L’ALBERO
DEL TEMPO
Umberto
Belardinelli, poeta, autore della raccolta ‘L’albero del tempo’ (Scriptores
edizioni), uscita nel novembre 2020, è una bella sorpresa nel panorama poetico
letterario varesino. Non più giovanissimo, classe 1956, siciliano di nascita,
varesino d’adozione, Belardinelli ha sempre scritto ma, riservato e umile qual
è, non ha mai pensato di andare oltre la soglia della condivisione con pochi
amici. E neppure il podio nel concorso di poesie Ozanam, anni addietro, lo ha
convinto della qualità delle sue strofe. Poi, complice forse il bisogno di
comunicare, la paura della solitudine, l’autore è uscito dall’anonimato
pubblicando ‘La luce duplice del bene’, una silloge per santa Faustina
Kovalska. Ed ora ecco ‘L’albero del tempo’: lasciamo che sia l’autore ad
introdurci nella sua poetica, riproponendo qui la prefazione alla silloge:
“In
questa raccolta di poesie che attraversano un lungo periodo della mia vita, ho
immaginato di aver vissuto ogni stagione come un albero. Una sorta di uomo-albero
radicato nella terra e con i rami protesi verso il cielo, ovvero il desiderio
di poter toccare la volta celeste tessuta nel suo mistero, ma trattenuto dalle
sue radici germogliate nella terra madre. In pratica, la curiosità naturale
dell’uomo verso lo sconosciuto, verso il mistero racchiuso dalle distanze.
Ho
ricordato e diviso in periodi questo mio tempo che voglio raccontare in versi,
analizzando sentimenti, pensieri e stati d’animo comuni ad ogni anima terrena.
Sembra quasi inevitabile giungere a questa analisi in età non più giovanissima,
ma i frutti si assaporano di più quando raggiungono la giusta maturazione. Ciò
che cambia in noi attraverso gli anni è la riflessione sul ricordo, poiché
questo diviene preda di nostalgie, dispiaceri, ma anche di gioie e scelte che
non avrei cambiato, neppure con la saggezza dell’oggi.
Questi
anni sono trascorsi velocemente; anche se la sua misura non cambia, il tempo ci
appare più rapido quando lo ricordiamo.
‘Dovevamo
saperlo che l’amore brucia la vita e fa volare il tempo.’ Questi versi di
Vincenzo Cardarelli fanno riflettere ed accendono ansie remote, ma ci lasciano
incolpevoli di fronte al passato divenuto evento, anche se è soltanto in noi la
causa che lo precede.”
Preceduto
da una ricca introduzione del professor Vincenzo Capodiferro, la raccolta è
divisa in sette capitoli: l’amore (sentimentale, affettivo, spirituale), il
duplice volto della realtà (bene-male, gioia-dolore), città e paesaggi della
memoria, il senso della vita e il nostro ruolo nell’universo, la perdita delle
persone care, pensieri sparsi e la fede in Dio. Il volume si conclude con la
biografia dell’autore, redatta da Gianfranco Galante.
La
poesia di Belardinelli non ama la rima, la definirei ‘classica’, ricca di
termini ricercati, colta, essenziale. Altre volte è ‘semplice’ e profonda, come
in Autunno: Stringimi forte,/ne ho bisogno ancora,/ora che la rondine è
lontana/e la paura torna a visitarmi./Stringimi forte,/mentre dischiude il
riccio/e ha voce d’autunno il prato./Tutto sfiorisce attorno a noi;/tutto
sfiorisce, tranne le tue mani,/tranne l’amore, qui,/tra le tue braccia.
Molto
presente è la tematica religiosa. Belardinelli, anche in seguito a vicende
dolorose negli ultimi anni, ha affinato la sua fede in Dio, risposta al bisogno
di salvezza, di eternità.
E’
possibile acquistare il libro presso la cartolibreria GianPi di via Montebello
3 a Casbeno, Varese, oppure rivolgersi direttamente all’autore
(u.belardinelli@alice.it)
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