mercoledì 28 febbraio 2018

I vincitori di Torgnon


                                                     ph carlozanzi


A una settimana di distanza, completo la cronaca delle gare di sci di Torgnon della scuola media Vidoletti. Dominio dei primini. Fra le ragazze prima Elena Sarvello, seconda Greta Bulgheroni e terza Marta Migliori. Fra i ragazzi, primo Giacomo Borghese, secondo Alessandro Caravà e terzo Federico Colacurto. Cornelio Brega ha vinto nello snowboard. In foto anche Betta e Daniela, ottime sciatrici-accompagnatrici. 

Trent'anni di 'insuccessi' - 1


In questi giorni parlerò spesso dell'incontro del 24 marzo. Lo faccio per fare pubblicità, ovvio, ma anche perché con questo blog vorrei far capire un po' chi sono e cosa voglio dalla fetta di vita che ancora mi resta. Quando ho scoperto, la scorsa estate, che nel 2018 il 24 marzo cadeva di sabato, un giorno che può andar bene per un incontro pubblico, ho pensato: 'Perché non ricordare i miei trent'anni di scrittura'? Era infatti il 24 marzo del 1988, un giovedì, quando, verso le 8.30, passavo per corso Matteotti. Vidi nella vetrina della libreria San Vittore (ora non esiste più) esposto il mio primo libro pubblicato: 'Papà a tempo pieno'. Dovevo essere al lavoro alle 9, la libreria apriva alle 9, non potevo acquistarlo. Avvisai mio padre e fu lui a portarmelo alla Vidoletti. Trent'anni dopo sono ancora qui, con la penna in mano.

1-continua

lunedì 26 febbraio 2018

Le preoccupazioni

                                                                               ph da google immagini



Cosa intendo qui per preoccupazioni? Non certo i drammi, quelli sono eccezioni, purtroppo a qualcuno toccano, purtroppo c’è chi non ne esce, no, qui parlo delle preoccupazioni normali, di tutti i giorni o di qualche periodo della vita. Sgradite compagne che a volte, quando si sommano, ti lasciano dentro una lieve, opprimente ansia permanente, che toglie il dolce della vita e ruba un po' di speranza per il futuro. Riflettevo su questo tipo di preoccupazioni. Più si va in là con gli anni, più si vive un’illusione: si pensa di avere il diritto di non aver più preoccupazioni. Gli imprevisti, le incombenze noiose, la burocrazia diventano insopportabili, e penoso è doversene occupare. La tentazione della delega è costante. Ebbene: ad ogni età avremo sempre preoccupazioni, volerle eliminare significa smettere di vivere. Evitarle del tutto è impossibile. Quindi conviene farsele amiche, come fattori esistenziali che non danno senso alla vita ma che ci fanno sentire vivi. Arrabbiati ma vivi. Nervosi ma vivi. Stimo le persone che, forti di tale consapevolezza, anche a novant’anni accettano le leggi misteriose della vita, che hanno ormai imparato a memoria. 


Per pietà

                                                                                   ph da google immagini


PER PIETA'
di carlozanzi

Sono vivo e taglio questa zucca,
Bon Iver l'affetta insieme a me.
Stringo l’attimo coi pugni ben serrati,
fino a farmi sanguinare dieci dita.

Nella sera si spegna ogni mia lagna,
l’attimo d’oro riluce qui in cucina,
il mio respiro è tutta la mia gioia,
già il vedere va oltre ogni misura.

Trombe, organo, voce e clarinetto,
la pretesa è indigesta al minestrone,
il senso sta nel taglio della lama,
nella fiamma, nel cibo, nelle note.

A Sinead non basta la sua voce,
triste ragazza, non smetti di incantarmi,
amica mia, il tuo canto benedetto
entra nel cuore, a metà fra cielo e zucca.

Non domani ma oggi, ora, l’istante,
il domani è solo un oggi che ho sperato,
mentre l’oggi è un domani già incartato,
so che Mark la pensa come me.
Ora è lui la magia del mio momento,
scivola in groppa al cavallo di un sorriso.

