Sto
seguendo il 100° Giro d’Italia 2017, ma a tratti, cioè guardo solo le tappe in
salita, e di queste solo quelle che si concludono in salita. Come ieri, in
Abruzzo. Guardando le immagini di anno in anno sempre più affascinanti, soprattutto
quelle del gruppo compatto, ho pensato ad un inganno. Soprattutto chi il
ciclismo non lo mastica, può pensare ad uno sport elegante (tipo il tennis),
così tutti colorati, attillati, microfonati, guantati, luccicanti….in verità
dietro quell’apparenza (e qui lasciamo stare il doping, facciamo finta che non
esista) ci sono atleti sofferenti, che
partono con faringiti, bronchiti, qualche linea di febbre, abrasioni che
seccano al sole, oppure fresche di giornata, con sangue che gocciola e vestiti
strappati, dolori in varie parti del corpo, e devono pedalare per ore, sempre a
tutta…ma avete idea di cosa significhi finire sull’asfalto anche a ‘soli’ 30 o
40 all’ora? Ma avete idea della fatica che si fa in salita, per andare a 20 all’ora
con pendenze del 10%? Uno non pratico
guarda e dice: ‘Che ci vuole? Basta far girare le gambe!’ Senza parlare dei
pericoli.
Il
ciclismo da Giro d’Italia è una disumana fatica multicolore.
"Disumana fatica". E c'è chi la fa gratis! Pertanto non mi commuove.
RispondiEliminaBè, chi fa una fatica così gratis è fuori di testa!!!!! Io massimo 120/130 pulsazioni...una fatica gradevole! e con rischi minimi....
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