Per
avvicinarci alla poesia di Umberto Belardinelli, bisogna tener conto di alcuni
fattori. Anzitutto il significato che Belardinelli dà alla sua poesia, ed è lui
stesso a chiarirlo: “Il desiderio di raccontare vive dentro di me e si presenta
attraverso la lirica e la metrica che da sempre mi affascinano. Non amo
tuttavia la rima, né la poesia che segue determinati schemi, perché in questo
modo vivrebbe ingabbiata. La poesia utilizza la parola come strumento ma, al
pari di altre arti, può far vivere paesaggi, suoni, profumi ed immagini dentro
i nostri pensieri.” Ciò premesso, dobbiamo sottolineare la grande fede in Dio
del poeta, nato a Messina nel 1956 ma arrivato subito a Varese, una fede nella
Parola, una fede che è stata duramente provata in questi ultimi anni da una
grave malattia, fede che è stata per lui àncora di salvezza, sollievo, sostegno
nella speranza della guarigione ma anche nella grande speranza di una Vita
oltre la vita. Terzo elemento da considerare, l’ammirazione di Belardinelli per
Santa Faustina Kowalska, la ‘segretaria’ della Misericordia, la mistica morta
giovane, dopo sofferenze e visioni celesti. Infatti la terza raccolta poetica
che qui presentiamo, ‘Stella del mare’, è una silloge per S. Faustina, terza
raccolta che arriva dopo ‘La luce duplice del bene’ (2019), dedicata sempre a
Santa Faustina in una sorta di ex-voto, e ‘L’albero del tempo’ (2020), una
raccolta di poesie che raccontano un lungo periodo di vita.
Ma
passiamo al nuovo lavoro. Si inizia con una ricca e dotta introduzione del
professor Vincenzo Capodiferro, quindi la prima poesia, che dà il titolo alla
raccolta: ‘Stella del mare’. E’ una poesia dedicata alla Madonna…Madre del
mare, stella dorata,/per tutti i naviganti della fede: faro di Dio;/…
Le
poesie sono alternate da pensieri tratti dai diari di Santa Faustina e da
riflessioni dell’autore. In una di queste, posta all’inizio delle
liriche dedicate alle schiere degli angeli, il poeta scrive: “E’ affascinante
la visione del Paradiso di Santa Faustina, perché in quel luogo meraviglioso
riconosce la gerarchia degli angeli o spiriti celesti. Il primo accenno alle
gerarchie si riscontra nell’Antico Testamento, dove queste splendide figure
appaiono in una scala ben distinta tra cielo e terra…” Ecco allora poesie
dedicate ai Serafini, ai Cherubini, ai Troni, alle Dominazioni…Ecco l’incipit
della poesia ‘Arcangeli’: Da sempre messaggeri, araldi senza età,/meraviglioso
coro che non ha respiro,/dita nebbiose che muovono nel suono/le corde vibranti
di una dolce cetra/…
Seguono
poesie dedicate ancora alla Madre di Dio, al Paradiso, a Gesù, dives in
misericordia, Signore della Misericordia. E se Dio è il Dio della Misericordia,
e Santa Faustina la santa della Misericordia, non possiamo non affermare che
Umberto Belardinelli è il poeta della Misericordia, in simbiosi-sintonia con la
santa, desideroso di continuare la sua missione utilizzando anche lo strumento
poetico. Non a caso la riflessione finale dell’autore è dedicata alla
spiegazione della festività dedicata alla Divina Misericordia, istituita nell’anno
2000 da Papa Giovanni Paolo II, che si celebra la Domenica in Albis, domenica
dopo la Pasqua.
Belardinelli
si fa missionario, vorrebbe comunicare ai lettori la gioia che nasce dalla
fede, la consolazione che dà la speranza di una Vita eterna che non conosce la
morte. Le sue sono poesie-preghiere, un invito a pregare insieme, ad andare al
di là delle cose, a lasciarsi nutrire dalla contemplazione del Mistero, a credere
nell’indicibile. Ed ecco il suo saluto, gli ultimi versi dell’ultima sua
poesia, ‘Il testamento’:…..Desidero che ogni anima in dolore/possa nutrirsi
all’albero del frutto/e Tu concederai a quelle suppliche/la conoscenza del
Divino e dell’Amore./Infine, voglio che tutto sia compiuto/dentro le linee di
ogni tuo pensiero,/da chi modella l’opera che hai disegnato,/fino alla fine dei
giorni sulla terra.
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