venerdì 23 settembre 2016

Pensieri 'stupendi'


Sono sicuro che qualcuno, domani pomeriggio, mi farà i complimenti per il libro. Saranno strette di mano più o meno sincere, alcune forse di maniera. Ma credo che qualcuno non verrà, o se ne starà in disparte, pensando: ‘Insomma, questi Zanzi sempre in prima fila…sempre sul palco…era necessario scrivere un libro? Che avrà fatto Marco di così speciale?’ Oppure, più probabilmente, qualcuno penserà che la mia manìa di pubblicare libri mi ha indotto a ‘sfruttare’ la dolorosa storia di Marco, una nuova occasione per una copertina e il mio nome sopra. Quindi un libro scritto più per me che per Mock. Oppure il libro nasce dal mio bisogno di sentirmi un bravo fratello, di sentirmelo dire.

Tranquilli…non sono proprio ‘pensieri stupendi’ (direbbe Patti Pravo) ma ci stanno. Non mi scandalizzo io, e non deve scandalizzarsi chi li autoproduce. Del resto io stesso, che sono l’autore del libro, non metto la mano sul fuoco rispetto alla purezza delle mie intenzioni. Perché non siamo bianchi o neri, siamo piuttosto un arcobaleno di colori, molte tonalità di grigio, spesso indecifrabili persino a noi stessi. E certi ‘retropensieri’ non vanno bruciati come carta straccia, negati come monnezza. Vanno accolti, gestiti, compresi, a volte compatiti. Fanno parte della nostra limitata completezza.   

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