sabato 10 giugno 2023

Giovanni La Rosa lascia il segno


 





Varese celebra con una mostra sul colle di Villa Mirabello un artista che dalla Sicilia (da Caccamo per la precisione) salì al nord agli inizi degli anni Sessanta con le idee abbastanza chiare: vivere d'arte. Un progetto nobile e rischioso, che La Rosa arricchì con una lunga carriera da docente, ma sempre con lui cannuccia e pennino, inchiostro e quell'ossessione per la geometria, la linea, il segno, i tratti che si intersecano, che inventano figure, che rielaborano caratteri, simboli. Il bianco, il nero, tenui colori, molta pulizia e precisione. Questo incontra il visitatore che salirà sul colle dell'arte e della memoria. C'è tempo sino alla fine di luglio e ne vale la pena. Io ci sono salito in un caldo sabato di giugno, purtroppo non ho incontrato il maestro, al quale avrei fatto domande. Ma ho potuto apprezzare il suo lavoro, oltre cinque decenni chino sul tavolo, un impegno che - come dice La Rosa - alla 'veneranda' età di 87 anni non si è affatto concluso. C'è tanto da sperimentare, c'è una regola di vita e di lavoro da rispettare. L'amanuense della Trinacria, varesino d'adozione e di elezione, si mette dunque in mostra, un'antologica che ripercorre la sua ricerca artistica. Oltre quarant'anni fa Giovanni la Rosa si fece conoscere dai varesini proprio con una mostra a Villa Mirabello, poi una trentina di altre personali in giro per l'Italia e non solo, un centinaio di collettive, pubblicazioni, lunghi capelli sempre più bianchi e la preoccupazione perché di pennini non se ne trovano più. 

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