Da quasi quarant'anni non nascondo le mie velleità letterarie. Ebbene, i primi 5 anni della mia vita li ho trascorsi in via Ugo Foscolo. Poi gli altri venti in viale Belforte, al quartiere Garibaldi, e si sa che l'eroe dei due mondi qualcosa ha pure scritto. Poi per 41 anni ho abitato in via Giambattista Vico, un filosofo che molto ha scritto. E ora sono in via Alfredo Oriani, un personaggio che mi somiglia. Nato nel 1852, morto nel 1909, ha scritto da storico, romanziere, giornalista e poeta. Ciò che mi avvicina a lui è soprattutto il suo romanzo 'La bicicletta', cronaca di un giro di 600 km (dislivello di 6000 metri) che Alfredo visse agli albori del Novecento, fra Emilia e Toscana, in sella ad una Bremiambourg a scatto fisso. Un vero precursore di Luigi Ganna e soci. Come me, inoltre, ha avuto successo solo postumo. Quasi sconosciuto in vita, il suo libro 'La lotta politica' spesso si trovava negli zaini dei combattenti alla Prima Guerra Mondiale. Per le sue idee nazional-popolari venne esaltato dal fascismo (Mussolini lo nominò poeta della Patria) ma anche da Gramsci, che vedeva in lui un intellettuale vicino al popolo. Nel secondo dopoguerra venne nuovamente dimenticato, ma venne riscoperto negli anni Settanta da intellettuali quali Spadolini...
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