Qualche riga d'assaggio del mio nuovo romanzo.
...Per
la verità nel mio quartiere Massimo era già venuto, coinvolto in partite di
pallone. Si giocava nel primo pomeriggio, a tutte le ore d’estate. Si attendeva
l’uscita delle due sole auto posteggiate, una Anglia e una Nsu Prinz, bianca
l’una, verdina l’altra, quindi bimbumbam, le squadre, una porta era evidente, i
pali erano i due piloni in cemento dell’ingresso del quartiere, l’altra porta,
a sud, era fatta di pietre e maglioni. Si litigava per l’altezza, mancando la
traversa i gol erano sempre in discussione, brevi litigi perché vincente era il
desiderio di correre, di segnare una rete in più degli avversari. Il Dido, il
Gianni, l’Emilio, il Nando, i miei fratelli, il Bruno, l’Attilio, questi gli
indigeni, poi arrivavano i rinforzi dalle case vicine, il Luciano, l’Oliviero,
infine Massimo, niente di speciale con la palla fra i piedi. Aveva i piedi
piatti, nel nuoto era il migliore. Quando si giocava al pallone non si parlava
della cantina, né circolavano ragazze a fare il tifo, se ne fregavano di
ragazzetti sudati che si rincorrevano fra parolacce e strattoni, pedatoni e
versi esagitati dopo un gol. Ogni tanto appariva dal balcone di un palazzo
vicino la ragazza della casa color cioccolato, principessa inarrivabile anche
per via della distanza: era lontana, non si è mai degnata di scendere ai piani
bassi, di percorrere i gradini e di affrontare la penombra. La rimiravo come si
osserva una stella lucente in una notte perfetta: semplicemente
irraggiungibile.
Portai
Massimo in cantina ma gli amici ci fecero il bidone. Non ne avevo fatto parola,
fu casualità. Non si vide nessuno, eppure l’ora era quella, il luogo anche,
l’odore pure.
“Che
puzza di piscia” aveva detto Massimo, scendendo le scale con baldanza. E dopo
una ventina di minuti: “Ma dove sono le fighe?” E già il fatto che avesse usato
quell’espressione per me impronunciabile marcava la nostra distanza e la sua
destrezza nel maneggiare la materia. Massimo era così: un piccolo lord inglese,
ben vestito, di buona famiglia, capace di grande educazione, rispettoso del
galateo, abile nel mostrare all’improvviso la sua seconda natura, sfacciata e
trasgressiva...
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