Riflessioni
all’alba dopo i regionali di atletica leggera, di un prof di ginnastica con 42 anni di
insegnamento. Partimmo come fratelli maggiori dei nostri alunni, poi diventammo
giovani padri, padri via via più in età e oggi per lo più siamo i giovani nonni
dei nostri ragazzi. Andremo in pensioni nonni a tutti gli effetti. Non è una
critica alla legge Fornero (anche se credo che i sessant’anni, per un prof.,
siano un muro da non abbattere), è una velata protesta contro la natura che
prevede questa impietosa involuzione. Del resto, se fossimo eterni, avremmo già
saturato l’universo. Certo che ho negli occhi un’immagine da viale del
tramonto, anche perché noi prof. di ginnastica, a differenza di altri docenti,
abbiamo l’indecenza di stare in maglietta e pantaloncini, facendo l’effetto dei
cantanti che ripetono da quarant’anni lo stesso ritornello, vestono come
quattro decenni prima, tengono impresentabili ciuffi di capelli lunghi tinti e
mostrano sorrisi falsamente giovanili. L’età si vede. Fra di noi c’è chi si è
lasciato andare (mal sponsorizzando i benefici dell’attività motoria) e
qualcuno resta magro, ma la magrezza oltre i sessant’anni…vabbè, non continuo…In
ogni caso (e sempre): w lo sport per la salute.
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