Mercoledì 12 agosto 2015
Caro Marco,
ieri una giornata di stacco, con gli amici Shalom a Saint Oyen. Una
bella escursione alla Tete de Fenetre e ai Lacs de Fenetre, con il panorama
stupendo della Grandes Jorasses e del Monte Bianco. Ma negli occhi anche ciò
che abbiamo vissuto lunedì 10 agosto, alle sedici, al camposanto di
Sant’Ambrogio Olona: un tavolino, una coperta rossa, una piccola croce, un
contenitore di legno chiaro, un mazzo di rose. Luce, un sole caldo, don Giorgio
che ha atteso l’ora convenuta e ha dato inizio alla breve preghiera. Mi sono
vestito elegante per te, caro Marco. Guardavo la piccola cassa, che raccoglie
le tue ceneri. Il pensiero che tutto il tuo essere fosse ricapitolato e
conservato in quel pugno di cenere era insostenibile, insopportabile. Per
questo volavo subito in alto, dentro la tua nuova dimensione, misteriosa ma
accettabile. Due operai ti hanno preso, ti hanno deposto in fondo al piccolo
loculo, hanno sigillato con il cemento la porticina quadrata, quindi una
seconda porta, con nomi, data, foto, fiori. Nel piccolo vaso bianco un girasole
e una rosa bianca, altre rose a terra. Sono felice che tu sia qui nel cimitero,
a pochi passi da casa mia, con mamma Ines, i nonni, gli zii.
35-continua
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