Interessante - e a tratti anche commovente - l'incontro che questa sera ci ha fatto conoscere Marta Bassino, sciatrice fuoriclasse, fra le migliori interpreti mondiali dello slalom gigante, parte consistente della valanga rosa che, in questi anni, sta portando l'Italia ai massimi livelli. Marta, classe 1996, una predestinata a vincere, a due anni già sugli sci, una sicurezza e una leggerezza di sciata che le permette di affrontare non solo il gigante, ma anche il superg e persino la discesa libera senza temere la paura. "Ho provato pochissime volte la paura" ha confessato. "Quando scio mi sento sicura." Un'affermazione che può sembrare azzardata per chi sa cosa vuol dire affacciarsi su un muro innevato o ha raggiunto anche solo i 60 all'ora con due sci ai piedi, mentre lei fila ad oltre cento. Grazie all'instancabile Bambi Lazzati e a Romano Oldrini, che hanno organizzato l'evento nell'ambito del Premio Chiara - Festival del racconto, è stato possibile incontrare questa ragazza simpatica, spontanea, dai nervi d'acciaio e dal cuore tenero: Marta Bassino si è infatti più volte commossa, ripensando e rivedendo immagini della sua famiglia (il padre è stato suo allenatore per 12 anni), dei suoi esordi, delle sue clamorose vittorie. Sala piena, sportivi, molti alpini (Marta fa parte del corpo degli alpini), e anche l'incontro fra la valanga rosa che fu e quella che oggi (con Marta e tante altre) travolge le avversarie e sale sul podio: erano in sala infatti Piera Macchi e Daniela Zini (foto), che a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta hanno regalato all'Italia molte soddisfazioni. Molto bravo anche il giornalista sportivo Massimiliano Ambesi, che ha saputo rivolgere all'atleta le domande giuste.
Marta Bassino: talento e applicazione, coraggio e determinazione, rischio calcolato e un pizzico di follia, lacrime e - certamente - tante altre vittorie.
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