Certo la Siria, le bombe, il grande orrore,
il dolore, come no…certo, si muore.
Ma vi prego, amici dell’impegno,
voi che le zucche le donate agli altri,
lasciatemi un minuto di respiro;
se il minuto a seguire non verrà
che questo mi soddisfi… per pietà.

26.02.2018




Auguri, Alle

                                                                                                       ph cibi


Felice compleanno al mio amico Alessandro detto Alle (primo a sinistra), ottimo runner. 

domenica 25 febbraio 2018

Voglia di primavera

                                                                                              ph carlozanzi


Non amo affatto la canzone ben piazzata a San Remo, quella della vecchia che balla e che spera in un futuro vacanziero, dove si venga lasciati in pace, però devo ammettere che quel passaggio è efficace nel descrive il desiderio di tranquillità, comune ad ogni età. In particolare ora vorrei che l'inverno mi lasciasse in pace. Amo la neve, è vero, amo scivolare sulla neve, ma amo follemente la primavera, il tepore, la luce e anche un po' di sonnolenza, che ti fa sognare.  

Alex in Corea


Non è il mio primo ex alunno che partecipa come atleta alle Olimpiadi (certamente gareggiò Chicca Macchi nel basket), ma sono molto contento perché Alessandro Andreoni volerà in Corea del Sud, a Pyeonchang, per vivere l’esperienza dei XII Giochi Paralimpici invernali (dal 9 al 18 marzo), come componente della squadra di hockey su slittino. Alex, un ragazzo volitivo, educato, impegnato, di talento, che già quando era mio alunno alla Vidoletti amava lo sport. Eccolo nel febbraio del 2011, fase provinciale dei Giochi Sportivi Studenteschi di tennis tavolo ad Angera, è il primo a sinistra. Poi ha conosciuto l’hockey su slittino, grazie all’Armata Brancaleone e alla Polha Varese di Daniela Colonna Preti. Un crescendo rossiniano, sino alle Olimpiadi. Allo stadio del ghiaccio di Gangneung la nazionale italiana cercherà di farsi onore. E noi la seguiremo. Forza Alex!

L'albero di Enrico

                                                      ph dall'archivio Arcelli


Domenica 4 marzo, alle ore 10, in Villa Toeplitz a S.Ambrogio, verrà messo a dimora un albero in ricordo del prof. Enrico Arcelli, medico sportivo, divulgatore scientifico e sportivo praticante, che amava la villa dei Toeplitz (oggi parco pubblico). Ho conosciuto Enrico molti anni fa, in occasione di alcune interviste intorno al suo best seller ‘Correre è bello’. Qualche volta abbiamo anche corso insieme, in Villa Toeplitz e altrove. Fu lui ad indicarmi il passaggio da San Cassiano verso il Poggio, che oggi rientra nel mio giro che chiamo ‘Big Tour’. Da lui ho ricevuto preziosi consigli. Giustamente si ‘vantava’ di aver corso la maratona sotto le tre ore (in foto, eccolo a Milano), però si rammaricava di non essere riuscito a vivere l’esperienza del triathlon (‘Con il nuoto proprio non c’è mai stata confidenza’ mi disse un giorno, chiacchierando in via Vico). Gentile, sempre disponibile a trasmettere il suo vasto sapere (venne anche come relatore alla scuola media Vidoletti), ha corso sino all’ultimo. Poco prima della sua morte prematura, ci trovammo lungo la salita che porta a Fogliaro. Mi accompagnò per un tratto, poi preferì tornare in discesa: ‘Per me questo basta’ mi disse. Ha pubblicato molti libri di successo, ha insegnato metodiche di allenamento sportivo rivoluzionarie, è stato preparatore atletico di squadre professionistiche, ha avuto una vita ricca di soddisfazioni anche come marito, padre e nonno. Chi lo ha conosciuto, non può che ricordarlo con grande piacere. 

sabato 24 febbraio 2018

La verità di Elvira

                                                               ph carlozanzi

Interessante pomeriggio letterario-musicale in Galleria Ghiggini, a Varese. E’ stato presentato il libro ‘La verità di Elvira –Puccini e l’amore egoista’ scritto da Isabella Brega (foto), caporedattore centrale di Touring. A fare gli onori di casa Eileen Ghiggini (foto), ad intervistare l’autrice il giornalista e scrittore Mario Chiodetti (foto). Letture a cura di Sofia Iura (foto) e Eileen Ghiggini, al pianoforte il maestro Francesco Miotti (foto), voce del soprano Sara Tisbe.

