A 76 anni (un'età che per molti è già considerata avanzata e poco produttiva) Ernesto Masina, stanco di leggere romanzi complicati, con finali scontati, decise di scrivere il romanzo che avrebbe voluto leggere: ecco L'orto fascista (Macchione), una storia che è piaciuta, che ha venduto molto e che ha rivoluzionato la vita di Masina. E giù a scrivere, storie di ogni tipo ma per lo più ambientate a Breno, nella sua val Camonica, con protagonista fra gli altri don Arlocchi, il don Camillo della Lombardia, che con la sua arguzia, il suo amore per il prossimo e la sua benevolenza risolve i casi più intricati. Alla considerevole età di 88 anni Ernesto Masina ieri era alla Brunella, per presentare il suo nuovo romanzo, 'Nessuno' (Robin Edizioni). E noi eravamo lì, con il microfono davanti al suo naso: "E' la storia di un ragazzo che, rimasto orfano, si accorge di non esistere, perché i suoi genitori non si sono premurati di iscriverlo all'anagrafe né di farlo battezzare. Ancora una volta sarà don Arlocchi a risolvere la questione. Il romanzo è ambientato in Val Camonica, direi negli anni Sessanta ma potrebbe essere stato scritto anche di questi tempi."
Masina inventa storie alla velocità della luce, ha già pronti altri tre romanzi e un quarto e in fase di elaborazione. "Per me scrivere, soprattutto dopo la morte di mia moglie, è di grande compagnia, mi aiuta a non ricordare i momenti belli della mia vita, che ora che sono da solo belli non sono più. La salute, soprattutto quella mentale, mi aiuta ancora e allora vado avanti. Conto di pubblicarne due all'anno, perché non so se ho abbastanza tempo per vederli tutti."
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