venerdì 30 novembre 2018
Il Coro Vidoletti a Casbeno
Questa sera, sabato 1 dicembre 2018, alle ore 21, nella chiesa parrocchiale di Casbeno, si terrà il Concerto di Natale del Coro 'Angelo Vidoletti' di Varese, diretto dal maestro Cesare Castiglioni.
Ingresso libero.
Questo è un signor regalo
Si sa, è iniziato il tempo -per certi versi leggermente angosciante- dei regali. Amate i libri? Amate le foto in bianco e nero? Volete un signor libro, foto di Carlo Meazza e testi di Enzo Laforgia? Pensate che farebbe piacere a chi ama autori quali Calvino, Fenoglio, Meneghello? Infatti Meazza si è recato sui luoghi descritti in tre famosi romanzi (Il sentiero dei nidi di ragno, Il partigiano Johnny e Piccoli maestri) e li ha fotografati. Non mi dilungo. Costa solo 29 euro, un regalo se si pensa al formato, alle 160 pagine, alla qualità delle immagini e alla passione romantica che ci sta dietro.
Vi ho risolto un problema.
mercoledì 28 novembre 2018
Tengo a bada la morte
TENGO
A BADA LA MORTE
di carlozanzi
Tengo
a bada la morte con le torte,
invasioni
di note alla mia corte,
la
santa distrazione scelgo in sorte,
m’invento
un dio che apra le sue porte.
Vale
ogni trucco per toglierla di dosso,
la
tengo quieta come un cane con l’osso,
scelgo
la vita, corro a più non posso
e
se diventa un buco, salto il fosso.
Si
sa come finisce la partita,
e
se ce la giocassimo infinita?
Non
c’è storia, non mi garba la sortita,
pretendo,
da vivente, la mia vita.
Tengo
a freno la morte con parole
che
non hanno il benché minimo valore;
molto
meglio abbracciare lo stupore
che
ti regala un bacio, o forse un fiore.
28
novembre 2018
martedì 27 novembre 2018
I racconti di Fazioli
SUCCEDE
SEMPRE QUALCOSA
In
soli quarant’anni Andrea Fazioli si è già dato molto da fare, in fatto di
scrittura creativa: romanzi e racconti, soprattutto. E per la prima volta riunisce
i suoi racconti, scritti in anni diversi, sotto la stessa copertina, dal titolo
‘Succede sempre qualcosa’ (Casagrande editore). Cosa succede? Succede che Fazioli ha
immaginato un anno, 36 racconti brevi, non più di quattro, cinque pagine.
Quello che introduce il mese è di scrittura recente, composto standosene seduto
su una panchina di una piazzetta della sua città, Bellinzona, osservando i
clienti abituali di quello spazio cittadino, riflettendo. Poi altri due
racconti per ogni mese, alcuni di immediata lettura, per lo più ricordi del
passato (i miei preferiti), altri più complessi, ricchi di citazioni, poetiche
e non, che lo scrittore completa con l’indicazione precisa delle fonti.
Ecco
allora una raccolta di oltre duecento pagine, anche coraggiosa perché il
racconto non è amato come il romanzo, gli editori lo sanno e centellinano le
uscite. Merito all’autore ticinese e al suo editore, sempre del Canton Ticino.
Fazioli,
a mio avviso, alterna le sue due anime letterarie, una incline al desiderio di
essere immediatamente compreso, che si nutre della propria vita, senza timore
di esporsi in prima persona, l’altra anima è più ricercata, intellettuale, che
si nutre di letture (abbondanti), di quel desiderio di essere capiti ma insieme
di lasciare mistero, ambiguità, un non scritto che fa dire al lettore: ‘Però,
qui devo rileggere, c’è un suono che riconosco ma è lontano, intuisco una
sintonia che però mi sfugge.’ Nel complesso la scrittura è ‘semplice’, la forma
scorrevole, stile a tratti giornalistico (Andrea Fazioli è anche giornalista).
Non mancano i temi a me cari: il senso della vita, lo scandalo della morte, gli
interrogativi posti dal suicido, l’amore per la bicicletta, per la fatica
insensata e salutare, la “vita nella sua straziante normalità”. Per avere solo
quattro decenni, Fazioli affronta temi da adulto attempato. Temi fondamentali.