Perché un altro libro su Giacomo Puccini, quando la sua biografia è sterminata ed è già stato scritto tutto su di lui? Perché ogni libro è una ricchezza, questo ci mostra il musicista nel suo rapporto con l’universo femminile: una madre, cinque sorelle, una moglie e tante amanti più o meno segrete. La verità di Elvira: Elvira chi? Elvira Bonturi, che lasciò marito e figli per seguire Puccini, donna forte e passionale, che non abbandonò mai il musicista, che aspettò vent’anni ma infine riuscì a sposarlo, nonostante tutto, nonostante i continui tradimenti: Corinna, Sybil, Josephine, Rose….Carta canta: sono le lettere a parlare, quelle scritte da Puccini (migliaia) e quelle che a Giacomo arrivavano. Ecco il Puccini virile e debole, contraddittorio ed egoista, passionale e timido. Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, si dice: per Puccini vi fu senz’altro Elvira, insuperabile, ma non lei soltanto, donne forti, capaci di ispirarlo, di mantenere in lui il fuoco dell’innamoramento. Ebbe a dire Puccini: ‘Io devo sempre essere innamorato e quando non lo sarò più, fatemi il funerale.’

Impastando la pizza

                                                           ph da google immagini



IMPASTANDO LA PIZZA
di carlozanzi


Mi è nato il pianto impastando la pizza,
perché morirò, moriranno i miei amori,
perché ho condannato i miei figli a morire,
perché ho dato loro il profumo dei fiori,
un giorno d’amore, il piacere e il soffrire.

Mi è nato il pianto impastando la pizza,
fra lacrime e sale e farina bagnata.
Non so perché piango, se di gioia o di rabbia,
perché amo la vita, perché temo la vita,
perché inetto od eroe, perché debole o forte.

So che il pianto e la pizza
mi fanno star bene,
ingredienti al banchetto
con un conto salato,
non credenti o credenti
sarà sempre un saluto.

Ho impastato la pizza
con il volto segnato,
ora asciuga il sentiero
nel sorriso malato.



24.02.2018




venerdì 23 febbraio 2018

Il tetto di Mock

                                                                                           ph carlozanzi


Sì, ci vogliono le fondamenta ma anche il tetto. Mock aveva buone fondamenta e un solido tetto. La sua casa non è crollata. Ciao fratello mio. 

The Grapes alla Coopuf


Sabato 24 febbraio, dalle 22 alla 1, The Grapes alla Coopuf di via De Cristoforis, a Varese.


The Grapes è una giovane band nata sulle sponde del Lago Maggiore, tra Luino e dintorni. 
Folgorati dalla colonna sonora del celebre film di Sean Penn "Into The Wild" (tratto dal romanzo di Jon Krakauer), decidono di costruire un progetto musicale speciale, a metà tra il musical, la poesia e il teatro. 
Dopo un calendario di eventi che li ha portati a calcare i palchi della provincia, sabato 24 febbraio saranno live alle Cantine Coopuf per proporre un condensato del "Into The Wild Project" arricchito da nuovi brani recentemente inseriti in repertorio.
Arrangiamenti acustici all’interno dello stile folk anglosassone, con l’uso di strumenti tipici, dalle chitarre acustiche al banjo, dall’armonica all’ukulele, oltre alla base ritmica di basso e batteria la serata presenterà dalle traditional song di più di un secolo fa a brani di cantautori anni ‘60 e ‘70 insieme all’ “Indie Folk” di artisti contemporanei.


Davide Cipolletta - Bass, Acoustic Guitar, Singer & Vocalist
Riccardo Cugnasco - Drums & Percussions
Margherita Gagnoni - Singer & Vocalist
Alessandro Gareri - Acoustic Guitar, Ukulele, Banjo, Singer & Vocalist
Guido Zanzi - Acoustic Guitar, Banjo, Harp, Piano & Keyboards

Auguri Stefano


Felice compleanno al mio amico Stefano detto Pillo. 

