Come
ho già più volte scritto, non giudico certo la validità della mia carriera come
docente in relazione ai successi nei Giochi Sportivi Studenteschi. Sono ben
altri i banchi di prova. Però è ancora stampato nella mia mente il pomeriggio
del 4 aprile 2000, alla palestra dei Pompieri di via XXV aprile, a Varese. Come
coach avevo con me due squadre, femmine e maschi di basket, impegnati nella
finale provinciale. Le ragazze scesero in campo per prime, contro la Ponti-Lega
di Gallarate, diretta dal mio amico Sandro Torno, grande tecnico di atletica. A
giudicare dalla loro divisa, non ci sarebbe stato da intimorirsi, ma in realtà
due elementi della Ponti erano davvero forti: la ragazza di colore e una magrettina
che pareva un maschietto ma che si dimostrò incurabile. Sarò breve, la partita
andò avanti in equilibrio. Io allora in panchina urlavo come un matto,
partecipavo con tutto il corpo all’evento. Mi rivedessi oggi sorriderei, ma
allora ero preso dal match. Vantaggio della Ponti a pochi secondi dalla fine e
canestro del pareggio, un tiro più che rocambolesco scivolato fuori dalle mani mi
pare di Caverzaghi. Ecco allora i tiri liberi, 5 per squadra. Non ricordo con
esattezza la successione, so che l’ultimo tiro, quello della nostra vittoria,
capitò nella mani di mia figlia Maddalena, che non sbagliò: 51 a 50 per la
Vidoletti. Una grande emozione. Righi, Zanzi, Malvicini, Vanoli, Segato, Testa,
Caverzaghi e un altro paio di ragazze, delle quali non ricordo il cognome: una
grande squadra. Nemmeno il tempo di riposarsi un attimo, ed ecco la finale
maschile, noi contro i rivali storici della Dante. Una squadra che avevamo già
incontrato e che sapevo fortissima. In effetti i migliori elementi dei Roosters
e della Robur erano spartiti fra noi e loro. La partita fu tiratissima, anche aspra
a tratti, molto agonistica data la rivalità accesa. Poi un evento forse
determinante: un loro ragazzo, uno dei migliori, si infortunò non gravemente
proprio nel momento decisivo. Fu costretto a lasciare il campo. Sia quel che
sia, guadagnammo quei punti di vantaggio che ci permisero di vincere: 62-56.
Altra grande emozione. Ricordo il buon Sandro Branduardi, responsabile della
Fip, che sorrideva durante le premiazioni. Ricordo alcune ragazze che
piangevano. Uno di quei pomeriggi memorabili.
66-continua
Nessun commento:
Posta un commento