E
poi contrappunti musicali (soprattutto l’amato John Coltrane, perché l’autore è
anche sassofonista), una natura sempre presente a condizionare discorsi e umori.
Amo
il racconto breve, quindi sono naturalmente portato ad invogliarne la
scrittura, anche se ultimamente sono tornato al romanzo. Il racconto breve o
brevissimo s’avvicina alla poesia, quindi è essenziale la cura della parola,
una trama sorprendente, l’intuizione, il creare alla svelta un’attesa che non
vada delusa. Non è arte facile quella del racconto, come nulla è facile nella
vita, se si vuole lasciare il segno. Fazioli scrive bene, quindi lo incoraggio.
Se mi è lecito un consiglio da vecchio narratore, attenuerei la sua propensione
alla citazione, aumentando il quoziente ‘personale’, regalando al lettore una
lettura sempre più facile e commovente.
Cucire
ph da google immagini
CUCIRE
di carlozanzi
Ti
stringo al buio, immagino il tuo corpo,
giovane,
incamminato verso il dopo,
che
si macchia di segni e di bugie,
le
stesse povertà che sono mie.
Ti
cerco al buio e trovo oggi il tuo io,
affaticato,
vivo, a caccia del tuo Dio,
sensi
di colpa, rabbie, occhi sereni;
commosso
striscio in cerca dei tuoi seni.
Si
scrive al buio la storia vera e falsa,
rimodellando
forme, nella farsa
che
prevede di accendere la luce:
“Buongiorno,
amore. Coraggio. Il tempo cuce.”
28
novembre 2018
lunedì 26 novembre 2018
Tazza di caffè
TAZZA
DI CAFFE’
di carlozanzi
Tu
fuori di me, dentro di me,
la
somma necessaria all’unità,
come
il piattino per la tazza di tè,
come
dentro l’amore, chi ci sta.
Tu
dentro di me, fuori di me,
lo
strappo che si chiama libertà,
liquido
caldo in tazza di caffè
gustato
soli, pagato la metà.
Comunque
e in ogni caso, io e te,
uniti
un giorno per necessità,
occhi
negli occhi o dietro un separè,
bisognosi
di cure e verità.
27
novembre 2018
domenica 25 novembre 2018
Lorenzo e Michele
ph carlozanzi
Le Curiose (cioè Raffaella Bossi e Patrizia Emilitri) hanno 'curiosato' nel mondo letterario del varesino Michele Gazo, invitandolo alla Feltrinelli per la presentazione del suo nuovo romanzo: 'I Medici-Lorenzo il Magnifico' (Mondadori) uscito in perfetta sincronia con l'omonima serie televisiva. L'incontro si è svolto ieri sera.
Gazo, copywriter e appassionato di storia antica, in particolare delle tradizioni celtiche, pubblica libri dal 2007, da quel 'Libro di Thoth' (Alfa Edizioni) che ha evidenziato la sua abilità di narratore, seguito da 'Il flagello di Roma' (2013) e 'Mediolanum' (2016). Ha ora iniziato la collaborazione con il mondo delle serie televisive, un rapporto che certamente darà lavoro e nuovi volumi al giovane varesino, che merita attenzione.
Non so se sia stata la Mondadori a lanciare l'idea, o se sia stato Michele (o per lui il suo agente letterario, ormai indispensabile se si vuol fare carriera nel mondo dei libri) a farsi avanti, so che il libro è di ottima fattura. E per chi ama il genere, un buon affare.
Le Curiose (cioè Raffaella Bossi e Patrizia Emilitri) hanno 'curiosato' nel mondo letterario del varesino Michele Gazo, invitandolo alla Feltrinelli per la presentazione del suo nuovo romanzo: 'I Medici-Lorenzo il Magnifico' (Mondadori) uscito in perfetta sincronia con l'omonima serie televisiva. L'incontro si è svolto ieri sera.
