Cosa
intendo qui per preoccupazioni? Non certo i drammi, quelli sono eccezioni,
purtroppo a qualcuno toccano, purtroppo c’è chi non ne esce, no, qui parlo
delle preoccupazioni normali, di tutti i giorni o di qualche periodo della
vita. Sgradite compagne che a volte, quando si sommano, ti lasciano dentro una
lieve, opprimente ansia permanente, che toglie il dolce della vita e ruba un po' di speranza per il futuro. Riflettevo
su questo tipo di preoccupazioni. Più si va in là con gli anni, più si vive un’illusione:
si pensa di avere il diritto di non aver più preoccupazioni. Gli imprevisti, le
incombenze noiose, la burocrazia diventano insopportabili, e penoso è doversene
occupare. La tentazione della delega è costante. Ebbene: ad ogni età avremo
sempre preoccupazioni, volerle eliminare significa smettere di vivere. Evitarle
del tutto è impossibile. Quindi conviene farsele amiche, come fattori
esistenziali che non danno senso alla vita ma che ci fanno sentire vivi. Arrabbiati ma vivi. Nervosi ma vivi. Stimo le
persone che, forti di tale consapevolezza, anche a novant’anni accettano le
leggi misteriose della vita, che hanno ormai imparato a memoria.
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