Sono
molti i giornalisti varesini che hanno scritto e pubblicato libri. Molti meno
coloro che hanno seguito la via della narrativa, romanzi e racconti. Certo di
dimenticarmi qualcuno, e limitandomi a Varese città, citerei Barbara Zanetti,
Mario Visco, Riccardo Prando, Federico Bianchessi, Fiorenzo Croci, Roberto
Fassi. Una raccolta di racconti la pubblicò, molti anni fa, anche Max Lodi.
Lunga premessa per dire che ora si è aggiunto il bustocco Marco Linari che
ieri, giovedì 1 febbraio, nell’ambito degli ‘Incontri con l’autore’ organizzati
dalla Civica Biblioteca di Varese, ha presentato in Sala Morselli il suo primo
romanzo: ‘L’inchiostro non sporca’ edito da Macchione. Linari, classe 1975,
figlio di un libraio di Busto Arsizio, non poteva non innamorarsi dei libri,
della lettura e della scrittura. Giornalista professionista, 25 anni alla
Prealpina, ha fatto una scelta coraggiosa: lasciare il giornale e dedicarsi
soprattutto ai libri. Vivere di libri è una scommessa rischiosa, meritevole di
stima. E così, in questi ultimi anni, ha curato volumi biografici, storici, politici
e aziendali, conducendo decine di convegni e trasmissioni web. Ciliegina sulla
torta, ecco arrivare il suo romanzo d’esordio. Perché chi ama le storie e ama
la scrittura, non può non lasciarsi ingolosire da una storia di fantasia,
meglio, mix di realtà ed invenzione. E così, dopo trentamila articoli di
cronaca, economia, cultura, politica, sociale, sport e spettacoli (record di 15
articoli in un giorno), ecco le 223 pagine di ‘L’inchiostro non sporca’, nelle
quali Marco Linari ha riversato soprattutto le sue conoscenze sul versante
libri e politica. Francesca è una storica libraia in una provincia imprecisata
del nord Italia. Ama leggere, ben poco sa di politica ma inaspettatamente si
trova immersa in questo nuovo mondo, un mondo (si legge nel risvolto di
copertina) “puntellato da egoismi, invidie, falsità, colpi bassi e spregiudicatezza,
in cui gli slanci ideali vengono mortificati dagli opportunismi…In un contesto
di personaggi talvolta maldestri e paradossali, altre volte sensibili e
tremendamente fragili, ogni certezza viene a mancare e diventa difficile
distinguere le scelte giuste da quelle sbagliate. Solo i libri sembrano essere
una bussola per muoversi senza sporcarsi.” E così si comprende il titolo:
la politica sporca, i libri no.
Definirei
la scrittura di Linari ‘giornalistica’, cioè chiara, periodi brevi, estrema
leggibilità, capitoli di 4-5 pagine, un ulteriore aiuto al lettore, abituato
dalle moderne tecnologie ad arrivare subito al dunque.
Dopo
i saluti di Valentina Marocco, coordinatrice degli incontri in biblioteca, la
parola è passata a Francesca Boragno, storica libraia di Busto Arsizio, che ha
introdotto l’autore e il romanzo. Linari si è dimostrato abile anche al
microfono (non sempre gli scrittori amano parlare in pubblico, per questo
scrivono). Era presente anche l’editore Pietro Macchione.
L’opera
prima di Marco Linari è in rete con il progetto SBAPP di Francesca Boragno. Si
tratta di un’applicazione gratuita per cellulare che riunisce le librerie e le
biblioteche italiane. Oltre alle news su libri e festival, l’app offre una
mappa interattiva sempre più dettagliata con presentazioni di autori, mostre,
letture collettive…
Altre
info su www.marcolinari.it
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