ph carlozanzi
...ove per poco il cor non si spaura.
Di fronte a spazi, silenzi, quiete, visti o immaginati, il cuore di Giacomo Leopardi quasi si impaurisce.
Quando l'infinito si presenta con immagini di silenzi e quiete, a me non fa certo paura. E' un richiamo alla trascendenza, alla bellezza, alla nostra piccolezza. La paura in me arriva quando la natura è matrigna, e allora prevale la paura della morte.
Ma forse Leopardi qui allude alla paura della vastità e potenza del pensiero, dell'immaginazione, e insieme alla sua inaffidabilità, a certe voci interiori che possono spaventare, alla paura di essere dominati, condotti, confusi e avviliti dalla mente.
Penso all'antico detto: la mente è serva fedele ma pessima padrona.
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