Il talento dei giovani


Vado sempre volentieri a parlare della mia esperienza di 'scrittore' ai giovani. Stamani mi hanno invitato alla scuola paritaria GB Vico e Fermi di Varese. Ragazzi di quinta che, almeno all'apparenza, non si sono annoiati. Il che è un successo. Ho parlato fra l'altro della vita che è un soffio e quindi non va sprecata, del talento che spesso non si riconosce in noi, è solo un talentino eppure prezioso.  

Altalena

                                                                                                ph carlozanzi


Alla fine si preferisce sempre l'altalena. 

Sezione sci nordico Vidoletti

                                                                                              ph carlozanzi

A Torgnon non poteva mancare la sezione sci di fondo Vidoletti. Un grazie di cuore ai genitori Zen e Genovese. 

Torgnon 2018


                                                                                               ph carlozanzi

Il sole era molto pallido ieri a Torgnon, dove la scuola media Vidoletti ha vissuto le sue gare di slalom gigante e snowboard. Poi è arrivata anche la nebbia e la neve, ma i ragazzi si sono divertiti lo stesso. 

Vola via

                                                                                             ph carlozanzi


Una distrazione, una coincidenza malandrina, un errore ma anche un non errore e la vita, così leggera, vola via. 

Bisogno di Dio

                                                                                              ph carlozanzi


L'evidenza della non esistenza di Dio non regge il confronto con il bisogno che abbiamo di Lui.

mercoledì 21 febbraio 2018

Il ghetto di Venezia


                                                                                     ph daniela domestici

Per completare la bella serata ieri in Salone Estense, oltre al concerto di musica yiddish dei Klezmorim Maseltov, erano state esposte alcune fotografie di Daniela Domestici, dal sottotitolo: 'Una passeggiata estiva nel ghetto di Venezia. Suggestioni e atmosfere del presente per rivivere il passato. Per non dimenticare.'
Purtroppo deteniamo il triste primato del primo ghetto ebraico al mondo. Era il 29 marzo del 1516 quando il Senato veneziano stabilì che tutti gli ebrei residenti in città dovessero obbligatoriamente risiedere in una zona a loro riservata, nel sestiere di Cannaregio. Il ghetto fu eliminato nel luglio del 1797. 

Klezmorim Maseltov

                                                                               ph carlozanzi

Sarà che la serata era dedicata a mio fratello Mock, sarà che quando uno pensa agli ebrei pensa anzitutto alla loro sofferenza, sta di fatto che ieri sera mi sono più volte commosso, ascoltando il bellissimo concerto di musica klezmer, regalato al folto pubblico varesino, accomodato in Salone Estense, dal gruppo Klezmorim Maseltov. Non conoscevo questo genere musicale né il gruppo in questione, coinvolto nella serata da Luca Guenna e dalla sua associazione WOODinSTOCK, e sono rimasto affascinato sia dalla musica che dalla bravura dei musicisti, professionisti che hanno suonato davvero con grande passione. Fausto Saredi al clarinetto, Marcello Serafini alla chitarra, Emanuela Boggio alla chitarra e voce, Emiliano Renzelli (amico di mio fratello Marco) al contrabbasso e Elisa Carnelli, voce narrante.

La faccio breve: se non conoscete il gruppo e il genere ascoltateli, su internet si trovano video. Canzoni come Dona Dona, Maseltov, Hevenu Shalom Aleichem, Eli Eli restano dentro.  

Luca il guerriero

                                                                                              ph carlozanzi

Un grazie all'amico Luca Guenna, il guerriero, in lotta costante contro la malattia di Parkinson, che ieri sera ha offerto in Salone Estense al pubblico varesino un bellissimo concerto, musica klezmer suonata e cantata dai Klezmorim Maseltov.
Un esempio. Un modello di umanità che non si arrende.  

lunedì 19 febbraio 2018

Primizia


Fotografo sempre con piacere la prima primula della stagione, che sfida l'inverno sbucando dalla terra del piccolo giardino sotto il mio balcone. Ci trovo un atto di coraggio. 

