venerdì 30 giugno 2023
Eugenio Manghi: mezzo secolo di fotografia
Epitaffio
ph valentina zanzi
Sulla mia lapide, a scelta:'Morì come visse...per lo più sdraiato.'
'Pensò tutta la vita alla morte, che comunque lo sorprese.'
'Per fuggire alla morte credette in Dio, ma Dio lo punì per la sua poca fede.'
'Ogni giorno muoio un po', eppure ingrasso.'
'Non fate come fece lui...per carità!'
ps la giornata di pioggia mi ha indotto a queste riflessioni ma sono allegro...non si scrive di morte quando la triste sorella è vicina....
giovedì 29 giugno 2023
Paolo, Paola, Pietro, Petra...
mercoledì 28 giugno 2023
Anche Paolo in pensione
Uno alla volta se ne vanno tutti...in pensione, naturalmente. Non pensiamo male. La scuola si rinnova, come è giusto e naturale che sia. Quindi ieri è stata la volta del mio amico (e grande amico di mio fratello Marco, eccoli insieme in foto) Paolo Caggioni, storico prof di religione della Pellico-Righi. Gli storici hanno fatto storia ma ora scriveranno un'altra storia, e Paolo avrà di che divertirsi, vista l'abbondanza di nipoti e di interessi. Ieri grande festa alla Righi, e mi spiace di averla saltata, per improrogabili impegni di nonno.
Abbraccio qui Paolo, con i migliori auguri per una pensione 'rivitalizzante'!
martedì 27 giugno 2023
Enrico: più di così non vale!
Enrico Irmici, mio coetaneo, docente di educazione artistica alla Vidoletti, ha resistito in cattedra il più a lungo possibile, ma superati i 67 anni lo Stato ti manda obbligatoriamente in pensione. Enrico, spirito giovanile, avrebbe continuato ancora un paio di annetti, ma non vale quindi ecco la foto di rito. Da sinistra Laura Veroni, docente di lettere (nonché scrittrice), quindi Antonio Antonellis, già dirigente scolastico alla Vidoletti, il già citato Enrico, infine Salvatore Cuzzupè, già docente di educazione artistica e pittore.
Caro Enrico, noi del '56 siamo tutti poeti (come giustamente canta Miguel Bosè) quindi che la tua pensione sia poetica!
La Maglione va in pensione
domenica 25 giugno 2023
Croce di vetta
In foto il mio amico Emanuele Bassani sulla croce in vetta al Fletchorn (3985 m slm). Approfitto di questa foto suggestiva per dire qualche parola sulla recente polemica: croci in vetta sì o no? Nel mio romanzo 'Sassolungo' immagino il protagonista intento proprio a portarsi una croce, da piazzare sulla montagna simbolo delle dolomiti della Val Gardena, priva di croce sommitaria. A suo tempo avevo preso contatti con le guide della Val Gardena, i famosi catòres, per sapere le ragioni di quella privazione. La risposta era stata sintetica e categorica: ce ne sono già troppe di croci, non ne vogliamo altre. Pare che le croci di vetta deturpino il paesaggio (Dio creò le montagne senza croci) e offendano chi cristiano non è e non crede in quell'incrocio di legni. Io la penso diversamente: per me arrivare in cima e non trovare una croce è qualcosa di meno. Si dirà che la risposta non è esaustiva, ed è vero. Arrivato in cima pregherei lo stesso, anche senza croce, ma abbracciare una croce è più bello.
Il soave canto della peccatrice
Serata
interessante ieri sera, sabato 24 giugno, a Brinzio. Nella chiesa parrocchiale
è stato presentato l’ultimo libro del giornalista, narratore e oggi anche
drammaturgo, Riccardo Prando. Perché ‘Il traditore, il soldato, la peccatrice’
è un testo per il teatro, tre atti unici per la Passione. Quindi ieri nel luogo
sacro di Brinzio, il momento (fortemente voluto dal parroco) non è stata la
classica presentazione di un nuovo libro, ma una ‘sacra rappresentazione’ con
al centro l’ultimo dei tre monologhi, la peccatrice, cioè la Maddalena.
