un maschietto ma che si dimostrò incurabile. Sarò breve, la partita andò avanti in equilibrio. Io allora in panchina urlavo come un matto, partecipavo con tutto il corpo all’evento. Mi rivedessi oggi sorriderei, ma allora ero preso dal match. Vantaggio della Ponti a pochi secondi dalla fine e canestro del pareggio, un tiro più che rocambolesco scivolato fuori dalle mani mi pare di Caverzaghi. Ecco allora i tiri liberi, 5 per squadra. Non ricordo con esattezza la successione, so che l’ultimo tiro, quello della nostra vittoria, capitò nella mani di mia figlia Maddalena, che non sbagliò: 51 a 50 per la Vidoletti. Una grande emozione. Righi, Zanzi, Malvicini, Vanoli, Segato, Testa, Caverzaghi e un altro paio di ragazze, delle quali non ricordo il cognome: una grande squadra. Nemmeno il tempo di riposarsi un attimo, ed ecco la finale maschile, noi contro i rivali storici della Dante. Una squadra che avevamo già incontrato e che sapevo fortissima. In effetti i migliori elementi dei Roosters e della Robur erano spartiti fra noi e loro. La partita fu tiratissima, anche aspra a tratti, molto agonistica data la rivalità accesa. Poi un evento forse determinante: un loro ragazzo, uno dei migliori, si infortunò non gravemente proprio nel momento decisivo. Fu costretto a lasciare il campo. Sia quel che sia, guadagnammo quei punti di vantaggio che ci permisero di vincere: 62-56. Altra grande emozione. Ricordo il buon Sandro Branduardi, responsabile della Fip, che sorrideva durante le premiazioni. Ricordo alcune ragazze che piangevano. Uno di quei pomeriggi memorabili.

66-continua

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