Auto in riserva

                                                                                                     ph carlozanzi


Mi pare di essere arrivato ad una fase della mia vita che può trovare raffronto (soprattutto in certi momenti) con il vissuto di chi si trovi senza troppo preavviso con l'auto in riserva. Sperava di avere più carburante. E allora rallenta la velocità di crociera, trovando quella giusta andatura che permette il massimo rendimento con il minimo sforzo, cioè più strada possibile, sperando di trovare il benzinaio o persino di arrivare a casa. Sulla via non ci sono indicazioni di autogrill, non siamo in autostrada, così si va avanti. Adagio adagio.  

Indifferenza

                                                                                         ph carlozanzi


A volte conviene fingere indifferenza.

domenica 18 febbraio 2018

Brutti sogni

                                                                                                 ph carlozanzi


Dai brutti sogni, per fortuna, ci si sveglia. E così anche il lunedì mattina può apparire gradevole. 

Capelli color grigio cenere

                                                                                                   ph carlozanzi


E' iniziata la quaresima anche a Varese (in foto, streghe in abito color quaresima). Cenere in testa stamani, sui miei capelli che di anno in anno si fanno color cenere. Una cenere che quindi non risalta, come non risalta la quaresima nel mio animo. Non ho voglia di penitenza, di sacrificio, di mestizia. Amo la prima lettura della prima domenica di quaresima, il profeta Isaia che non consiglia il digiuno alimentare e la cenere in testa ma l'amore fraterno....amore verso tutti, soprattutto i più bisognosi, senza dimenticarsi dei parenti. Una sottolineatura che non è affatto scontata...almeno per me.

Una carica per Lorenzo



                                                                                            ph carlozanzi


Torno alla sfilata del Carnevale Bosino di ieri, sabato grasso. Il gruppo che ha vinto il primo premio è questo, la Carica dei 101 (anche se erano oltre 150), messa in scena dalla scuola S.Agostino di Casciago. Ho saputo che i partecipanti avevano nel cuore Lorenzo, un loro compagno di prima elementare, che sta lottando contro la leucemia. Quando sento queste notizie, bimbi che soffrono, sono avvelenato da una rabbia che non è per nulla ingiustificata, anzi, è giustissima. La sofferenza dei bambini è uno scandalo che non posso accettare.  

Dieci anni senza Luigi



Il 18 febbraio del 2008, dieci anni fa, moriva l’imprenditore Luigi Orrigoni, Mister Tigros, come scrisse il giornalista Gianni Spartà. Ho avuto il piacere di conoscere Luigi. Fu in occasione del libro che stavo scrivendo su Castronno. Mi consigliarono che non potevo parlare di Castronno senza raccontare la storia degli Orrigoni, e così incontrai Luigi, che in quegli anni stava iniziando l’avventura dei supermercati Tigros. Una seconda volta lo rividi durante la presentazione del libro, che avevo scritto per i 50 anni dell’Asea. Mi disse: ‘Perché lei non entra nel Panathlon?’ Lui sapeva già dove voleva arrivare, cioè voleva invitarmi in quel Club degli sportivi per farmi scrivere il libro sui 50 anni del Panathlon. E così è stato. In quegli anni, primi anni del nuovo millennio, Luigi mi dimostrò più volte la sua attenzione verso il mondo della cultura, dei libri, sponsorizzando più di un mio progetto. Ma non lo faceva solo con me. Molti varesini possono ringraziarlo per l’aiuto ricevuto da Luigi, mecenate della cultura, imprenditore che con Tigros stava andando alla grande. Purtroppo ci fu anche un litigio fra noi, colpa mia, sull’Agenda Varese del 2003, la prima: gli ‘regali’ qualche anno in più, se la prese molto, mi chiuse la porta in faccia. Era un uomo che non le mandava a dire, piuttosto impulsivo. Ci rimasi malissimo e chiesi scusa. Tornammo amici giusto un anno dopo, e la foto che ho scelto lo dimostra. Alla presentazione dell’Agenda Varese dell’anno successivo, novembre 2004, che lui aveva sponsorizzato, venne a trovarmi: pace fatta! Eccoci io, Maran, Luigi Orrigoni e Fausto Bonoldi. Insieme realizzammo un altro libro, poi si ammalò. Il nostro ultimo incontro fu alle Fontanelle, il suo quartier generale, proprio per quella sua ultima sponsorizzazione. Salutandoci gli dissi: ‘E’ arrivato il momento di scrivere un libro su di te!’ e lui rispose che era ancora giovane e che ci sarebbe stato tempo. Mi piace rivedere Luigi a cena, alla Madonnina di Cantello o da Venanzio. Era solito invitare i suoi amici almeno due volte l’anno, una a maggio, per gustare gli asparagi di Cantello, e l’altra in inverno, per la cassöra di Venanzio. Uomo generoso, gioiva della gioia altrui.