Sarò
sintetico perché invito a procurarsi il volume, edito da Macchione. Qui dirò
solo che lo spazio temporale è stato quasi totalmente occupato da Aurora Scarpolini,
una giovane di certissimo talento e di garantito futuro artistico. E’ stata lei
a leggere le parole di Maria Maddalena, liberamente allineate dalla penna di
Prando, evidenziando la sua preparazione come attrice. E qui una prima
riflessione: in un monologo teatrale è chiaro che la forza della parola (come
nella poesia) è essenziale, ancor più che in un romanzo, dove vi è maggior
libertà espressiva. E Riccardo Prando questa incisività, profondità è riuscito
a trovarla, come Aurora è stata in grado di riproporla con la sua voce.
La
lettura è stata intervallata da momenti musicali, e qui non solo spezzo una
lancia, ma un intero esercito di lancieri a favore di Aurora Scarpolini, che
pizzicando le corde dell’arpa e riempiendo le volte della piccola chiesa con la
sua voce ha regalato quell’emozione che la sola parola scritta più
difficilmente riesce a provocare. So di eccedere nell’enfasi, ma se uno mette
insieme quello che si immagina essere il canto degli angeli con quello delle
famose sirene che misero alla prova la resistenza di Odisseo, si ha un’idea
della dolce voce di Aurora.
sabato 24 giugno 2023
Stasera tutti a Brinzio
E dopo molti libri di storia locale, una raccolta di racconti e un
saggio ‘critico’ sul mondo della scuola (che ben conosce, avendo insegnato
lettere per quarant’anni), Riccardo Prando torna nelle librerie con tre
monologhi. Titolo del libro: ‘Il traditore, il soldato, la peccatrice’
Sottotitolo: tre atti unici per la Passione. Di che si tratta è lo
stesso giornalista e narratore a raccontarcelo: “E’ un libro che ho scritto
negli ultimi due anni. Il protagonista del monologo si rivolge direttamente
allo spettatore. Il primo ad entrare in scena è Giuda, che qui definisco il
traditore. Ho preso spunto dall’omonimo racconto che si trova nella mia
raccolta di racconti, che ha per titolo proprio Giuda, trasformando il testo
tutto in prima persona. Abbiamo poi la seconda figura, il soldato, cioè uno dei
centurioni romani intenti a crocifiggere il Messia. Il soldato, rapito dallo
sguardo sofferente del Crocifisso, resta paralizzato. Infine la peccatrice,
cioè la Maddalena: Gesù passa, lei ne è attratta, lo segue, bacia i suoi piedi
e li asciuga con le sue lacrime. E proprio quest’ultimo testo vedrà la
recitazione e l’accompagnamento musicale di Aurora Scarpolini.”
L’appuntamento è quindi per sabato 24 giugno, ore 20.45, chiesa parrocchiale di Brinzio.
Come sottolinea
l’autore, il Vangelo è sempre attuale, tutti potranno riconoscersi in uno dei
tre personaggi sulla scena.
La nostra vita...un capolavoro
Il titolo del 45° Palio delle 6 contrade di Masnago è 'La nostra vita...un capolavoro'. Ho avuto la fortuna di poter prendere parte a questa manifestazione, presentando ieri il mio romanzo 'La strada per le stelle'. Ringrazio quanti sono intervenuti. Mi spiace che durante il dialogo fra me e il giornalista Paolo Costa non sia mai stato citato il titolo del Palio...forse perché la mia vita non è certo un capolavoro, né tale si può definire il mio romanzo. Però don Giampietro, nel suo discorso introduttivo, al secondo punto dice che non dobbiamo farci angosciare dai nostri limiti. Bene...e allora via l'angoscia, andiamo avanti e soprattutto partecipiamo agli eventi del Palio. Ad esempio oggi, sabato 24 giugno, a partire dalle 17.30 in piazza Ferrucci a Masnago, concerto live degli 'Acoustika'.
Per info: www.comunitapastoralemami.it
giovedì 22 giugno 2023
Chiara nutrizionista
Certamente la temuta prova costume è fattore che può indurre a qualche revisione sul nostro comportamento alimentare, ma al di là dei chili di troppo mangiar bene fa bene alla salute. Ecco qui un'indicazione, che potrebbe servire a chi non si accontenta dei consigli su google ma preferisce una professionalità più garantita.