Gazo, copywriter e appassionato di storia antica, in particolare delle tradizioni celtiche, pubblica libri dal 2007, da quel 'Libro di Thoth' (Alfa Edizioni) che ha evidenziato la sua abilità di narratore, seguito da 'Il flagello di Roma' (2013) e 'Mediolanum' (2016). Ha ora iniziato la collaborazione con il mondo delle serie televisive, un rapporto che certamente darà lavoro e nuovi volumi al giovane varesino, che merita attenzione.
Non so se sia stata la Mondadori a lanciare l'idea, o se sia stato Michele (o per lui il suo agente letterario, ormai indispensabile se si vuol fare carriera nel mondo dei libri) a farsi avanti, so che il libro è di ottima fattura. E per chi ama il genere, un buon affare.
OJM Varese-Brindisi: 85-67
ph carlozanzi
Noi 8 punti, Brindisi 10, due squadre che viaggiano nei piani alti della classifica e sperano nelle fianli di Coppa Italia. La partita è intrigante. Arrivo quando mancano 10" a metà partita, siamo avanti 42 a 31, molto bene, ma in 10" Brindisi fa quattro punti e finisce 42 a 35. Tutto da capo. Chiedo lumi ai giornalisti e mi dicono che Varese c'è, Scrubb su tutti, ma che eravamo avanti di 21 e ci siamo fatti quasi raggiungere.
Nel terzo quarto Avramovic, sfortunato sino a quel momento, comincia ad azzeccare le cose, Scrubb è in serata di grazia, dall'altra parte l'osservato speciale è l'ex Adrian Banks (foto), che cose buona ha fatto con la nostra casacca (insieme a coach Vitucci, ma mi raccontano che Banks è applauditissimo, mentre Vitucci è fischiato senza pietà, per via del 'tradimento'). Brindisi non si avvicina mai oltre i dieci punti, finisce 69-51. Con 18 punti di margine ce la possiamo fare. E così è. Sbagliamo molto da fuori, loro hanno un ottimo Chappell, ma Avramovic è davvero un furetto, trapana la difesa, ben spaleggiato da Cain e da Scrubb, preciso anche Tambone, sempre più in squadra, mentre Archie sbaglia qualche tiro di troppo. Ma non si può pretendere la perfezione. Ferrero è uscito prima di metà gara, speriamo nulla di grave. A due minuti dalla fine il pubblico canta già l'inno della vittoria, ringrazia coach Caja e i ragazzi. Migliore in campo Scrubb (foto). Finisce 85-67.
Forza Varese!
Noi 8 punti, Brindisi 10, due squadre che viaggiano nei piani alti della classifica e sperano nelle fianli di Coppa Italia. La partita è intrigante. Arrivo quando mancano 10" a metà partita, siamo avanti 42 a 31, molto bene, ma in 10" Brindisi fa quattro punti e finisce 42 a 35. Tutto da capo. Chiedo lumi ai giornalisti e mi dicono che Varese c'è, Scrubb su tutti, ma che eravamo avanti di 21 e ci siamo fatti quasi raggiungere.
Nel terzo quarto Avramovic, sfortunato sino a quel momento, comincia ad azzeccare le cose, Scrubb è in serata di grazia, dall'altra parte l'osservato speciale è l'ex Adrian Banks (foto), che cose buona ha fatto con la nostra casacca (insieme a coach Vitucci, ma mi raccontano che Banks è applauditissimo, mentre Vitucci è fischiato senza pietà, per via del 'tradimento'). Brindisi non si avvicina mai oltre i dieci punti, finisce 69-51. Con 18 punti di margine ce la possiamo fare. E così è. Sbagliamo molto da fuori, loro hanno un ottimo Chappell, ma Avramovic è davvero un furetto, trapana la difesa, ben spaleggiato da Cain e da Scrubb, preciso anche Tambone, sempre più in squadra, mentre Archie sbaglia qualche tiro di troppo. Ma non si può pretendere la perfezione. Ferrero è uscito prima di metà gara, speriamo nulla di grave. A due minuti dalla fine il pubblico canta già l'inno della vittoria, ringrazia coach Caja e i ragazzi. Migliore in campo Scrubb (foto). Finisce 85-67.
