Cinquantasette
Il
due novembre dell’ottantaquattro, accolto da un venerdì senza una nuvola in
cielo, avvolto da una luce speciale, che accendeva i colori, salì a piedi, in
pellegrinaggio alla Madonna del Monte, sua santità papa Giovanni Paolo Secondo,
al secolo Karol Wojtyla, polacco da sei anni sommo pontefice della Chiesa
Cattolica apostolica romana. Aveva scelto questa tappa per iniziare una serie
di eventi, nella memoria di San Carlo Borromeo, in occasione dei quattrocento
anni dalla sua morte. Il santuario, con la sua cittadella e le quattrodici
cappelle, era nato proprio nel Seicento, seguendo le indicazioni del Borromeo,
che auspicava un ritorno alla vera dottrina cattolica, messa in dubbio dalla
riforma protestante e dalle diverse eresie più o meno convincenti, che in quel
tempo di crisi confondevano i cristiani.
Marco
pensò di invitare nonno Luigi lungo il vialone. Lui sarebbe stato senz’altro
presente con la moglie Valentina, perché non dirlo al nonno? Sapeva che non
frequentava più la Messa domenicale, aveva intuito che ci fossero problemi
anche con Dio, ma era convinto che incontrare quell’uomo venuto dall’est, un
religioso che era stato operaio e aveva sofferto, avrebbe potuto fargli bene.
Luigi
aveva detto al nipote che non credeva più in Dio, autore di un furto sacrilego:
come poteva credere a un Papa? Per non scandalizzarlo aveva risparmiato di fargli
sapere che la sua unica certezza in vita era questa: l’esistenza era destinata
a finire nella fossa. Marco aveva insistito, ma a convincerlo era stata
Valentina. “Se vieni tu magari mi unisco a voi” le aveva detto, pensando che
aveva bisogno del bello di una giovane donna. E lei aveva risposto: “Se viene
lei vengo anch’io.”........
dal romanzo 'Sassolungo'
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