ph attilio aletti
Venerdì 7 agosto 2015
Caro Mock,
alle sedici e quindici di ieri, giovedì 6 agosto, hai aperto le ali
per il tuo ultimo volo. Ti ho visto l’ultima volta verso le otto e trenta, dopo
aver vegliato con te. Volevo rivederti nel pomeriggio, sono arrivato troppo
tardi, quando eri già nella camera mortuaria, per noi inaccessibile. Sul tuo
letto, mentre ti portavano via, mia figlia Maddalena ha lasciato una rosa
bianca, comprata da un venditore ambulante non italiano. Era triste, Maddalena,
perché non trovava chi le procurasse una rosa per te: quel fratello
extracomunitario l’ha resa felice. Stamani arriverai a Varese e verrò a
trovarti, anche se già da giorni per me sei salito al cielo e lì ti vedo, con
mamma Ines.
Ieri sera, a poche ore dalla tua morte, la chiesa antica di Biumo, la
nostra chiesa di ragazzini, era colma di amici. Don Carlo, introducendo le
decine del rosario, ha sottolineato alcune tue peculiarità, non ha inventato
nulla: eri anche così.
La mia pagina fb straborda di commenti, mi piace, condoglianze,
abbracci virtuali. Telefonate, mail….L’effetto Mock è già iniziato. Ti meriti
tutto ciò, ti meriti un funerale alla grande, festoso, e ti meriti il dono
della memoria, per una vita memorabile.
In agosto, a cinquantasei anni: come mamma Ines. Non è un caso? Il
Mistero ci avvolge, a volte come una camicia di forza, altre volte, come ora,
come una coperta di lana, essenziale quando il freddo cresce e si comincia a
tremare.
Ho almeno due rimpianti: quello di non aver fatto in tempo ad incidere
una canzone, cantando con te. Il secondo: non essere riuscito a pubblicare
questo libro quando eri ancora in vita. Ci ho pensato troppo tardi, e tu te ne
sei andato troppo presto. Ho il grande dispiacere di non averti con me il 3
ottobre, quando presenterò il mio ultimo libro, ma farò in modo che la tua
presenza sia viva. Ma ho una grande gioia nel cuore: esserti stato vicino negli
ultimi anni, e soprattutto negli ultimi due. Mi sento un privilegiato, ho
potuto assorbire il tuo stato di grazia, la tua ‘santità’ anticipata. Sono
felice perché la mia mania di scrivere, di annotare per ricordare mi ha
accompagnato in questo tempo speciale, e ora posso testimoniare con verità ciò
che hai detto e fatto.
E’ cominciato l’effetto Mock. Ma tu mi manchi.
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