venerdì 2 settembre 2016

La mia scuola - 48


Ho ancora oggi un caro ricordo del preside Lorenzo Morcelli, il mio primo preside alla Vidoletti dal 1984 al 1990. Un uomo di valore e di valori, uomo di cultura, sensibile all’educazione, lontano anni luce dalle scartoffie della burocrazia. Ho sempre apprezzato le sue scelte, a  parte rare eccezioni, tipo la settimana bianca a Teglio, che si svolse durante i suoi anni, organizzata dalla professoressa Rita Tenaglia, che era in effetti una proposta un po’ d’elìte, destinata  a pochi. Infatti non ci andai mai. Il 14 giugno 1990 la scuola lo festeggiò con una bella serata: momento musicale e rinfresco. Grazie soprattutto al lavoro del prof. Giovanni La Rosa, artista e docente di disegno, vennero realizzati due volumi. Come regalo  a Morcelli, venne stampata da Nicolini Editore la sua ampia ricerca su ‘Agostino di Tagaste, tra Cassiciacum e Milano’. Il preside era infatti un grande cultore di Sant’Agostino. Ricordo che a me toccò la correzione delle bozze. E poi venne stampato anche il volume ‘Scuola Media Vidoletti – I vent’anni della nuova sede’. Ne sono rimaste ormai pochissime copie (foto). Lorenzo Morcelli ci regalò –stampandolo e autografandolo- il suo discorso d’addio, alla sua maniera, con una scrittura classica, molte citazioni in latino, tanta emozione fra una riga e l’altra. Un discorso che così si concludeva: “…..E termino. Se fossi bravo e fascinoso come Robin Williams nel film –L’attimo fuggente- forse avreste potuto darmi l’ultimo saluto anche voi, come quegli allievi al loro professore: -Addio, mio capitano!- Io, invece, con voi lo posso fare, poiché voi siete bravi e fascinosi. Dunque: -Addio miei professori, addio miei cari amici…addio miei capitani! Lascio la Vidoletti, ma vi porterò sempre nel cuore!- ” E chi lo ha conosciuto porta nel cuore lui. Ricordo che incoraggiò i miei primi tentativi letterari. Lui, che amava più Morselli che Chiara, acquistò più copie del mio primo ‘romanzo’ La Comune di Barbara, che apprezzò, definendolo però ‘un po’ omiletico’. Mi prestò un bel libro su Monteviasco, che mi servì per il racconto lungo L’ultimo nemico. Regalò alla scuola moltissimi suoi volumi, anche rari e preziosi: aveva una biblioteca extralarge. Andai a trovarlo più volte dopo la sua partenza. In foto l’ultima volta che lo salutai, poco tempo prima della sua morte. Purtroppo una malattia invalidante gli impediva di parlare correttamente, ma probabilmente capiva tutto. Con gli alunni era comprensivo, forse anche sin troppo, un nonno più che un padre, lui che di figli non ne aveva avuti. Organizzò eventi importanti, coinvolgendo le eccellenze del territorio. Dopo di lui arrivò una preside che, purtroppo, risultò essere l’esatto opposto.

48-continua 

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