martedì 10 novembre 2020

Roma capùt

                                           Toney Douglas (foto dal sito della Pallacanestro Varese)
 

Troppo facile salire sul carro del vincitore, battere le mani quando le cose vanno bene, unirsi all’euforia dei più. Ora, per il basket di Varese da serie A, è arrivato il momento di dimostrare la qualità del nostro essere tifosi: siamo fedeli nella gioia e nel dolore, in salute e malattia, o ce ne andiamo sbattendo la porta, indignati per tanta pochezza? Per chi non segue il basket dirò che Varese, in questo campionato, dopo due vittorie sofferte ed esaltanti nelle prime due partite, ha inanellato cinque sconfitte di fila, l’ultima qualche giorno fa a Pesaro. Quattro punti, fondo della classifica e ipotesi di retrocessione. Sempre per chi non è del mestiere faccio presente che Varese ha cambiato gli otto-decimi della squadra, più l’allenatore, dato che Caja, per comportamento non in linea con i valori del team, è stato allontanato, lasciando la panchina a Bulleri, ottimo giocatore ma alle prime armi come coach. Per costruire una squadra ci vuole tempo, pazienza. Miracoli non se ne fanno. Inoltre la società non disponeva di fondi illimitati, quindi la scelta è andata su giocatori o giovani o sul viale del tramonto. Di questa seconda categoria fanno senz’altro parte Luis Scola (40 anni) e Toney Douglas (34 anni). Senza dubbio il più deludente si è dimostrato Toney, che abbiamo voluto mostrare in foto proprio perché siamo speranzosi che possa superare il momento di crisi e dare il meglio di sé anche a Varese. Scola naturalmente è ammirevole, data l’età: ottimo in attacco, non è altrettanto produttivo in difesa. Altra delusione giunge dal play titolare, Michele Ruzzier: molto ha patito per le troppe responsabilità che gravano sulle sue spalle, un poco gracili. L’altro play, Giovanni De Nicolao, fa quel che può. Ci si aspettava certamente di più da Denzel Andersson, che faceva sfracelli in Svezia e che poco ha sino ad ora combinato a Varese, dove gli è chiesto di fare i numeri in pochi minuti di gioco. Probabilmente dovrà preparare le valigie, lasciando la panca a Jalen Jones, ultimo fresco acquisto. O se ne andrà Anthony Morse, il giovane lungo che porta un cognome davvero impegnativo per la nostra città e che non ha certo brillato? Teniamo poi conto degli infortuni al capitano Giancarlo Ferrero e a Niccolò De Vico; consideriamo che manca, nelle partite casalinghe, la potenza e l’aiuto del pubblico varesino (assenza che in verità patiscono anche le altre squadre). Che altro dire? Che non abbiamo menzionato Ingus Jakovics e Arturs Strautins non per demeriti: diciamo che sino ad ora se la sono cavata bene, soprattutto il secondo. Ma diciamo soprattutto che non è certo il momento di abbandonare la squadra, né di abbandonarsi a facili giudizi, a quelle cattive considerazioni, dettate dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla delusione, che spesso non sono oggettive e che comunque un tifoso appassionato e fedele non lancia contro i suoi amati giocatori.

Forza Varese, dunque! Domenica prossima arriva a Masnago Roma, che è conciata come noi, 4 punti in 7 partite, affamata di vittoria: Roma càput mundi? No, Roma capùt.

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