Stamattina, durante la mia solita corsetta in Villa Toeplitz, mi
interrogavo sul perché ami la musica leggera e non quella classica. E sono
giunto a questa conclusione: la musica classica ha la ‘pretesa’ di prolungare
il piacere oltre la legge ‘fisiologica’, la legge che un dio dispettoso ha
predisposto per noi. Tale legge prevede che il piacere sia di breve durata,
quasi un assaggio di paradiso, o forse un’illusione di paradiso, o forse ancora
uno sberleffo, come chi dice: ‘Credevi eh...ma non è così!’. E avevo in mente
due esempi: il sesso e il cibo. Inutile che mi soffermi sulla fugacità del
piacere sessuale. Per ciò che riguarda il cibo, è noto che si gusti soprattutto
l’antipasto. Torno alla musica: una canzone dura in media 4 minuti, che sono
già tanti...la musica classica dura molto di più, rischiando che il piacere si
trasformi in ‘dispiacere’. So bene che gli amanti della musica classica si
stracceranno le vesti, giurando e spergiurando che loro gustano un brano anche
per ore, godendo di un piacere illimitato. Sarà...
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