Roberta
Frattini è fra le più prolifiche, giovani narratrici varesine. Dopo aver recentemente
presentato il romanzo ‘Ad occhi aperti’ (Macchione editore – 2020) eccola
nuovamente in sala Morselli alla biblioteca varesina. Fra le mani la sua più recente storia letteraria, sempre edita da Macchione. Titolo: ‘Faccio quello che posso…e
voglio’. Protagonista è sempre lei, Libby (un nome che prende ispirazione sia
dalle libellule che dalla libertà), giovane varesina freelance che nel primo
romanzo aveva vent’anni e passava la giornata in lavori precari, amicizie,
amori e movida in corso Matteotti e dintorni. Ora Libby ha una decina di anni
in più, non ha dimenticato il mondo adolescenziale ma si incammina verso la
maturità: un lavoro stabile, la ricerca di un amore duraturo, di un equilibrio
meno precario e – soprattutto – l’incontro con i temi dolorosi della vita. La
presenza di Martina, adolescente che già ha sulle spalle un fardello di domande
senza risposte facili, porta Libby ad approfondire il senso della vita. Si
imbatte quindi nella drammatica realtà della violenza sulle donne e della
presenza di uno stalker.
“Sì”
racconta l’autrice, “la protagonista del mio nuovo romanzo ha più coscienza di
sé, è più matura. Per affrontare il tema dello stalker mi sono confrontata con
un ispettore di Polizia, ho approfondito molto l’argomento.”
Con
Roberta Frattini, ieri in Sala Morselli, era presenta il giornalista e
scrittore Mario Visco, che nel suo intervento ha anzitutto ringraziato Guido
Morselli (cui è dedicata la sala, scrittore poco riconosciuto in vita e oggi
caso letterario fra i più interessanti) e l’editore Pietro Macchione (sempre
generoso nel dare spazio a chi desidera comunicare il suo vissuto attraverso la
scrittura), paragonando poi la giovane scrittrice in alcuni passaggi a Liala,
in altri rimarcando la sua sincerità e freschezza; una narrazione libera da
pregiudizi, da ipocrisie, vera come è vera la vita.
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