Forza Varese!
sabato 24 novembre 2018
Da Ghiggini succede sempre qualcosa
ph carlozanzi
Ieri sera in Galleria Ghiggini a Varese, mentre si accendeva il grande albero natalizio di piazza Monte Grappa, si 'accendevano' i riflettori anche sulla prima raccolta di racconti di Andrea Fazioli, 'Succede sempre qualcosa' (Casagrande editore). Introdotto dalla gallerista Eileen Ghiggini, pungolato dal giornalista e scrittore Mario Chiodetti, Fazioli, quarantenne romanziere ticinese di belle speranze e già consolidato successo (almeno per ciò che riguarda i romanzi noir, si veda l'ultimo 'Gli svizzeri muoiono felici', edito da Guanda) ha parlato della sua raccolta di racconti, 36 racconti brevi, distribuiti lungo un anno, mesi introdotti da un racconto ambientato in una piccola piazza di Bellinzona. Racconti di generi vari, scritti per lo più negli ultimi anni, ma qualcuno anche più datato. Perché Fazioli non è solo romanziere.
"Ho sempre scritto anche racconti" ha confessato ieri. "Il racconto permette di sperimentare generi diversi, nel mio caso mi permette di mettermi a nudo, cosa che in un romanzo è più sfumata."
Racconti brevi, poche pagine, di generi diversi, l'attualità della vita di una piccola piazza con i suoi personaggi abitudinari ma anche racconti legati alla giovinezza, altri di pura invenzione. Domande sul senso della vita e della morte, sulla finalità dello scrivere, molte citazioni, anche poetiche.
"Ho volutamente lasciato da parte, qui, Elia Contini e il racconto poliziesco...Credo nel racconto breve, anche se meno amato dai lettori rispetto al romanzo. Credo che il Premio Chiara sia davvero un'iniziativa interessante per promuovere il racconto..."
Ieri sera in Galleria Ghiggini a Varese, mentre si accendeva il grande albero natalizio di piazza Monte Grappa, si 'accendevano' i riflettori anche sulla prima raccolta di racconti di Andrea Fazioli, 'Succede sempre qualcosa' (Casagrande editore). Introdotto dalla gallerista Eileen Ghiggini, pungolato dal giornalista e scrittore Mario Chiodetti, Fazioli, quarantenne romanziere ticinese di belle speranze e già consolidato successo (almeno per ciò che riguarda i romanzi noir, si veda l'ultimo 'Gli svizzeri muoiono felici', edito da Guanda) ha parlato della sua raccolta di racconti, 36 racconti brevi, distribuiti lungo un anno, mesi introdotti da un racconto ambientato in una piccola piazza di Bellinzona. Racconti di generi vari, scritti per lo più negli ultimi anni, ma qualcuno anche più datato. Perché Fazioli non è solo romanziere.
"Ho sempre scritto anche racconti" ha confessato ieri. "Il racconto permette di sperimentare generi diversi, nel mio caso mi permette di mettermi a nudo, cosa che in un romanzo è più sfumata."
Racconti brevi, poche pagine, di generi diversi, l'attualità della vita di una piccola piazza con i suoi personaggi abitudinari ma anche racconti legati alla giovinezza, altri di pura invenzione. Domande sul senso della vita e della morte, sulla finalità dello scrivere, molte citazioni, anche poetiche.
"Ho volutamente lasciato da parte, qui, Elia Contini e il racconto poliziesco...Credo nel racconto breve, anche se meno amato dai lettori rispetto al romanzo. Credo che il Premio Chiara sia davvero un'iniziativa interessante per promuovere il racconto..."
False certezze
ph carlozanzi
Il dubbio è la luce che illumina la ricerca di Dio. Che smaschera la falsità delle certezze.
Il dubbio è la luce che illumina la ricerca di Dio. Che smaschera la falsità delle certezze.
Forse è un pregio
Leggo romanzi. Leggo racconti. Leggo poesie.
Spesso non comprendo ciò che leggo. Ci ritorno su ma la rilettura non giova. Sono ignorante? Probabile, però stamani ho considerato che forse questo è un mio pregio, un dono. Mi consente di passare ad altro.
