sabato 27 maggio 2017

Ma a chi interessa?



MA A CHI INTERESSA?

Seguo le vicende della Famiglia Bosina, del Gruppo Folk e del Cenacolo dei Poeti bosini da una ventina d’anni, da quando mi sono messo a scrivere poesie in dialetto e ho partecipato al Poeta Bosino. Ho seguito il loro cammino come giornalista e come appassionato delle nostre tradizioni. Non che vent’anni fa le cose fossero molte diverse, ma è innegabile che negli ultimi due decenni il calo di partecipanti è aumentato drasticamente, tanto da chiedersi: ma a chi interessa questo rivivere il passato in varie forme? Questo conservare il dialetto, i costumi, i canti dei nostri bisnonni? Ha ancora un suo perché investire energie, passioni per trovare sale vuole e disaffezione da parte di una città, che va in altra direzione? Morti (o molto anziani e malati) i patriarchi, chi segue le orme? Ieri sera, venerdì 26 maggio, alla festa per i 90 anni del Gruppo Folk Bosino il pubblico praticamente non c’era, poiché se escludiamo chi era direttamente interessato alla serata come partecipante, quanti erano presenti? Un chiaro segnale, che si aggiunge ad altri, che ho potuto notare in questi ultimi anni. Del resto non l’ha certo ordinato il dottore che bisogna continuare per forze su questa strada: cambiano i tempi, cambiano i gusti, mutano gli interessi, certe attività si abbandonano e altre se ne imparano. Il Gruppo Folk è nato anche per fare pubblicità alle bellezze della Città Giardino, neoeletta provincia italica. Oggi si usano altre strategie per promuovere il territorio: video che esaltino le bellezze paesaggistiche, iniziative volte a valorizzare la nostra terra come luogo adatto allo sport, al turismo congressuale, oppure va di moda la buona cucina, la Varese da masterchef eccetera. Il gruppo folk, il dialetto, i costumi, i canti tradizionali, come il teatro dialettale, la banda (anni fa, regiù Augusto Caravati, si tentò di far rinascere una Banda Bosina) sono merce da antiquariato. Così almeno dice il pubblico, così confermano le scelte degli amministratori, che non sponsorizzano, non investono in    queste iniziative, che sopravvivono grazie all’autofinanziamento, ai sacrifici dei pochi cultori del bel tempo antico. Nessuno ha colpa. Questa è la tendenza. Non è quindi il caso di prendersela, per lo scarso riscontro di pubblico.
Chi vuol essere lieto sia, del doman non c’è certezza….



1 commento:

  1. Vedo solo ora questo commento sconfortato e sconfortante per le tradizioni popolari (e dialettali) della nostra Varese! Eppure le espressioni dialettali sono in molti casi così onomatopeiche che, anche solo come intercalari, ciascuno ha forse già nel proprio vocabolario personale. Lo scarso riscontro agli avvenimenti summenzionati è dovuto, anche, dal fatto che non tutti sanno che - dopo il 'glorioso' Augusto Caravati - il momentaneo cambio del 'regiù' non è stato molto felice. Ora fortunatamente il tutto è cambiato grazie alla nuova ottima appassionata gestione con Luca Broggini. Cambiato - ma pur tanto valido - anche il Re Bosino. Discorso a parte, pur se l' 'aggregazione' è ovvia, meritano sia il Gruppo
    Canterino sia il Cenacolo dei Poeti dialettali.
    Tutte realtà che resisteranno nel tempo anche con la giusta informazione che, come Luca insegna, deve essere sempre più 'appassionata' e 'esauriente' (ma non 'esaurita' come invece evidenzia il suddetto commento. Alziamo lo sguardo! non solo guardando i sassi sotto i nostri piedi!)

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