ph carlozanzi
E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.
Il rumore del vento fra le foglie, che viene a 'disturbare' l'infinito silenzio, genera in Leopardi il pensiero dell'eterno: l'infinito nello spazio diventa l'infinito nel tempo, il tempo passato e quello presente, una stagione che ha un suo suono. Un presente che non devo -almeno in quel momento- essere sgradito al poeta, visto come finirà poi la poesia.
Nessun commento:
Posta un commento