Riso in una sera d'estate
Piacevole serata con gli amici Roberto, Riccardo e Paolo. Non il tradizionale risotto ma un più rinfrescante riso in insalata, cena all'aperto sul balcone che domina la periferia di Bobbiate, scorci sul Rosa annebbiato dalla calura. Poi un vento con minaccia di temporale, dialoghi fra letteratura e guai dell'età, qualche chiacchiera sugli assenti (gli assenti hanno sempre torto) ma soprattutto il piacere di un presente di amicizia.
Se poi c'è l'elicottero...
In bici vado solo in salita e quasi sempre da solo. A volte, preso dall'entusiasmo o dallo sconforto, immagino di essere in fuga davanti a tutti, stremato ma prossimo al traguardo. Stamani è capitato, ed è capitato che ad un certo momento un elicottero si è messo a volteggiare sopra il Campo dei Fiori. Il tipico rumore metallico delle pale mi ha gasato. E allora ecco l'elicottero che fa da ponte durante le gare, ecco i tifosi assiepati lungo i tornanti, un paio mi hanno anche spinto e io ho allontanato le loro mani, molti mi hanno detto che in alto mi aspettavano le ragazze (in verità i veri tifosi usano un'espressione più colorita) e ciò mi ha fatto bene, non pochi mi hanno lavato con acqua fredda...all'ultimo chilometro il tifo si è fatto pericoloso ma hanno piazzato le transenne...infine il traguardo!
Dovevi ricordarmelo il giorno prima
Chi presenta libri come me, chi organizza eventi, certamente ha sentito più volte la seguente frase: "Accidenti, mi sono dimenticato. Me l'hai detto troppo presto. Dovevi ricordarmelo il giorno prima."
A tutto vantaggio di costoro, ecco il mio avviso del giorno prima.
mercoledì 21 giugno 2023
Edoardo Albinati e la sua uscita dal mondo
Uno dei tre libri finalisti
al Premio Chiara 2023 è la raccolta di racconti di Edoardo Albinati ‘Uscire dal
mondo’. Albinati è mio coetaneo, classe ’56, docente al carcere di Rebibbia e
scrittore di successo. Il suo voluminoso romanzo ‘La scuola cattolica’ ha vinto
il Premio Strega qualche anno fa. Qui abbiamo tre racconti e parto dall’ultimo,
quello meno convincente, ‘Oubliette’, 40 pagine solo di virgole, senza un
punto, un punto e virgola, due punti…Niente, una prova di coraggio e di
pazienza per il lettore, un esperimento (certo non sarà il primo scrittore ad
averci provato) per dire che si può scrivere una storia interessante anche
senza delimitare le frasi con un bel punto. Altro non dirò di questo. Il primo
racconto della raccolta, ‘Ragazzo A’, ha tutte le componenti di uno scritto
normale, e rispecchia certamente l’esperienza lavorativa di Albinati, perché
Ragazzo A è un giovane in carcere, che frequenta la scuola carceraria, provato
dalla vita in maniera devastante. Una storia che descrive un mondo a molti
sconosciuto. Il racconto più lungo e per certi versi migliore è quello
centrale, ‘La figlia strana’, cioè la vicenda di un sacerdote e di alcune figure
femminili. In alcuni tratti (soprattutto della prima parte) ricorda un
brillante Piero Chiara, poi nella parte centrale si perde un po’ e alla fine
devia verso il saggio teologico.
Non ho letto altri libri
di Albinati. Questo mi pare un po’ affrettato, che denota comunque una facilità
di scrittura sorprendente e una indubbia originalità.
Anna-Valentina
foto da google immagini
Rivelo un piccolo trucco del mestiere. Quando si scrive un romanzo, almeno per ciò che riguarda i personaggi principali bisogna avere ben chiara la loro fisionomia, quindi conviene fare riferimento ad una persona reale, meglio se non appartenente alla cerchia familiare o degli amici più vicini. Nel caso del mio ultimo romanzo, 'La strada per le stelle', per la protagonista femminile, Anna, ho operato un 'furto' di immagine prendendo in prestito le sembianze di Valentina Antonello, nota giornalista del TG3.
Donna del sud
Qualche anno fa, ripensando al mio esame di maturità, scrissi questo racconto breve, in parte reale in parte fantastico.
Non ricordo né il nome né il cognome di quella donna del sud, e nemmeno il volto, eppure è dentro di me e non vuole andarsene.
