Venerdì 29 agosto 2014 –
21.30
Caro Marco, da oltre un
anno non scrivo più nulla ma oggi torno qui, dopo la notizia che gli esami non
vanno bene e che dovrai affrontare la pena di una nuova cura con la chemio.
Oggi sono venuto a trovarti, ti ho portato una piccola crostata, tu mi hai
regalato in anteprima i tuoi nuovi cd. Sai che il tuo calvario è solo
all’inizio, e oggi questa nuova cura è più dura perché minore è la speranza, la
ricaduta ti obbliga a pensieri tristi, il tumore viaggia, i segni sono piccoli
ma la paura è tanta. Ancora una volta hai detto che preghi affinché Dio ti
possa dare la dignità per affrontare questo cammino doloroso, hai detto che Dio
ogni tanto c’è e ogni tanto scompare, i dubbi ce li hai, “Purtroppo non ho la
certezza di fede di alcuni miei amici” hai detto. Come ti capisco.
Ogni minimo dolore ti fa
paura, il pensiero di ciò che dovrai vivere ti allarma, le giornate sono
lunghe.
“La mattina quando mi
sveglio è forse il momento più brutto. Ogni volta speri sia solo un brutto
sogno ma devi fare i conti con la realtà, non è un sogno. A volte vorrei poter
dormire, solo dormire.”
Come ti capisco, caro
Marco. La vita diventa uno sforzo continuo per reagire, ogni tanto ti lasci
andare sul divano, vorresti davvero dimenticare tutto e lasciarti andare ma sai
che è peggio, una cosa è brutta, difficile ma lasciarsi andare è ancora peggio
e allora reagisci, cerchi di fare qualcosa in casa, le passeggiate con Buddy e
ogni volta che esci reciti il rosario, e cerchi di mantenere gli impegni
musicali, ma anche la musica non basta, tutto è fatica. Hai ammesso che hai
bisogno di Gabriella, quando c’è lei riesci a sopportare meglio, ‘scarichi’
addosso a lei la tua pena, ti puoi sfogare, sai che è egoistico ma ne hai
bisogno, e io ti capisco benissimo. Sei fin troppo bravo, per il poco che posso
vedere io.
Ascolto le tue canzoni e
mi commuovo. Scaccio il pensiero che tu possa andartene ma so benissimo che
quel cancro è bastardo, duro a morire. Non voglio perdere la speranza. Cercherò
di starti vicino, con la mia povera umanità.
Ti abbraccio Carlo
19 - continua
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