Il tempo va senza aspettare la mia comprensione.
venerdì 23 novembre 2018
Tutto è vanità
ph carlozanzi
Non c'è peggior cosa che dare inizio alla giornata facendosi attrarre dalle parole del Qoelet: 'Vanità delle vanità, tutto è vanità.' Eppure il Qoelet è un libro della Bibbia. Che in sintesi ripete: perché mai affannarsi? Sia per i giusti che per i malvagi la fine è quella...tutto è vano, tutto svanisce.
Niente affatto. Sì, la fine è quella ma dobbiamo scappare lontano da questa afflizione, da tristi presagi e dal vuoto dell'inutile.
Siamo utili.
Non c'è peggior cosa che dare inizio alla giornata facendosi attrarre dalle parole del Qoelet: 'Vanità delle vanità, tutto è vanità.' Eppure il Qoelet è un libro della Bibbia. Che in sintesi ripete: perché mai affannarsi? Sia per i giusti che per i malvagi la fine è quella...tutto è vano, tutto svanisce.
Niente affatto. Sì, la fine è quella ma dobbiamo scappare lontano da questa afflizione, da tristi presagi e dal vuoto dell'inutile.
Siamo utili.
giovedì 22 novembre 2018
Succede sempre qualcosa
ph carlozanzi
Sabato 24 novembre, ore 17.30, in Galleria Ghiggini (via Albuzzi) a Varese, a cura di Mario Chiodetti, verrà presentato il libro 'Succede sempre qualcosa', raccolta di racconti dello scrittore ticinese Andrea Fazioli, volume edito da Casagrande. Ingresso libero.
Fazioli, giallista, è un giovane narratore interessante. Qui mette da parte la vena noir e scrive racconti brevi, molti dei quali nascono nel silenzio rumoroso di una piazzetta di Bellinzona, la sua città. A volte il linguaggio è semplice e il contenuto di immediata fruizione, altre volte -sempre con scrittura elegante ma non eccessivamente elaborata- Fazioli mette in pagina immagini, vissuti, intuizioni che vanno rilette più volte. Sono a metà libro, è spesso presente la domanda sulla morte e sul senso della vita, una domanda (e una sottile angoscia) che è di tutti, ad eccezione di coloro che pensano di essere così intelligenti da non doversela nemmeno porre. O così distratti. O così terrorizzati.
Sabato 24 novembre, ore 17.30, in Galleria Ghiggini (via Albuzzi) a Varese, a cura di Mario Chiodetti, verrà presentato il libro 'Succede sempre qualcosa', raccolta di racconti dello scrittore ticinese Andrea Fazioli, volume edito da Casagrande. Ingresso libero.
Fazioli, giallista, è un giovane narratore interessante. Qui mette da parte la vena noir e scrive racconti brevi, molti dei quali nascono nel silenzio rumoroso di una piazzetta di Bellinzona, la sua città. A volte il linguaggio è semplice e il contenuto di immediata fruizione, altre volte -sempre con scrittura elegante ma non eccessivamente elaborata- Fazioli mette in pagina immagini, vissuti, intuizioni che vanno rilette più volte. Sono a metà libro, è spesso presente la domanda sulla morte e sul senso della vita, una domanda (e una sottile angoscia) che è di tutti, ad eccezione di coloro che pensano di essere così intelligenti da non doversela nemmeno porre. O così distratti. O così terrorizzati.
Auguri, Caterina
Felice compleanno a mia figlia Caterina.
Si sa, i genitori stravedono per i figli ed io non faccio eccezione. Se penso ad una gratificazione sportiva ricevuta da Caterina, torno al 20 aprile 2004. Cairate, finale provinciale dei Giochi Sportivi Studenteschi di atletica leggera cadetti. Caterina è in seconda media, 13 anni. Ha buone capacità soprattutto negli 80 ostacoli e nel salto in lungo. Era iscritta al lungo, la Vidoletti aveva buone possibilità di qualificarsi alle Regionali, chiaro, nessuna doveva fare clamorosi errori. E' lei in pedana, con tre salti a disposizone. Dopo due nulli me ne vado, non reggo la visione di un eventuale terzo nullo. Stanno partendo i mille metri, dalla parte opposta del campo, e sento annunciare la premiazone del lungo: "Prima, Zanzi Caterina, Vidoletti..." Credo di aver sentito male, attraverso il campo di corsa ed eccomi ai piedi del podio. Ho sentito bene, Caterina è sul gradino più alto: con un ultimo salto a 3.99 ha battuto di un centimetro la seconda. Scatto la foto che vedete. Io esulto, mia figlia minimizza, con un atteggiamento atarassico, direbbe il mio amico Leo. la sua medaglia d'oro contribuì alla qualificazione alle Regionali. Grande Ketty!