Donna del sud
Non potrò mai dimenticarmi di lei. Una donna del sud, secca, intagliata di rughe che il trucco penosamente cercava di camuffare, un naso forte, occhiali sproporzionati, vestiti che la invecchiavano. Era il commissario esterno al mio esame di maturità, salita da noi per quattro lire, messa sul treno da chissà quali passioni. E una la incontrò in quelle aule. Una divenni io.
Che le fossi simpatico lo intuii agli scritti, al tema
di italiano, quando si avvicinò, appoggiò la mano sulla mia spalla sinistra,
sorrise e mi fece capire che era solo un tema, e che la maturità era un’altra
cosa. Sarebbe, forse, arrivata decenni dopo. Forse. Disse tutto ciò con un
sorriso speciale, modellato apposta per me, una carezza alla mia ansia da
esame.
All’orale davvero si spogliò per me, perse ogni
pudore, smarrì l’etichetta imposta dal ruolo. Non suscitò alcun imbarazzo
perché tutto era implicito, sottaciuto, compreso da noi due soltanto. Era un
abbraccio dei nostri occhi. Una relazione impossibile. Credo che per lui fossi
diventato, al tempo stesso, figlio e amante.
Non ero bello, probabilmente per lei ero interessante,
più intelligente di quanto i miei voti d’ammissione potessero comprovare. Forse
voleva andare a grattare sul fondo del barile, per far emergere le
incrostazioni depositate dalla timidezza. O forse la ragione contò poco in
quegli anni lontani, in quei giorni di maturità, in quel prologo d’estate che
mi avrebbe condotto al diploma e all’università. Le piacevano, immagino, la mia
testa sproporzionata, i capelli incolti e gli occhi piccoli, fari che
proiettavano una luce capace di abbagliarla. Sì, immagino avesse preso un
abbaglio per me e all’orale si diede da fare per dimostrare che aveva ragione
lei, che davvero meritavo quel voto, ero fra i migliori della classe perché
depositario non di cultura libraria; conservavo pochi concetti ma sensibilità
in esubero, un terreno fertile che sino a quel punto aveva ricevuto pochi semi
per incapacità del corpo docente di quel liceo, ma che si preparava a grandi
seminagioni e ad abbondanti raccolti futuri: perché lei, quella professoressa
ossuta e ricurva, che s’avvolgeva d’un profumo dolciastro, avrebbe intinto le
mani nelle mie zolle, depositando il suo amore per la vita. Fu così che dopo
Catullo, San Francesco, Leopardi e D’Annunzio pensò fosse arrivato il momento
di andare al di là del nozionismo, di saggiare il mio personale modo di leggere
le cose. Fu così (ero molto sudato, puzzavo per la tensione, speravo solo che
finisse nonostante lei mi avesse messo a mio agio), fu così –dicevo- che mi
chiese: “Ma cos’è, per lei, l’amore?”
Sprofondai nel panico. Me l’aspettavo che sarebbe
successo qualcosa, che non si sarebbe accontentata. Persi ogni lucidità e in
quello stato di nebbia le regalai un sorriso ebete e pensieroso. “L’amore?”
domandai passandomi la mano sul naso e sulla bocca riarsa dall’ansia. Lei non
rispose e attese, con due occhi che lentamente si piegavano nella delusione,
come una musica allegra storpiata dal disco che rallenta la sua corsa.
Mi voltai verso il pubblico per disperazione, forse
per nascondere una lacrima, non potevo chiedere suggerimenti per una domanda
che non avrebbe potuto averne.
Ma vidi lei, la mia ragazza di allora. Avrei dovuto
sposarla solo per quella presenza, le cose sono andate diversamente.
La vidi, mi voltai, risposi: “Cos’è per me l’amore?
Ecco la risposta” e indicai a braccio teso Laura.
La professoressa fu soddisfatta? La delusi? Mandò giù
un mezzo boccone di gelosia? Laura la apprezzò, confessandomi che si era
sentita imbarazzata. E lei? La donna del sud? Ricordo che mi strinse la mano
con un sorriso esagerato (e falso?), che mi rimproverò quando le dissi che
facoltà avevo in animo di scegliere e che mi premiò con un voto eccessivo. Fu
il suo bacio mai dato.
martedì 20 giugno 2023
Auguri, Damiano
Felice compleanno a Damiano Franzetti, giornalista di VareseNews, fra i massimi esperti di basket della nostra città. Già giocatore di pallacanestro di buon livello, è noto per la passione che lo accompagna durante le partite. A fronte di errori clamorosi (dei nostri giocatori o degli arbitri) scatta in piedi e lancia imprecazioni verso la volta del Palazzetto. Poi, calmatosi, riprende la sua cronaca.