Ciao, Luigi.  

sabato 17 febbraio 2018

Il discorso del Re

                                                                ph carlozanzi



Ul discurs dul Re Busin

Donn e tusàn, óman e fiö, gént da Varées
di tücc i castelànz, dul céntro e di paés:
Busìtt, va salüdi! Sii vegnüü propri in tanti
dai sìit chi visìn e da quéi püssée distant(i).
L’è sèmpar ‘n gran spetàcul girà par i stràa
in mèzz a gent alégar e fiö mascuràa.
Caruzzùni, müsica, balerìn, burdèll
par mi, Re Busin, gh’è nagott da püssée bèll!
Incö a Varées, par unurà ra tradiziùn,
manca propi niènt, podi dill cun cugniziùn!
Alùra dìsi la mia, fin dal prinzìpi
e segùnd l’üsànza, di facc dul Municìpi.
L’ann passàa évi fài un cèrt paragùn
tra i manéeg dul cumün e il giügh dul balùn.
Ul Sindich l’è nai pròpi par quéla stràda:
l’ha dì: “Par vèng büsögna vess ‘n
Sa véed che da piciùra tanta n’è rivàda,
magàri tròpa, e parchè l’andàss mia trasàda
hann culuràa sia ‘l céntro che anca i castelànz;
‘na manéra mè ‘n’altra par sanà ‘l bilànz.
La cità l’è drée a cambià, quést l’è da sicüür,
ma in tücc i robb gh’hinn düü pées e dò misür:
la cültüra, ‘l türìsmu e pür l’inuvaziùn
hinn cèrt da rimarcà, ma öcc ai tradiziùn!
A prupòsit da cültüra, ma ven da dì,
hemm fai un pù da pass indré o giò da lì.
I nuvant’ann di “Bosìni Canterìni”
hann fai né cald né frécc ai “varesìni”.
Ann passàa, chì a Varées, gh’évan da pasàgg,
dur cinema e televisiun gran persunàgg.
Fìna ul “Bernascone d’argento” l’è ‘migràa:
i ‘taliani da Budapest unùr gh’hann fàa!
Finiculàar, teàtar, pustégg e staziùn,
un quaicòss l’è fai o l’è drée ‘ndà inànz da bun.
Ma intànt i negòzi püssée vécc, l’è destìn,
hinn ubligàa a tìrà giò la clèer, van a balìn!
Ul bigliétt da vìsita, per chi ‘l ven da föra,
l’è quél ca ‘l po vidé e quél che ‘l tröva:
vecc uficìn e cà da tant tèmp bandunàa
fan mia unùur ai busìtt e la sò cità.
Par mia parlà du l’inlüminaziùn di stràa,
du la sicürézza da nòcc par la cità,
che l’è sèmpar lì, cumè prima, ra caserma
(sperém che l’ann ca végn ghe sia mia ‘na cunférma).
Ul re busìn l’è feziunàa ai busìtt vécc,
ai quéi maràa che al Molina trövan técc:
gh’éva da tegnìi d’öcc l’aministraziùn,
ma fórzi l’éva mia quésta l’intenziùn.
Tra intrequéri e cuntròll püssée da ‘n’ann l’è passàa
sènza che a vüna suluziùn sa sia rivàa.
Vüna ‘drée l’altra i senténz tütt gh’hann ribaltàa:
Ma ai nost vécc, in ‘sto intràchen, ‘n quaidün ‘l gh’ha pensàa?
Varées l’è inscì bèla, ghe manca dumà pocch,
e la qualità dra vita saress mei ‘n tocch.
Mi crédi ca ga sia tanta bóna vuluntà.
Su, tücc inséma alura! Démas da fa!
Ho parlàa anca tropp, mo va lassi in cumpagnia:
di amiis, vost da cà… e par finì in alegria,
mi va racumandi: bevì ‘n bicer da vin,
a la salüüt vòstra e dul vòst
Re Busin!