Antonio l'ufelèe
Tramite mio papà Mario, pasticciere, amico e collega dell'ufelèe di cui qui si narra, ho avuto in prestito un libro dal titolo 'Il mio cuore parla'. Autore: Antonio Maculan. Molti varesini conoscono la pasticceria Maculan, con negozio a Varese e a Induno Olona. E non pochi conoscono Antonio, alto, biondo, simpatico. Il libro, scritto con linguaggio semplice, con ricco corredo fotografico, narra la storia di Antonio e della sua famiglia, arrivata a Varese dal Veneto quando, dopo i patimenti della Prima Guerra Mondiale, si prospettava una Seconda terribile guerra. L'infanzia di Antonio se non è da albero degli zoccoli, quasi: una corte a Induno Olona, amicizia tra famiglie, aiuto fraterno, rispetto delle autorità e in particolare del sacerdote. Varie esperienze in diverse pasticcerie e quindi il desiderio di crearne una tutta sua, con i risultati che giustamente lo rendono orgoglioso. Un anno ho lavorato anch'io con Antonio, meglio, un'estate, quella del 1967 o 1968, avevo 11 o 12 anni. Mio padre e Maculan lavoravano a Castronno, da Tamborini. I miei genitori, per educarmi alla vita vera (non a quella digitale!), mi fecere fare il garzone lì, con turni 6-14/14-22. Venni ripagato con 10.000 lire. Antonio mi era simpatico, sorridente, quella parlata mezza veneta e mezza bosina. Un giorno venne chiamato ad aiutare il principale, che doveva scaricare dei cartoni pesanti. Inavvertitamente Maculan fece cadere del materiale, Tamborini sbottò con una bestemmia, Antonio gli disse: "Porco sarà lei!"
L'ultimo capitolo, il XVIII, dal titolo IL PASSO FINALE, così dice:
"Miei cari, prima o poi giungerà l'ora di partire per un lungo viaggio, però non ho paura perché, con un po' di presunzione, ritengo di aver vissuto una vita nel rispetto di Dio e degli uomini e di meritarmi l'eternità fra i giusti! Vi amerò sempre! Io non sarò lontano, sarò solo sull'altro lato della strada."
mercoledì 21 novembre 2018
OJM Varese-Alba Fehervar: 91-66
ph carlozanzi
Liquidata con relativa ma convincente facilità la pratica ungherese stasera all'Enerxenia Arena. La Pallacanestro Varese strapazza l'Alba e vince il girone di Fiba Europe Cup. Ma non è stato così facile. Equilibrato e con molti errori il primo quarto, che finisce 15-11 per noi. Bene Ferrero. Nel secondo quarto vorremmo scappare ma non ci riusciamo, Caja sfrutta molto i cambi, cerca il riposo per il quintetto, ma i migliori sono Archie e il solito Cain, una sicurezza. Finisce 37-27. Dopo l'intervallo lungo Varese ha un attimo di 'riflessione' e gli ungheresi prendono coraggio, trascinati dal lungo Heath e dal 55 Freeman (che vediamo in foto con il nostro Iannuzzi): 52-51 e si teme il sorpasso. In questo frangente molto bravo Tambone, che dirige bene le danze, finisce 63-51. E così si passa all'ultimo quarto. Il numero 51 non porta bene all'Alba. Lì si blocca e Varese scappa. Si parte con una schiacciata di Avramovic, poi abbiamo lo show di Archie che segna a raffica, quando si calma lui parte Avra con micidiali entrate in sottomano sinistro con rilascio anticipato del pallone, che ingannano i difensori. Iannuzzi sotto il tabello migliora. Fatto sta che con un parziale di 20 a 1 per noi (81-52) si chiudono i giochi. Tambone continua a giocare alla grande, Pablo Bertone (foto), sotto osservazione dal coach, risponde bene, segna, è reattivo e si guadagna anche il Pablo Pablo!!! dal pubblico. Finisce 91-66, primi del girone. Molto molto bene.
