Troppo
facile salire sul carro del vincitore, battere le mani quando le cose vanno
bene, unirsi all’euforia dei più. Ora, per il basket di Varese da serie A, è
arrivato il momento di dimostrare la qualità del nostro essere tifosi: siamo
fedeli nella gioia e nel dolore, in salute e malattia, o ce ne andiamo
sbattendo la porta, indignati per tanta pochezza? Per chi non segue il basket
dirò che Varese, in questo campionato, dopo due vittorie sofferte ed esaltanti
nelle prime due partite, ha inanellato cinque sconfitte di fila, l’ultima
qualche giorno fa a Pesaro. Quattro punti, fondo della classifica e ipotesi di
retrocessione. Sempre per chi non è del mestiere faccio presente che Varese ha
cambiato gli otto-decimi della squadra, più l’allenatore, dato che Caja, per
comportamento non in linea con i valori del team, è stato allontanato,
lasciando la panchina a Bulleri, ottimo giocatore ma alle prime armi come
coach. Per costruire una squadra ci vuole tempo, pazienza. Miracoli non se ne
fanno. Inoltre la società non disponeva di fondi illimitati, quindi la scelta è
andata su giocatori o giovani o sul viale del tramonto. Di questa seconda
categoria fanno senz’altro parte Luis Scola (40 anni) e Toney Douglas (34
anni). Senza dubbio il più deludente si è dimostrato Toney, che abbiamo voluto
mostrare in foto proprio perché siamo speranzosi che possa superare il momento
di crisi e dare il meglio di sé anche a Varese. Scola naturalmente è
ammirevole, data l’età: ottimo in attacco, non è altrettanto produttivo in
difesa. Altra delusione giunge dal play titolare, Michele Ruzzier: molto ha
patito per le troppe responsabilità che gravano sulle sue spalle, un poco
gracili. L’altro play, Giovanni De Nicolao, fa quel che può. Ci si aspettava
certamente di più da Denzel Andersson, che faceva sfracelli in Svezia e che
poco ha sino ad ora combinato a Varese, dove gli è chiesto di fare i numeri in
pochi minuti di gioco. Probabilmente dovrà preparare le valigie, lasciando la
panca a Jalen Jones, ultimo fresco acquisto. O se ne andrà Anthony Morse, il giovane
lungo che porta un cognome davvero impegnativo per la nostra città e che non ha
certo brillato? Teniamo poi conto degli infortuni al capitano Giancarlo Ferrero
e a Niccolò De Vico; consideriamo che manca, nelle partite casalinghe, la
potenza e l’aiuto del pubblico varesino (assenza che in verità patiscono anche
le altre squadre). Che altro dire? Che non abbiamo menzionato Ingus Jakovics e
Arturs Strautins non per demeriti: diciamo che sino ad ora se la sono cavata
bene, soprattutto il secondo. Ma diciamo soprattutto che non è certo il momento
di abbandonare la squadra, né di abbandonarsi a facili giudizi, a quelle
cattive considerazioni, dettate dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla
delusione, che spesso non sono oggettive e che comunque un tifoso appassionato
e fedele non lancia contro i suoi amati giocatori.
Forza
Varese, dunque! Domenica prossima arriva a Masnago Roma, che è conciata come
noi, 4 punti in 7 partite, affamata di vittoria: Roma càput mundi? No, Roma
capùt.
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