Donne e ragazze, uomini e ragazzi, gente di Varese
di tutte le Castellanze, del centro e dei paesi:
bosini, vi saluto! Siete giunti proprio in tanti
da luoghi vicini e dai quelli più distanti.
E’ sempre un grande spettacolo girare per le strade
in mezzo a gente allegra e bambini mascherati.
Carri, musica, ballerine, fracasso,
per me, re bosino, non c’è niente di più bello.
Oggi a Varese, per onorare la tradizione
non manca proprio nulla, posso dirlo con cognizione!
Allora dico la mia, fin dal principio
e secondo l’usanza, delle faccende del Municipio.
L’anno scorso avevo fatto un certo paragone
tra la gestione del Comune e il gioco del pallone.
Il Sindaco ha preso veramente quella strada:
ha detto: per vincere occorre essere una squadra!
Tutti capitani nella squadra, non uno solo.
Sarà, ma quasi subito nel consiglio qualcuno
l’ha preso in parola e s’è chiamato fuori
e proclamato capitano d’una squadra nuova.
Cambieremo questa città! Hanno detto e l’han fatto!
Difatti, improvvisamente, tutte le strade hanno colorato;
ma non c’è niente da fare: il bianco può anche sporcarsi
allora hanno preferito il blu per non sbagliarsi.
Si vede che di vernice n’è arrivata tanta,
magari troppa, e perché non andasse sprecata
hanno colorato sia il centro che anche i rioni;
una maniera come un’altra per sanare il bilancio.
La città sta cambiando, questo è sicuro,
ma in tutte le cose ci sono due pesi e due misure:
la cultura, il turismo e pure l’innovazione
son certo da rimarcare, ma occhio alle tradizioni!
A proposito di cultura, mi sovviene,
abbiamo fatto probabilmente dei passi indietro.
I novant’anni dei “Bosini canterini”
non han fatto né caldo né freddo ai varesini.
Anni indietro, qui a Varese, v’erano di passaggio,
del cinema e della televisione gran personaggi.
Persino il “Bernascone d’argento” è emigrato
gli italiani di Budapest gli han fatto onore!
Funicolare, teatro, posteggi e stazioni,
qualcosa è fatto o sta procedendo davvero.
Ma intanto i negozi più vecchi, è destino,
sono obbligati a chiudere la saracinesca, vanno a pallino!
Il biglietto da visita, per chi arriva da fuori,
è quel che può vedere e quel che trova:
vecchie officine e case da tanto tempo abbandonate
non fanno onore ai bosini e alla loro città.
Per non parlare dell’illuminazione delle strade,
della sicurezza di notte per la città,
che è sempre lì, come prima, la caserma
(speriamo che l’anno prossimo non ci sia una conferma).
Il re bosino è affezionato ai bosini anziani,
a quelli malati che al Molina trovano alloggio:
c’era da tener sotto controllo l’amministrazione,
ma forse non era solo questa l’intenzione.
Tra indagini e controlli più d’un anno è passato
senza che ad una soluzione si sia arrivati.
Una dietro l’altra le sentenze tutto hanno ribaltato:
ma ai nostri vecchi, in questo intrigo, qualcuno ha pensato?
Varese è così bella, le manca davvero poco
e la qualità della vita sarebbe ancor meglio.
Io credo che ci sia tanta buona volontà.
Su, allora, tutti insieme! Diamoci da fare!
Ho parlato anche troppo. Ora vi lascio in compagnia:
di amici, dei parenti… e per finire in allegria,
vi raccomando: bevete un bicchier di vino,
alla salute vostra e del vostro Re Bosino.