Forza Varese!
Liquidata con relativa ma convincente facilità la pratica ungherese stasera all'Enerxenia Arena. La Pallacanestro Varese strapazza l'Alba e vince il girone di Fiba Europe Cup. Ma non è stato così facile. Equilibrato e con molti errori il primo quarto, che finisce 15-11 per noi. Bene Ferrero. Nel secondo quarto vorremmo scappare ma non ci riusciamo, Caja sfrutta molto i cambi, cerca il riposo per il quintetto, ma i migliori sono Archie e il solito Cain, una sicurezza. Finisce 37-27. Dopo l'intervallo lungo Varese ha un attimo di 'riflessione' e gli ungheresi prendono coraggio, trascinati dal lungo Heath e dal 55 Freeman (che vediamo in foto con il nostro Iannuzzi): 52-51 e si teme il sorpasso. In questo frangente molto bravo Tambone, che dirige bene le danze, finisce 63-51. E così si passa all'ultimo quarto. Il numero 51 non porta bene all'Alba. Lì si blocca e Varese scappa. Si parte con una schiacciata di Avramovic, poi abbiamo lo show di Archie che segna a raffica, quando si calma lui parte Avra con micidiali entrate in sottomano sinistro con rilascio anticipato del pallone, che ingannano i difensori. Iannuzzi sotto il tabello migliora. Fatto sta che con un parziale di 20 a 1 per noi (81-52) si chiudono i giochi. Tambone continua a giocare alla grande, Pablo Bertone (foto), sotto osservazione dal coach, risponde bene, segna, è reattivo e si guadagna anche il Pablo Pablo!!! dal pubblico. Finisce 91-66, primi del girone. Molto molto bene.
Forza Varese!
martedì 20 novembre 2018
Fiducia
ph carlozanzi
Prendiamo esempio dal sole, che fiduciosamente, ogni mattina, riprende il suo giro.
Avere fiducia in se stessi è essenziale. Quanta sofferenza nasce dalla mancanza di fiducia, dal non ritenersi capaci di progetti interessanti, dal ritenersi mediocri, poco appetibili. Lo dico ai giovani ma lo dico a tutti, perché la tristezza da poca fiducia è di ogni età. La sfiducia causa depressione e noia.
Meglio essere un po' gasati che troppo sgasati.
Prendiamo esempio dal sole, che fiduciosamente, ogni mattina, riprende il suo giro.
Avere fiducia in se stessi è essenziale. Quanta sofferenza nasce dalla mancanza di fiducia, dal non ritenersi capaci di progetti interessanti, dal ritenersi mediocri, poco appetibili. Lo dico ai giovani ma lo dico a tutti, perché la tristezza da poca fiducia è di ogni età. La sfiducia causa depressione e noia.
Meglio essere un po' gasati che troppo sgasati.
lunedì 19 novembre 2018
Andare di corpo
I bisogni primari sono bisogni primari...come dice la parola, sono importanti, e così le gioie che ne derivano...caratterizzano senz'altro la prima e l'ultima parte della nostra vita (con evidenza) poi vengono nascosti, sottaciuti, perché la mente vola alta, ci illudiamo di essere soprattutto spirito e invece siamo soprattutto corpo.
L'espressione andare di corpo è ridicola. Se proprio uno non vuole usare il termine specifico o volgare, che dica: liberarsi del superfluo, estromettere i rifiuti, alleggerirsi di ciò che utile non è...andare di corpo non ha senso.
Le gioie semplici della vita: riscoprirle e valorizzarle non è peccato.
L'espressione andare di corpo è ridicola. Se proprio uno non vuole usare il termine specifico o volgare, che dica: liberarsi del superfluo, estromettere i rifiuti, alleggerirsi di ciò che utile non è...andare di corpo non ha senso.