Mamma mia, che incubo!
Sappiano, i maturandi che oggi affrontano la prima prova scritta degli esami di maturità, che anche 50 anni dopo ricorderanno come un incubo quell'esame, lo sogneranno con sfumature diverse ma con il medesimo finale: per fortuna che è un sogno! E dire che a me la maturità è anche andata bene, perché meritai un 48/60, quarto della classe, quando in realtà stavo nella metà bassa della classifica. Uno scatto finale degno di un velocista. In foto siamo nel 1974, 2^ liceo al 'Classico', l'anno prima dell'esame che avrebbe dovuto attestare la mia maturità, una qualifica che purtroppo non ho ancora raggiunto. Temo di passare dall'essere acerbo all'essere da gettare!
Ciò premesso, in bocca al lupo a tutti i maturandi. Che hanno comunque un indiscusso privilegio: sono giovani!!!!!
Venerdì si avvicina
E no, dimenticavo di ringraziare la Comunità pastorale che mi accoglie e che ha messo a mia disposizione la sala. In modo particolare devo ringraziare Massimo Giuseppe Mentasti (eccolo in uno scatto di qualche anno fa), che ho avuto il piacere di conoscere al settimanale 'Luce' e che ha 'sponsorizzato' la mia presenza al Consiglio pastorale. Sarà lui a presentare gli ospiti.
lunedì 19 giugno 2023
Vado al Massimo
E' stata per me emozionante la visita al IV Memorial Paolo Talamoni, ieri, sui campetti del Campus. Soprattutto mi ha fatto piacere ritrovare miei ex alunni che ho rivisto felici; una mia ex alunna teneva fra le braccia addirittura un bimbo. Osservando fra i giocatori, ventenni, trentenni, baldi giovani dai garretti potenti e dalle mani calde, ho notato un agonista che di anni ne aveva più o meno il doppio rispetto alla media. E ho riconosciuto lo sportivissimo dottor Massimo Fusaro, medico di famiglia recentemente pensionato, che con atletismo invidiabile e muscoli certamente tonici, reggeva il campo più che dignitosamente. Classe 1959, compagno di classe di mia moglie allo Scientifico 'Ferraris' di Varese, il dottor Fusaro è personaggio noto in città.
Chi mi conosce sa che sconsiglio gli sport di squadra a chi ha superato i 50 anni. L'ho ricordato anche al dottor Fusaro, che non mi ha dato torto, ma che ugualmente è tornato in campo, con l'entusiasmo di un ragazzino.
Paul sempre con noi
Ciao, Gianfranco
Ci siamo conosciuti agli inizi degli anni Ottanta, quando per matrimonio la mia residenza si è spostata da Biumo Inferiore a S.Ambrogio. Fra coloro che più si impegnavano in parrocchia, soprattutto a servizio dei giovani, parroco don Umberto Zerbi, c'era Gianfranco. Una persona generosa, aperta al volontariato. Infatti ci siamo rivisti anni dopo al Consultorio La Casa di Varese, dove Luisa e Gianfranco regalavano la loro esperienza matrimoniale alle giovani coppie.
Infine gli incontri alla Vidoletti, quando i suoi nipoti hanno cominciato a frequentare la scuola media dove insegnavo.
Sono vicino a Luisa, a Fabio, a Guido.
venerdì 16 giugno 2023
Una Messa per Francesco
Eccolo in foto (a destro) con l'inseparabile Carletto Maroni, sulle tribune dell'Ippodromo. Era il 2008, Mondiali di ciclismo a Varese. Francesco e Carlo, due grandi passioni per la bici.
Gino
Gino: passione, coraggio, rischio e un prezzo a volte troppo alto da pagare. Oggi sono qui a dire che i ciclisti rischiano troppo, lo spettacolo lo impone. Domani continuerò a seguire le gare. In piena contraddizione.
Gino Mader, ciclista svizzero di 26 anni, è morto oggi dopo la caduta di ieri, in discesa, al Giro della Svizzera.