Non si può certo dire che Bruno Belli,
ricercatore appassionato, stia con le mani in mano. Eccolo annunciare un nuovo
volume. Sarà infatti nelle librerie dal prossimo 27 maggio e, quindi, anche nei
vari siti online di vendita del settore
VILLA TOEPLITZ DI VARESE (Macchione
Editore)
Si tratta del primo studio monografico sulla
villa varesina e si focalizza su due punti fondamentali: la Storia dei coniugi
Toeplitz, inserita nel contesto varesino ed europeo dell’epoca; le notizie
sulla villa e sul parco con riferimenti a documenti di archivio, a
testimonianze e ad immagini, una parte dei quali fino ad ora inedita, frutto di
ricerche e d’intersezioni tra le discipline storiche, artistiche e sociali.
Come scrive Bruno Belli
nell’«Avvertenza», il libro è un rifacimento, con numerosi ampliamenti, con
integrazioni, con foto inedite, con testimonianze dell'epoca, del piccolo
volume strenna edito dall’«Associazione Mazziniana Italiana» sezione di Varese
«Giovanni Bertolè Viale», le cui copie sono andate esaurite in soli tre mesi e
la cui prefazione è ristampata nel volume.
L’Editore Macchione, in accordo con
l’Associazione stessa, ha così proposto all’autore una revisione del testo con
l’inserimento di tutto quel materiale che, per motivi logistici, non poteva
entrare a fare parte della pubblicazione edita dall’«Ami».
In Appendice vi è anche l’importante
intervento «Villa Toeplitz e l’Università degli Studi dell’Insubria», curato
dall’«Università dell’Insubria» nelle persone dei professori Ezio Vaccari
(Centro di Ricerca sulla Storia della Montagna, della Cultura Materiale e delle
Scienze della Terra) e Daniele Cassani (RISM), di Sara Fontana e Claudia
Biraghi (Centro Internazionale di Ricerca per le Storie Locali e le Diversità
Culturali),
Dalla «quarta di copertina»:
«Il complesso di Villa Toeplitz, situato
nel rione di S. Ambrogio Olona a Varese, è uno dei massimi esempi di
«eclettismo» architettonico che si riflette adeguatamente nel parco,
considerato, oggi, uno dei dieci più belli d'Italia, grazie ai giardini, alle
fontane scenografiche ed ai giochi d'acqua accuratamente progettati. Si tratta
di un complesso che fa parte di una delle ben centoventi ville storiche site
nel Comune di Varese che conta il 73% del paesaggio protetto.
Fu soprattutto Edvige Toeplitz, donna
dai poliedrici interessi, a “disegnare” il parco secondo la propria sensibilità
e le suggestioni in lei nate durante il viaggio in Kashmir, dove poté visitare
gli «Shalimar-bagh» ed i «Verinag-bagh», le due più belle realizzazioni
dell'imperatore mongolo Jahangir, detto «Padre dei Giardini». La villa,
acquistata dal banchiere Giuseppe Toeplitz nel 1914, fu ampliata e disegnata
secondo le esigenze dei proprietari, che ne allestirono così un «unicum» in
Italia.
Dopo un'esauriente carrellata sulla
storia varesina tracciata dalla seconda metà dell'Ottocento riguardo gli aspetti
territoriali e l'ambiente sociale e civile, l’autore, ricorrendo a diversi
documenti, anche inediti, traccia i profili dei coniugi Toeplitz, di origine
polacca, Giuseppe, banchiere, ed Edvige Mrozowska, personaggio poliedrico ed
interessantissimo, e di alcuni tra i loro conoscenti più notevoli, molti
ospitati nella Villa di Varese: Matilde Serao e Margherita Sarfatti,
«Margheritona» come la chiamava Giuseppe Toeplitz, il regista Alessandro
Blasetti, Mario Soldati, il Duca degli Abruzzi, il Conte di Torino, banchiere
Henri de Rothschild, membri delle famiglie Agnelli e Pirelli, Achille Bertelli,
Léon Kochnitzky, Gabriele D'Annunzio, Rabindranath Tagore ed un gruppo di
musicisti tra i quali Arturo Toscanini, Jan Paderewski, Mieczysław Horszowski,
Vladimir Horowitz.
Quindi, si addentra nella “scoperta”
della Villa e del Parco, quest'ultimo di straordinaria ricchezza grazie ai
giochi d'acqua «musicali» ed ai giardini «eclettici».
Le ricche note al testo e la bibliografia
rendono ancora più prezioso e godibile questo lavoro su di un aspetto non
sempre conosciuto della cultura e dell’arte in Italia, patrimonio da conservare
e da trasmettere per progettare il futuro».
L’autore desidera ringraziare:
- Roberto Gervasini e Pietro Macchione,
il primo quale “ideatore” della mia ricerca sulle “storie” di «Villa Toeplitz»,
il secondo per la fiducia più volte dimostrata nel mio modesto lavoro;
- il dottor Piergiovanni Salimbeni che
ha “riscoperto” il telescopio appartenuto ad Edvige Toeplitz e mi ha
gentilmente concesso l’uso delle immagini da lui scattate.
- Agnieska Kaczmarek Tucci per la
traduzione dal polacco in Italiano delle pagine dedicate ad Edvige Toeplitz nel
libro Polawiaczki perel: Pierwsze Polki na krancach swiata di Ula Ryciak;
- Il personale degli archivi e delle
biblioteche cui mi sono rivolto e quello della «Cineteca Italiana» di Milano.
L’Università degli Studi dell’Insubria, nelle persone dei professori Ezio
Vaccari (Centro di Ricerca sulla Storia della Montagna, della Cultura Materiale
e delle Scienze della Terra) e Daniele Cassani (RISM), di Sara Fontana e
Claudia Biraghi (Centro Internazionale di Ricerca per le Storie Locali e le
Diversità Culturali), per la collaborazione e per l’intervento «Villa Toeplitz
e l’Università degli Studi dell’Insubria», pubblicato in «Appendice» al testo.
Le splendide foto di copertina sono di
Eugenio Manghi.
Nessun commento:
Posta un commento