Le gioie semplici della vita: riscoprirle e valorizzarle non è peccato.
domenica 18 novembre 2018
Vanoli Cremona-OJM Varese: 79-82
ph da Varesenews
Nella strana cornice di una enorme sala da pranzo al Palazzetto dello Sport, mentre pranzavo per i 40 anni di ANFFAS non potevo non pensare ai giocatori della OJM, impegnati in quell'istante a Cremona. Così il telefonino mi ha permesso di seguire gli ultimi minuti della prima vittoria esterna di Varese. Ho poi saputo che eravamo partiti a razzo, 2-21, con Cremona stordita. Poi il recupero, punticino dopo punticino, sino alle concitate fasi finali, che ci hanno permesso di superare i lombardi della bassa padana grazie alla nostra calma e a due errori cremonesi proprio negli attimi decisivi. Vittoria meritata, sempre avanti, buone percentuali e capacità di sopportare gli assalti, i recuperi di una Cremona mai doma.
Forza Varese!
Nella strana cornice di una enorme sala da pranzo al Palazzetto dello Sport, mentre pranzavo per i 40 anni di ANFFAS non potevo non pensare ai giocatori della OJM, impegnati in quell'istante a Cremona. Così il telefonino mi ha permesso di seguire gli ultimi minuti della prima vittoria esterna di Varese. Ho poi saputo che eravamo partiti a razzo, 2-21, con Cremona stordita. Poi il recupero, punticino dopo punticino, sino alle concitate fasi finali, che ci hanno permesso di superare i lombardi della bassa padana grazie alla nostra calma e a due errori cremonesi proprio negli attimi decisivi. Vittoria meritata, sempre avanti, buone percentuali e capacità di sopportare gli assalti, i recuperi di una Cremona mai doma.
Forza Varese!
40° ANFFAS Varese
ph carlozanzi
Una grande festa per i 40 anni di vita di ANFFAS Varese-Fondazione Renato Piatti Onlus oggi al Palazzetto dello Sport. Una festa in grande stile, 600 invitati, oltre 200 erano ragazzi e adulti con disabilità, che quotidianamente trovano strutture e operatori al loro servizio. Questa e ANFFAS, nata nel 1978 a Varese, pochi locali, pochi operatori, la forza di Renato Piatti e di Cesarina Del Vecchio, ai quali si sono aggiunti con gli anni decine e decine di volontari, di professionisti. Oggi la Fondazione, oltre alla sede centrale di via Crispi, può contare su altre sedi, strutture importanti. Una festa che ha riunito intorno a decine di tavoli storie e passioni: un ottimo pranzo, intervallato da musica (bravissima la cantante Alice Clerici), racconti di ciò che si è fatto in quattro decenni, premiazioni. Il Comune di Varese (presenti il sindaco Davide Galimberti e molti assessori) ha reso tangibile il suo grazie ad ANFFAS Varese, deliberando l'intitolazione di una via a San Fermo a Renato Piatti.
Infine il taglio della torta, perché tutte le festa devono concludersi dolcemente.
Una grande festa per i 40 anni di vita di ANFFAS Varese-Fondazione Renato Piatti Onlus oggi al Palazzetto dello Sport. Una festa in grande stile, 600 invitati, oltre 200 erano ragazzi e adulti con disabilità, che quotidianamente trovano strutture e operatori al loro servizio. Questa e ANFFAS, nata nel 1978 a Varese, pochi locali, pochi operatori, la forza di Renato Piatti e di Cesarina Del Vecchio, ai quali si sono aggiunti con gli anni decine e decine di volontari, di professionisti. Oggi la Fondazione, oltre alla sede centrale di via Crispi, può contare su altre sedi, strutture importanti. Una festa che ha riunito intorno a decine di tavoli storie e passioni: un ottimo pranzo, intervallato da musica (bravissima la cantante Alice Clerici), racconti di ciò che si è fatto in quattro decenni, premiazioni. Il Comune di Varese (presenti il sindaco Davide Galimberti e molti assessori) ha reso tangibile il suo grazie ad ANFFAS Varese, deliberando l'intitolazione di una via a San Fermo a Renato Piatti.
Infine il taglio della torta, perché tutte le festa devono concludersi dolcemente.
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