domenica 18 febbraio 2018

Dieci anni senza Luigi



Il 18 febbraio del 2008, dieci anni fa, moriva l’imprenditore Luigi Orrigoni, Mister Tigros, come scrisse il giornalista Gianni Spartà. Ho avuto il piacere di conoscere Luigi. Fu in occasione del libro che stavo scrivendo su Castronno. Mi consigliarono che non potevo parlare di Castronno senza raccontare la storia degli Orrigoni, e così incontrai Luigi, che in quegli anni stava iniziando l’avventura dei supermercati Tigros. Una seconda volta lo rividi durante la presentazione del libro, che avevo scritto per i 50 anni dell’Asea. Mi disse: ‘Perché lei non entra nel Panathlon?’ Lui sapeva già dove voleva arrivare, cioè voleva invitarmi in quel Club degli sportivi per farmi scrivere il libro sui 50 anni del Panathlon. E così è stato. In quegli anni, primi anni del nuovo millennio, Luigi mi dimostrò più volte la sua attenzione verso il mondo della cultura, dei libri, sponsorizzando più di un mio progetto. Ma non lo faceva solo con me. Molti varesini possono ringraziarlo per l’aiuto ricevuto da Luigi, mecenate della cultura, imprenditore che con Tigros stava andando alla grande. Purtroppo ci fu anche un litigio fra noi, colpa mia, sull’Agenda Varese del 2003, la prima: gli ‘regali’ qualche anno in più, se la prese molto, mi chiuse la porta in faccia. Era un uomo che non le mandava a dire, piuttosto impulsivo. Ci rimasi malissimo e chiesi scusa. Tornammo amici giusto un anno dopo, e la foto che ho scelto lo dimostra. Alla presentazione dell’Agenda Varese dell’anno successivo, novembre 2004, che lui aveva sponsorizzato, venne a trovarmi: pace fatta! Eccoci io, Maran, Luigi Orrigoni e Fausto Bonoldi. Insieme realizzammo un altro libro, poi si ammalò. Il nostro ultimo incontro fu alle Fontanelle, il suo quartier generale, proprio per quella sua ultima sponsorizzazione. Salutandoci gli dissi: ‘E’ arrivato il momento di scrivere un libro su di te!’ e lui rispose che era ancora giovane e che ci sarebbe stato tempo. Mi piace rivedere Luigi a cena, alla Madonnina di Cantello o da Venanzio. Era solito invitare i suoi amici almeno due volte l’anno, una a maggio, per gustare gli asparagi di Cantello, e l’altra in inverno, per la cassöra di Venanzio. Uomo generoso, gioiva della gioia altrui.

Ciao, Luigi.  

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